Rosso, bianco & sangue blu, la recensione: una storia d’amore queer più goffa che bollente

Il figlio della presidente degli Stati Uniti si innamora dell'erede al trono britannico nell'adattamento del romanzo di Casey McQuiston,con Taylor Zakhar Perez, Nicholas Galitzine e Uma Thurman. Dall'11 agosto su Prime Video

C’è un mondo parallelo in cui l’adattamento cinematografico del romanzo di Casey McQuiston, Rosso, bianco & sangue blu, riesce a catturare l’energia e gli ideali politici del materiale di partenza. Sarebbe una commedia camp che, pur facendo sua una certa banalità di fondo del libro, non perde di vista ciò che lo ha reso un bestseller immediato.

Peccato che la versione di Rosso, bianco & sangue blu diretta dal drammaturgo vincitore del Tony Award Matthew López (The Inheritance), e presentata in anteprima su Amazon Prime, sembri piuttosto uno di quei sogni da dormiveglia febbricitante. Un insieme di bizzarrie, regia confusa e interpretazioni eccentriche in una combinazione frenetica, che abbatte ogni possibile credibilità.

Eppure non sembrava difficile. La storia – il figlio della presidente degli Stati Uniti si innamora di un principe britannico – ha un grande potenziale. Rosso, bianco & sangue blu si svolge in una linea temporale alternativa, in cui le elezioni presidenziali del 2016 sono state vinte da Ellen Claremont, una democratica texana interpretata da Uma Thurman. La sua storica vittoria spinge la famiglia – il marito messicano Oscar Diaz (Clifton Collins Jr.) e il figlio Alex (Taylor Zakhar Perez di The Kissing Booth) – sotto i riflettori.

La vita da figlio della Presidente non è facile per Alex, uno studente del college che sta ancora cercando di trovare sé stesso. I suoi predecessori immaginari, come Katie Holmes in Una teenager alla Casa Bianca e Mandy Moore in Amori in corsa, hanno trascorso i loro anni alla Casa Bianca a sfuggire alle regole e alla sorveglianza dei servizi segreti. Alex, invece, non sta cercando di sottrarsi al potere esecutivo. Il First Son vuole lavorare alla campagna di rielezione della madre: ha un piano per “ribaltare il Texas”, come ripete più volte nel corso del film. Ma prima deve dimostrare di non essere una zavorra.

I fan del romanzo di McQuiston apprezzeranno il punto di partenza di Rosso, bianco & sangue blu. La sceneggiatura di López (scritta con Ted Malawer) ci trasporta nel Cakegate, il caotico evento dolciario che porterà Alex e Henry (un Nicholas Galitzine sicuro di sè) sulle copertine dei giornali di tutto il mondo. Uno scambio di battute in cui il First Son americano rimprovera l’erede al trono britannico per la sua maleducazione cronica è la scintilla per un alterco, che porterà i due ragazzi a inciampare sull’imponente torta preparata per il matrimonio del fratello maggiore di Henry. Lo scandalo fa infuriare la madre di Alex e mette a rischio le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Inghilterra. Ellen e il suo capo di gabinetto, Zahra (interpretata deliziosamente da Sarah Shahi), incaricano Alex di risolvere questa specie di incubo per le pubbliche relazioni. Deve tornare a palazzo, fare amicizia con Henry e convincere il mondo che i due sono diventati migliori amici.

Inizia così una classica storia di nemici che si trasformano in amanti. Rosso, bianco & sangue blu ha un’inclinazione austeniana: la personalità irriverente di Alex lo rende una sorta di surrogato di Elizabeth Bennet, mentre l’incapacità di Henry di esprimere le proprie emozioni lo colloca nel campo di Darcy. La loro storia d’amore inizia in modo altrettanto gelido, ma dopo che Alex ha scoperto il lato più tenero di Henry i due cominciano a corteggiarsi a distanza.

I protagonisti hanno una chimica interessante, ma non sufficiente a farci credere che siano più che buoni amici. La loro aria cordiale, quasi da scolaretti, e le loro battute pungenti ,evocano inizialmente Heartstopper, il popolare dramma per adolescenti di Netflix. Ma Rosso, bianco & sangue blu non vuole solo che il pubblico osservi la coppia; il film vorrebbe che si eccitasse con loro.

I problemi della commedia si amplificano però proprio quando la relazione tra Alex e Henry si fa bollente. C’è qualcosa di studiato nella loro intimità che non aiuta il tono del film, tra Disney Channel ed erotismo aspirazionale (il fatto che sia classificato come vietato ai minori di 17 anni, nonostante le scene di sesso piuttosto blande, è sconcertante e getta una luce inquietante tanto sulla Motion Picture Association quanto sulla percezione della sessualità queer). I bruschi passaggi tra tenera infatuazione e dialoghi piccanti dei due rendono difficile “credere” alla storia. Il loro primo bacio, che avviene sotto quella che sembrerebe una quercia generata al computer, è seguito da scene allusive con la coppia che si accarezza e si bacia appassionatamente prima alla Casa Bianca, poi a un evento di beneficenza in Inghilterra e a Parigi (sto ancora cercando di capire come facciano questi due a trovare tempo e jet privati per attraversare così spesso l’Oceano Atlantico). Questi momenti – che vorrebbero suggerire il piacere carnale, ma che restano nel territorio delle effimere effusioni – raramente danno consistenza alla traiettoria emotiva del racconto.

Come tutti gli adattamenti, Rosso, bianco & sangue blu si muove sul confine sottile tra fedeltà e originalità. È evidente che il film si sforzi di bilanciare i temi del romanzo con il desiderio di celebrare l’amore queer. È un obiettivo ambizioso, ma sebbene le due cose non si escludano a vicenda, non si impegna abbastanza per riuscirci.

Le conversazioni troppo brevi tra Alex e la sua migliore amica Nora (una Rachel Hilson sottoutilizzata) fanno capire subito che una delle due metà di questa coppia intercontinentale sta ancora esplorando i contorni della propria sessualità. Henry sa di essere gay, ma la sua vita di principe lo costringe a portare avanti le sue relazioni in segreto. Alex, invece, non ha mai pensato seriamente di essere bisessuale. La relazione non è solo tormentata dal solito mix di repressione, scoperta di sé e accettazione familiare; la posta in gioco è accresciuta dalle implicazioni diplomatiche e dallo sguardo dell’opinione pubblica.

Per essere un film che si occupa di politica – e in particolare che tenta di immaginare una realtà ottimistica – le sottotrame di Rosso, bianco & sangue blu su questi temi sembrano più appendici che pezzi fondanti della narrazione. Il desiderio di Alex di sostenere la campagna elettorale della madre non è raccontato fino in fondo, e il tentativo di Henry di rovesciare l’omofobia della monarchia non dà i frutti sperati. Anche in questo caso si avverte una discrepanza di tono: gli incontri tra Alex e il team della campagna elettorale di sua madre sembrano appartenere al mondo satirico di Veep – Vicepresidente incompetente, mentre le sue avventure a Buckingham Palace si avvicinano di più a quelle di Amanda Bynes in Una ragazza e il suo sogno.

Ci sono un paio di momenti in Rosso, bianco & sangue blu, quando Alex e Henry recitano monologhi significativi su come la loro relazione abbia cambiato le rispettive idee sull’amore, che suggeriscono chiaramente ciò che il film vorrebbe essere. Sono scene tenere, importanti per lo sviluppo dei personaggi e della storia. Ma non si riesce a togliersi di dosso la sensazione che siano discorsi da “venditori”, scritti per persuaderci di ciò che avrebbe potuto essere – ma che non è.

(Traduzione di Nadia Cazzaniga)