
Capelli viola, smalto sulle unghie e sguardo provocatorio. Questo è Thanos, il personaggio di Squid Game 2 che ha lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno guardato la serie. È un rapper ormai fallito, ma in tanti quando lo vedono lo acclamano e gli danno importanza. Lui è quello che tratta tutti con superiorità, esercita un certo fascino sulle donne, si aiuta con pillole colorate per avere il giusto stato d’animo e, soprattutto, non ha scrupoli. Non appena ha ben chiaro il concept del gioco, ossia la morte, non ha problemi a disfarsi degli anelli deboli che potrebbero ostacolare e diminuire la somma finale del gioco.
È un leader indiscusso.
Ciò che colpisce è il fatto che piace. Inutile negarlo, attrae come una calamita e affascina tutti. Basta scorrere i social per trovarlo in video, creati apposta per lui, che ne esaltano le doti e la bellezza. E non solo gli adulti, ma anche i bambini lo apprezzano, trovandolo divertente e imitando il suo atteggiamento.
Sarà che l’attore che lo interpreta, Choi Seung-hyun ha una storia simile. Anche lui, infatti, è un rapper dalla vita complicata. Finzione e realtà incrociati in un mix indelebile.
Ma Thanos è anche un personaggio della Marvel, al quale quello di Squid Game si ispira, la cui identità ha tratti che lo hanno reso così noto da far sì che proprio a lui si ispirò uno dei personaggi della popolare serie coreana.
Matteo Pollone, professore di Storia del Cinema a Vercelli ed esperto di fumetti, ha parlato con Hollywood Reporter proprio di Thanos e del “villain” al quale si ispira.
Thanos, l’eroe dei fumetti Marvel, che caratteristiche ha?
Thanos è un potente alieno (originario del pianeta Titano), i cui poteri però lo avvicinano più a una divinità antica che a un extraterrestre. È uno dei villain più temibili dell’universo Marvel, e non a caso viene scelto come cattivo principale del primo arco narrativo del MCU (quello che coincide con le prime tre “fasi”, insieme rinominate The Infinity Saga). Thanos è un misto di forza fisica, di conoscenze tecniche ed esoteriche e di ambizioni sfrenate. Nella storia più celebre in cui compare, “Il guanto dell’infinito”, scritta da Jim Starlin (che è anche il creatore del personaggio) e pubblicata nel 1991, diventa sostanzialmente onnipotente. Non è un personaggio che agisce in solitudine: spesso lo si vede a capo di schiere di altri cattivi: è insomma un leader, temibile ma carismatico. Fisicamente è enorme e di colore violetto.
Qual è la vera natura e identità di questo villain rispetto agli altri del MCU e anche dei fumetti in generale?
In realtà il personaggio non è granché originale, perché Jim Starlin lo crea all’inizio degli anni Settanta modellandolo soprattutto su Darkseid, un altro grande cattivo della concorrenza, la DC Comics. Darkseid viene inventato da Jack Kirby, storico autore Marvel temporaneamente passato alla DC, dove dà forma a mondi narrativi ispirati alla mitologia classica. Quando Kirby tornerà alla Marvel continuerà ad essere influenzato dalla mitologia, e creerà la razza degli Eterni. Retroattivamente, quindi, si decide che anche Thanos, che di fatto è nato come copia di un personaggio di Kirby, debba appartenere agli Eterni. Ovviamente la sua figura è anche ispirata a Thanatos, la personificazione della morte della mitologia greca. La sua caratteristica principale è quindi proprio quella di essere uno dei più malvagi tra i personaggi della Marvel. La sua famosa frase, “Io sono ineluttabile”, viene pronunciata fin dalla sua prima apparizione, nel 1973. Starlin, che ha anche qualche rudimento di psicanalisi, include tra le fonti di ispirazione del personaggio persino Freud e la “pulsione di morte” da lui teorizzata.
Il suo aspetto è di forte impatto. Inoltre, è molto amato
Thanos è figlio di un periodo particolare del fumetto supereroistico americano, quello della cosiddetta “Silver Age”. Si tratta del periodo in cui sono nati i principali personaggi Marvel oggi famosi, ed è caratterizzato dai colori accesi, dalle avventure spaziali, dalla natura quasi psichedelica di molte delle storie e delle tavole. Rispetto al ben più cupo Darkseid, Thanos è un villain coloratissimo, del tutto improbabile. È anche vero, però, che nasce nell’anno della morte di Gwen Stacy (allora fidanzata di Spider-Man), il 1973. Il 1973 è convenzionalmente ritenuto l’anno in cui i temi e i toni della Silver Age cominciano a incupirsi, al punto di condurre presto alla cosiddetta “Dark Age” degli anni Ottanta (c’è anche chi preferisce definire la parte “finale” della Silver Age un’era a sé, la “Bronze Age”). Al di là di queste periodizzazioni che lasciano un po’ il tempo che trovano, Thanos nasce in un periodo ancora “ingenuo” del fumetto americano, e la fascinazione per un cattivo così bizzarro e implausibile è del tutto comprensibile da parte dei bambini.
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