Dopo Jada Pinkett Smith anche Meryl Streep: l’attrice si è separata dal marito (sei anni fa)

La coppia si è sposata nel 1978 e ha quattro figli. I due non posavano insieme su un tappeto rosso dalla 90esima edizione degli Academy Awards, dove l'attrice era stata nominata per il suo ruolo in The Post

Meryl Streep e il marito Don Gummer hanno annunciato di essersi separati sei anni fa. La tre volte premio Oscar e il suo coniuge hanno reso nota la notizia della loro separazione in una dichiarazione di un rappresentante di Meryl Streep, ottenuta da People.

“Don Gummer e Meryl Streep si sono lasciati da più di sei anni e, sebbene si vorranno sempre bene, hanno scelto di vivere separatamente”, si legge. La coppia non posa insieme su un tappeto rosso dalla 90esima edizione degli Academy Awards, dove Streep è stata nominata per il suo ruolo di Katharine Graham in The Post. Tuttavia, venerdì 20 ottobre, in occasione dei premi Princesa de Asturias nelle Asturie, in Spagna, l’attrice di Only Murders in the Building indossava la fede nuziale nelle foto.

Streep e Gummer si sono conosciuti poco dopo la morte per cancro ai polmoni del compagno di lunga data di lei, John Cazale, nel 1978. Si sono sposati nel settembre dello stesso anno dopo sei mesi di frequentazione e hanno dato il benvenuto al loro primo figlio, Henry Wolfe, nel novembre 1979. Hanno altri tre figli – Louisa Jacobson, Grace Gummer e Mamie Gummer – e cinque nipoti.

Gummer è uno scultore che, mentre la star de Il diavolo veste Prada si faceva un nome come attrice, lavorava nel mondo dell’arte.

Sebbene nessuno dei due abbia parlato molto del loro matrimonio che dura da decenni, Streep ha dichiarato a Vogue che il segreto della loro lunga unione è stato “la buona volontà e la disponibilità a cedere – e a tacere di tanto in tanto”.

Ha continuato: “Non c’è una tabella di marcia su come crescere una famiglia: È sempre una trattativa molto complessa. Ma ho un bisogno olistico di lavorare e di avere enormi legami d’amore nella mia vita. Non posso pensare di rinunciare all’uno per l’altro”.

Traduzione di Pietro Cecioni