Il Colore Viola, Taraji P. Henson: “Nel film ho superato i miei limiti nel canto. E combatto per le attrici nere”

"Sarò sempre grata al mio coach vocale, ho sempre lavorato duramente e continuerò a farlo anche affinché chi arriverà dopo di me abbia più diritti". In una clip condivisa su Instagram, l'attrice ha mostrato un po' del dietro le quinte del nuovo adattamento musicale del film di Blitz Bazawule

Taraji P. Henson, Shug Avery ne Il colore viola, ha ricondiviso sul suo profilo Instagram un video del dietro le quinte del suo intenso allenamento vocale per interpretare il ruolo nel nuovo adattamento musicale del film di Blitz Bazawule. Il video infatti è stato pubblicato proprio dal suo maestro di canto Stevie Mackey e mostra le prove della sua perdformance What About Love?.

Henson ha definito Mackey “l’uomo dietro #ShugAveryvoice”: l’insegnante l’ha aiutata “a sbloccare delle cose a livello vocale”. “Abbiamo lavorato così duramente”, ha aggiunto, “mi hai aiutato a darmi la fiducia di cui avevo bisogno per dare vita a #shugavery. Ti sarò per sempre grata”.

 

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Nella storia di copertina di The Hollywood Reporter Henson, Danielle Brooks e Fantasia Barrino, nonché la produttrice Oprah Winfrey (che ha recitato nell’adattamento del 1985 diretto da Steven Spielberg), hanno ammesso che all’inizio erano titubanti per l’interpretazione del ruolo di Shug.

“Voglio dire, ho sempre amato Taraji e l’ho apprezzata in Empire e nelle altre cose che ha fatto, ma nessuno di noi sapeva che Taraji sapeva cantare. E invece eccome se può”, ha detto Winfrey.

Nella cover story di THR e in una successiva intervista con Gayle King, Henson aveva parlato della sua frustrazione per il livello raggiunto nella sua carriera nonostante decenni di duro lavoro.

“Sono stata pagata e ho lottato con le unghie e con i denti per ogni progetto per ottenere lo stesso maledetto preventivo. Ed è uno schiaffo in faccia quando la gente ti dice che lavori sempre. Beh, devo farlo. Non è perché vorrei poter fare due film all’anno e basta. Devo lavorare perché ho le bollette da pagare”, aveva spiegato.

“Faccio questo da vent’anni e a volte mi stanco di combattere perché so che quello che faccio è più grande di me”, aveva aggiunto. “So che l’eredità che lascio influenzerà qualcuno. Non voglio che queste ragazze nere abbiano gli stessi scontri che io e Viola [Davis], Octavia [Spencer] abbiamo avuto. Altrimenti, perché lo faccio? Per la mia vanità?. Ho provato due volte ad allontanarmi [dall’attività]. Ma non posso, perché se lo facessi, in che modo questo aiuterebbe quelli che arrivano dietro di me?”