Edoardo Ferrario e Valerio Lundini al Biografilm: “Ebbene sì, ci fanno schifo le stesse cose. E questo crea sintonia”

I due comici hanno registrato a Bologna la sesta e ultima (per ora) puntata del vocast Avrei quest'idea in cui quattro giovani under 30 "pitchano" le loro proposte per cinema e serie tv: "Non giudichiamo mai nessuno, neanche le idee che non ci piacciono. Al massimo inarchiamo un sopracciglio". L'intervista di THR Roma

È difficile capire cosa funzioni precisamente di Avrei questa idea, il vocast creato poco meno di un anno fa da Giffoni Innovation Hub. Probabilmente è un mix tra la conduzione di Edoardo Ferrario e Valerio Lundini, duo di stand up comedian con dinamiche ormai rodate, e le idee per film, documentari e serie tv che i giovani under 30 devono “vendere” loro con il limite di cinque minuti. O, forse, è piuttosto la mancanza di un vero e proprio tema che possa limitare la varietà delle proposte ad essere l’elemento vincente, permettendo di spaziare da un cartone animato sugli insetti alla storia di videomaker che si trovano a lavorare per un boss della mafia. Il segreto, secondo Ferrario e Lundini, è non giudicare mai apertamente i pitch che vengono loro raccontati, mentre l’appello è sempre lo stesso: se ci sono produttori in ascolto, che sia data una chance a queste giovani proposte.

La sesta e ultima puntata della prima stagione di Avrei questa idea è stata registrata l’11 giugno, al Pop Up Cinema Arlecchino di Bologna. L’occasione erano i giorni dedicati all’industria del Biografilm Festival, il “tema” erano i racconti autobiografici o di taglio documentaristico. Ma, anche in questo caso, l’indicazione non ha limitato la fantasia delle proposte, che spaziavano da un film coming of age ispirato agli anni di Non è la Rai a un documentario d’inchiesta su un film degli anni Settanta sparito nel nulla e poi ricomparso; da uno sguardo diverso al terremoto di L’Aquila del 2009 alla storia di Anteo Zamboni, giovane bolognese ucciso dai fascisti con l’accusa di aver attentato alla vita di Mussolini.

The Hollywood Reporter Roma ha incontrato i due comici prima della registrazione della puntata, per parlare del format e di cosa non funzioni secondo loro nell’industria cinematografica di oggi.

Ferrario e Lundini, cosa funziona bene del vostro lavoro come duo?

Edoardo Ferrario: La bellezza, ci porta avanti da anni nel nostro lavoro.

Valerio Lundini: …Il che a volte è anche un ostacolo, ad essere troppo belli si rischia di stare antipatici.

EF: No, credo che la risposta vera sia che ci fanno schifo le stesse cose.

Davvero?

EF: Sì, umorismo e passioni sono diversi, ma abbiamo in comune molte cose che proprio non ci piacciono, e questo crea sintonia.

VL: Spero che non diventi troppo palese, altrimenti diventiamo “quelli a cui fanno schifo le cose”. Però, in effetti, abbiamo una chat in cui praticamente non c’è comunicazione, ci mandiamo solo cose che ci fanno schifo. Non commentiamo mai, solo ogni tanto con qualche “Santo cielo”, oppure “Come possiamo fare?” Perché non sappiamo dove vogliamo andare, ma abbiamo molto chiaro dove non vogliamo andare.

Domanda scontata: com’è nata l’idea per Avrei questa idea?

EF: La proposta ci è arrivata da Giffoni: Luigi Sales [Head of Original Productions di Giffoni, ndr] ci ha assoldati per condurre questi episodi in cui quattro ragazze e ragazze ci raccontano i pitch di eventuali film e serie di loro invenzione. Arrivati ormai al sesto episodio, abbiamo ascoltato delle belle storie, finora.

VL: Ma tu cosa racconteresti al posto loro, dovendo esporre il tuo pitch a due sconosciuti? Avresti paura che te le rubino?

EF: Innanzitutto non credo ne avrei il coraggio, ma non avrei paura del furto. Avrei più paura di essere giudicato, però ci hanno detto che mettiamo molto a loro agio le persone che fanno le proposte, e questa è una nostra grande soddisfazione. Oggi sono un po’ democristiano con le risposte.

Quindi, nonostante lo “schifo” di cui sopra, non giudicate le idee che vi vengono proposte?

VL: Inarchiamo qualche sopracciglio, forse, ma non lo diamo a vedere, lo copriamo. È che, secondo me, ci siamo molto abituati al format del “giudizio”: i talent sono tutti così, proponi una tua idea e qualcuno ti dice la sua opinione a riguardo. Per noi, invece, è comodissimo, perché noi diciamo sempre “Complimenti”, che ci piaccia o non ci piaccia. Anche se un paio di volte l’idea non ci è piaciuta proprio, anzi, ci ha quasi offeso.

Edoardo Ferrario e Valerio Lundini durante la sesta puntata di Avrei questa idea

Edoardo Ferrario e Valerio Lundini durante la registrazione di Avrei questa idea. Foto dal profilo Instagram di Biografilm

C’è una proposta che, invece, è diventata la vostra preferita?

EF: Sono tutte nostre figlie, che le posso dire [ride, ndr]…? Ah, no, ce l’ho: Decibel, il film sull’attacco acustico. Alla puntata al Cinema Troisi una ragazza, Elena Tartaglia, ha proposto questo film in cui un intero paese muore per colpa, appunto, di un attacco acustico.

VL: Pillola rossa di Elisa Pontillo, il film sul workshop per incel. Però, secondo me, fondendole tutte esce un kolossal. Ma proprio tutte, anche quella d’animazione che ci avevano proposto nel primo episodio, Skate Bugs.

EF: Ah, quella avrei voluto che fosse scritturata subito.

Il primo episodio di Avrei questa idea è stato registrato al Festival di Venezia, dopo un’estate molto buona per gli incassi grazie a “Barbenheimer”…

VL: Barbenheimer? È un’espressione che esiste?

EF: Certo, non hai visto i meme?

VL: Ah, è tipo “Veltrusconi”. Avevo visto i meme, ma mi ero perso la fusione tra Barbie e Oppenheimer. Mi scusi, andiamo avanti.

Dicevamo, Barbie, Oppenheimer, C’è ancora domani avevano fatto ben sperare per il ritorno delle persone in sala, mentre invece adesso i botteghini stanno decisamente arrancando. Qual è, secondo voi, lo stato di salute del cinema oggi? Come vi spiegate questa oscillazione?

EF: Quelli sono titoli che hanno un po’ sballato il box office, ma la crisi del cinema va avanti da diversi anni. Per quanto riguarda le commedie, che è il genere che più mi interessa, a un certo punto sono andate in crisi anche loro, e adesso sono un po’ tutte uguali – con rispetto parlando per chi le fa. Probabilmente, la scarsa originalità nelle trame tranquillizza i produttori, ma poi non premia molto al botteghino.

VL: Io ero rimasto al fatto che in genere la gente non vada al cinema, salvo eccezioni che fanno il botto. Quindi, forse, in questo momento non ci sono film particolarmente belli? Per dire, ho visto Kinds of Kindness di Lanthimos… fa cagare [scoppia a ridere, ndr]. Vabbè, sono arrivato io.

EF: Come sta andando, quello?

Al momento è in testa al box office. Però, ad esempio, Furiosa sta crollando.

EF: Eh, pure lì, è un prequel: non l’ho ancora visto, ma quanti prodotti del genere escono, ormai? Insomma, mi sembra che escano tanti film, tutti uguali. Secondo me, ciò che è diverso viene premiato, sia dal pubblico o dalla critica. Lamentarsi che le persone non vanno più al cinema o a teatro non basta, tocca chiedersi ogni volta perché non siano andate a vedere quel titolo preciso.

VL: Poi, c’è da dire che andare al cinema richiede sforzo in un contesto in cui abbiamo tutto a portata di mano. Se voglio ridere ormai mi basta, che ne so, scrollare TikTok. Una volta i tempi erano molto più dilatati, mentre invece mi spingo a dire di avere fin troppo intrattenimento, adesso.