Mark Hoppus dei Blink-182 confessa che la diagnosi di cancro ha contribuito al ritorno della band

In un'intervista con Zane Lowe per promuovere One More Time, il nuovo album del gruppo, il frontman ha raccontato che Tom DeLonge ha iniziato a farsi vivo ogni giorno una volta appresa la notizia della malattia dell'amico

I Blink-182, Mark Hoppus, Travis Barker e Tom DeLonge, sono tornati con One More Time, il loro primo album insieme da quando DeLonge ha lasciato la band nel 2015. In un nuovo video realizzato con Zane Lowe, i membri della band hanno parlato apertamente dei loro disaccordi passati e di come la diagnosi di Hoppus di linfoma al quarto stadio li abbia aiutati a vedere il quadro generale.

“Non sapevo se i Blink sarebbero mai tornati insieme o se avrei mai condiviso di nuovo il palco con Tom. L’ho detto al management, a Travis, a tutti: non metterò più piede sul palco con quel tizio”, racconta Hoppus a proposito del suo litigio con DeLonge.

“Poi, onestamente, mi sono ammalato. Per puro caso, Tom mi ha contattato”, ha continuato Hoppus. “Ha cominciato a comportarsi da persona e mi ha chiamato tutte le mattine: ‘Che succede? Come ti senti? Andiamo. Ti aiutiamo a superare questa cosa. Lo sconfiggerai’. Non avevo mai sentito una cosa del genere”.

Hoppus prosegue spiegando come il riavvicinamento con DeLonge e la scrittura di musica insieme per la prima volta dopo otto anni lo abbiano aiutato a guarire dal trauma lasciato dalla chemioterapia.

“Una volta che mi sono liberato della diagnosi di cancro ero ancora un guscio vuoto, solo una merda, debole, con il cervello divorato dalla chemioterapia e dal dolore”, ha detto. “La chemio mi ha distrutto le corde vocali. Ho dovuto lavorare con un vocal coach, ho dovuto ricostruire la mia gola per arrivare al punto in cui potevamo salire sul palco del Coachella e fare uno dei più grandi spettacoli della nostra carriera”.

“Toccando ferro, questo album è uno dei migliori che abbiamo mai scritto”, ha detto Hoppus. “È tutto merito della guarigione di questa band, di questa musica e di questo disco. Ci siamo seduti all’inizio e abbiamo detto: ‘L’unico modo per tornare a essere i Blink-182 è che sia fottutamente divertente'”.

Traduzione di Pietro Cecioni