Torino Film Festival: l’ucraino La palisiada vince come miglior film. “Complesso e di grande libertà registica”

Si è chiusa la 41esima edizione della kermesse cinematografica. Miglior attrice Hafsia Herzi per The Rapture di Iris Kaltenbäck mentre il premio come miglior attore va a Martin Shanly per About Thirty. Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach vince come miglior sceneggiatura

Di THR ROMA

Si chiude la 41esima edizione del Torino Film Festival. Durante la conferenza stampa di premiazione, svoltasi nel pomeriggio di sabato 2 dicembre nell’auditorium della Cavallerizza Reale, sono stati annunciati i film e gli attori premiati della kermesse torinese, partita il 24 novembre.

Ad intervenire durante la conferenza Domenico De Gaetano, direttore del museo nazionale del cinema, con il presidente del museo Enzo Ghigo, e il direttore artistico del Torino Film Festival Steve Della Casa. A vincere il premio miglior film è l’opera prima di Philip Sotnychenko La palisiada, commedia drammatica ambientata nel 1996, con la storia di due amici che devono risolvere l’omicidio di un loro collega.

Il premio speciale della giuria del Torino Film Festival è stato consegnato invece al francese The Rapture (Le ravissement) di Iris Kaltenbäck, un’indagine sulla solitudine e il disagio psichico raccontati attraverso la parabola della sua protagonista Lydia interpretata da Hafsia Herzi, che vince anche il premio miglior attrice.

Di seguito tutti i vincitori del Torino Film Festival:

Concorso lungometraggi internazionali 

La giuria del concorso internazionale lungometraggi composta da Lyda Patitucci (Italia), Clément Rauger (Francia), Martin Rejtman (Argentina), Angel Sala (Spagna), Elisabetta Sgarbi (Italia) assegna i premi:

Miglior film a La palisiada di Philip Sotnychenko (Ucraina). Con la seguente motivazione: film complesso, di grande libertà registica nella costruzione delle scene che, concatenandosi, trovano il loro senso autonomo. Il regista, alla sua opera prima, dimostra assoluta padronanza dei mezzi.

Premio speciale della giuriaLe ravissement di Iris Kaltenbäck (Francia). Con la seguente motivazione: film armonicamente riuscito, dove tutto concorre all’ottimo risultato finale. Iris Kaltenbäck, con la complicità degli interpreti Hafsia Herzi, Alexi Manenti e di tutto il cast, realizza un’opera prima matura e coinvolgente.

Miglior attrice a: Hafsia Herzi per il film Le ravissement/The rapture di Iris Kaltenbäck (Francia)

Menzione speciale a Barbara Ronchi per il film Non riattaccare di Manfredi Lucibello (Italia)

Miglior attore a Martin Shanly per il film Arturo a los 30 di Martín Shanly (Argentina)

Miglior sceneggiatura a Chiara Malta e Sébastien Laudenbach per il film Linda Veut Du Poulet di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach (Francia/Italia)

Concorso documentari internazionali

La giuria del Concorso documentari internazionali composta da Tizza Covi (Italia), Carlo Hintermann (Svizzera/Italia), Jessica Woodworth (Belgio/Stati Uniti) assegna i premi:

Miglior film Iwonderfull a Notre Corps/Our body di Claire Simon (Francia)

Premio speciale della giuria a Clorindo Testa di Mariano Llinás (Argentina)

Menzione a Silence of reason di Kumjana Novakova (Bosnia)

Concorso documentari italiani

La giuria del concorso documentari italiani, composta da Valentina Bertanii (Italia), Fabio Bibbio (Italia) e Costanza Quatriglio (Italia), assegna i premi:

Miglior film a Giganti rosse di Riccardo Giacconi (Italia). Con la seguente motivazione: sul confine labile tra realtà e finzione, in un racconto che riflette sui meccanismi della rappresentazione e della messa in scena del reale, il regista ci conduce in un viaggio sentimentale tra conflitti familiari e il difficile ricordo di una brutale violenza di gruppo nei confronti di un uomo inerme. Così la macchina da presa diventa occasione per disvelare segreti ed emozioni taciute.

Premio speciale della giuria a Tempo di attesa di Claudia Brignone (Italia). Con la seguente motivazione: i mesi che precedono il parto costituiscono nel film il tempo della condivisione. Un balsamo per le paure che le donne troppo spesso tengono per sé e che qui affrontano insieme facendo comunità. Nell’ascolto reciproco e nell’ascolto da parte della regista, il tempo dell’attesa è il tempo prezioso dell’attenzione.

Spazio Italia | Concorso cortometraggi italiani

La giuria del concorso cortometraggi italiani composta da Erica Favaro (Italia) Ilaria Feole (Italia), Luisa Porrino (Italia) assegna i premi:

Miglior cortometraggio a Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli (Italia). Con la seguente motivazione: per il tocco originale e attento con cui viene raccontato l’incontro tra l’autore e Patrizia Cavalli e per il riuso creativo del materiale di repertorio. La densità e la capacità di emozionare gli danno il respiro di un piccolo poema.

Premio speciale della giuria, ex aequo a Le fenne di Giulia Di Maggio (Italia). Con la seguente motivazione: perché racconta un coming of age in modo visionario e simbolico, ma anche con una purezza e un’innocenza di sguardo rari. L’autrice si sofferma con sensibilità su quella fase delicata della crescita della bambina protagonista in un alternarsi di tenerezza e crudeltà, mentre sullo sfondo gli adulti restano indifferenti e lontani.

Ed Even Tide di Francesco Clerici (Svizzera/Italia), con la seguente motivazione: il cortometraggio colpisce per gli interrogativi di grande attualità che propone: in un mondo nel quale la vita umana è al tramonto, resta solo quella animale, catturata da strumenti automatici di registrazione. Ma chi ci sarà ancora a guardare quelle immagini?

Menzione speciale Osas e le donne di Benin City di Gabriele Gravagna (Italia), con la seguente motivazione: la giuria intende dare particolare risalto a un cortometraggio che racconta il lavoro straordinario di  Donne di Benin City, la prima associazione italiana contro lo sfruttamento della prostituzione, fondata e presieduta a Palermo da Osas Ekbon, da sempre in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne.

Crazies | Concorso

La giuria del concorso Crazies composta da Alessandro Boschi (Italia), Anaïs Emery (Svizzera) e Maurizio Tedesco (Italia), assegna il premio:

Miglior film a Augure/Omen di Baloji (Belgio / Congo / Olanda / Germania / Sud Africa)

Menzione speciale a Visitors – Complete Edition di Kenichi Ugana (Giappone) e The Complex Forms di Fabio D’Orta (Italia)

Premio Fipresci

La giuria composta dai critici cinematografici Roberto Baldassarre (Italia) Joanna Orzechowska-Bonis (Francia), Harri Römpötti (Finlandia) assegna il premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a: Birth di Jiyoung Yoo (Corea del Sud).

Con la seguente motivazione: Birth è un’accurata dissezione femminista del ruolo delle donne che bilanciano maternità, lavoro e creatività nel nostro mondo competitivo, realizzata da un discendente coreano di Yasujirō Ozu.

I premi collaterali

Premio Rai Cinema Channel

Acquisizione diritti web e free tv per l’Italia.

Miglior film concorso cortometraggi italiani: Osas e le donne di Benin City di Gabriele Gravagna (Italia) con la seguente motivazione:  Una storia che ci obbliga a guardaci dentro per provare a capire cosa succede sia per le strade del nostro Paese che in Africa.Una storia che attraversa la violenza, i soprusi e l’indifferenza per arrivare, grazie al grande coraggio della protagonista, alla libertà!

Premio Valdata

La giuria dei lettori di TorinoSette composta da Igor Catrano, Filippo Michelini, Alessandra Longhin, Rachele Gaggini, Maria Cristina Disavino assegna il premio Achille Valdata.

Miglior lungometraggio a Mandoob/Night Courier di di Ali Kalthami (Arabia Saudita), con la seguente motivazione: Per il coraggio di aver dato vita a un ritratto inusuale di una società apparentemente lontana ma in realtà così disperatamente vicina.

Premio Scuola Holden

La Scuola Holden assegna il premio miglior sceneggiatura. Gli studenti dell’istituto di Alessandro Baricco hanno assistito alle proiezioni della quarantunesima edizione del Torino Film Festival e hanno assegnato il Premio per la miglior sceneggiatura a uno dei lungometraggi in concorso.

I lavori della giuria, composta dagli studenti del college Drama del biennio 2022/2024, sono stati coordinati dallo sceneggiatore Aaron Ariotti. Gli allievi Bianca Giardina, Tommaso Leotta, Davide Procopio, Elena Scipione ed Eleonora Vecchio hanno assegnato il Premio per la miglior sceneggiatura a:

Le Ravissement di Iris Kaltenbäck (Francia) con la seguente motivazione: per la capacità di raccontare, con una scrittura intima e incisiva e un’equilibrata struttura narrativa, la tensione tra la ricerca di una felicità e la consapevolezza dell’impossibilità di raggiungerla.

Gli studenti hanno attribuito anche una menzione speciale a: Camping du lac di Éléonore Saintagnan.

Premio occhiali di Gandhi

Assegnato dal centro Studi Sereno Regis (Torino) al film che meglio interpreta la visione gandhiana del mondo al film Silence of reason di Kumjana Novakova (Bosnia) con la seguente motivazione: un film che ha ammutolito una sala intera. Le testimonianze delle vittime degli abusi sessuali perpetrati durante la guerra nella ex Yugoslavia superano il tempo e lo spazio per diventare monito di cogente attualità. La regista riesce a trasformare il mero materiale forense in un documentario incisivo e toccante.

Conferisce una menzione speciale al film Sconosciuti puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo (Italia) con la seguente motivazione: restituire il nome, il nucleo del nostro essere persona. Dare ai parenti la consolazione della sepoltura, un ancestrale della nostra storia umana. Il conflitto e la sua trasformazione nonviolenta sono chiari: riconoscere il diritto all’identità di chi è morto cercando di raggiungere l’Occidente.

Premio interfedi

La giuria interfedi, promossa dalla chiesa valdese e dalla comunità ebraica di Torino, con il patrocinio del comitato interfedi della Città di Torino, e composta da Giorgio Berruto (comunità ebraica), Walter Nuzzo (comitato interfedi) e Maria Cecilia Rivoira (chiesa valdese).

Attribuisce la nona edizione del “Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” al film Amen di Andrea Baroni (Italia) con la seguente motivazione: attraverso l’efficace rappresentazione dell’uso della religione come strumento per condizionare una comunità familiare chiusa, campione paradigmatico di tutta la società, richiama temi centrali del nostro tempo, evidenziando la realtà e le conseguenze della religione autoprodotta, dell’integralismo, dell’intolleranza, della giustificazione religiosa di atti efferati.

Premio Piemonte factory

La giura, composta da Susanna Gianandrea, Francesca Frigo e Vito Martinelli ha attribuito il premio ad ex aequo:

Al film Sul bric mindino non c’è nessun pino di Lorenzo Bussonecon la seguente motivazione: la favola ecologista Sul bric Mindino non c’è nessun pino è un cortometraggio sorprendente e coraggioso: croma key, costumi, scelta del dialetto piemontese come linguaggio fiabesco, situazioni che arrivano allo slapstick grazie anche alla mimica di Roberto e Samuele Gentile, oltre all’efficacia del piccolo Gioele Gentile. La freschezza e l’audacia delle scelte registiche restituiscono un racconto divertente e divertito, che fa di un’artigianalità volutamente naïf il suo punto di forza espressivo.

Al Torino Film Festival al film Xin di Lorenzo Radin e Samuele Zucchet con la seguente motivazione: la storia di identità duale di un ragazzo cinese di seconda generazione è resa dai registi Radin e Zucchet attraverso uno sguardo profondo che poggia sui chiaroscuri, su visioni laterali e su un universo sonoro dalla grande valenza espressiva. Le esitazioni, le problematiche, i sensi di colpa del protagonista, sono le delicate tappe di un viaggio ondivago tra due culture e due lingue. La narrazione è coerente e si chiude come in un cerchio perfetto nello stesso luogo in cui è iniziato il viaggio, un aeroporto, simbolo dello spazio non identitario e in transito, dove domina il presente e dove la memoria fatica ad emergere. Convincente il protagonista Xin Cheng Zhao, che riesce a trasmettere con la sua presenza e le sue parole la sincerità della storia.

Ha attribuito anche una menzione a Litania di Francesco Pellegrino con la seguente motivazione: Litania merita una menzione speciale per l’eleganza della messa in scena e la precisione registica. Una storia che sembra venire da un altro tempo, ma che riesce a toccare corde della sensibilità contemporanea, grazie anche alle incursioni sperimentali e visionarie. Molto intensa l’interpretazione del protagonista, convincente e carismatico il regista nella parte di Satana tentatore.