
Scherzano e si prendono in giro a vicenda Juan Gómez-Jurado e Koldo Serra, rispettivamente autore e regista di Regina Rossa, il fenomeno letterario da oltre due milioni di copie vendute in Spagna – pubblicato in Italia da Fazi Editore – diventato una serie tv disponibile su Prime Video dal 29 febbraio.
Un thriller con protagonisti Vicky Luengo e Hovik Keuchkerian nei panni di Antonia Scott, la persona più intelligente sulla Terra reclutata da un progetto di polizia segreto e sperimentale che l’ha traumatizzata, e Jon Gutiérrez, poliziotto basco con un caratteraccio chiamato a riportarla sulle scene del crimine per catturare un serial killer.
Regina Rossa, tra citazioni e libertà
Un romanzo colmo di dettagli e descrizioni che Serra ha dovuto trasporre per il piccolo schermo. “Il giorno in cui ci siamo incontrati di persona, io e Juan avevamo già parlato molto al telefono”, ricorda il regista. “Quando sono andato a casa sua, la prima cosa che ha fatto è stata farmi sedere su un divano e mostrarmi 2.300.000 riferimenti cinematografici ai quali non ho nemmeno prestato attenzione. Mi interessava molto sapere da dove veniva e da dove era partito Juan, perché il romanzo ha già molte intuizioni. Ma volevo sapere di prima mano a cosa avrebbe portato la cosa”.
“C’è stata una sfida molto importante che Koldo ha dovuto affrontare, che credo nessun regista abbia mai affrontato prima”, sottolinea lo scrittore. “Non si trattava solo di partire da un materiale originale, ma di mostrare la mente della persona più intelligente del mondo senza poter utilizzare alcun riferimento che avremmo potuto vedere al cinema in precedenza. Questa è stata una sfida in sé, ma non l’ha fatto solo una volta. L’ha fatto in molte occasioni, perché in ognuna di esse vediamo Antonia pensare in modo diverso. Questo per un regista è stato molto complesso e molto difficile”.
“La sceneggiatura era già molto marcata”, continua Serra. “Ma è vero che la sfida è stata quella di non ripetersi, che non fosse qualcosa come tutte le altre serie, come Sherlock, quando la metodologia è sempre la stessa”.
Regole da trasgredire e zero algoritmi
Un lavoro che ha impiegato diversi anni a prendere forma e che ha visto Gómez-Jurado impegnato in prima persona in quanto produttore esecutivo della serie. “Il mese prossimo saranno sei anni da quando Amaya Muruzabal (showrunner, ndr) ha letto un manoscritto del romanzo quando non era ancora stato pubblicato e non era ancora il mega successo che ora è in tutto il mondo. Era solo un romanzo che un autore più o meno noto aveva scritto, ma non era il grande best seller spagnolo del secolo” ricorda lo scrittore.
“Amaya e io ci siamo chiesti: ‘Come possiamo portare questo romanzo sullo schermo?’. La strada è stata lunga. E durante quel periodo, mentre il romanzo cresceva e cresceva, abbiamo ricevuto 43 richieste da diversi produttori, piattaforme e televisioni per portarlo sullo schermo, sia sotto forma di film che di serie. Ma, curiosamente, l’unica che non ci ha chiamato è stata Prime Video, alla quale siamo andati a dire che ci sarebbe piaciuto fare questa cosa insieme. E la loro reazione, curiosamente, è stata: “Ok, ma vogliamo che tu sia presente”. Che è la prima regola da non trasgredire dell’adattamento audiovisivo, cioè rimuovere lo scrittore il prima possibile. Ebbene, loro l’hanno trasgredita e da allora li ho accompagnati, sempre un passo indietro, ma sempre disposti a collaborare insieme, con ciascuno dei dipartimenti quando hanno avuto bisogno di me”.
“E la verità è che ho la sensazione che questa sia la prima superproduzione della storia realizzata per una sola persona. Non c’è un algoritmo qui”, continua Gómez-Jurado. “Ci sono state 500 persone che hanno lavorato per 6 mesi di riprese, 7 mesi di post-produzione, realizzando una serie che mi piacesse. E la verità è che è stato bellissimo, lo adoro”.
Madrid, tra colori e ombre
Co-protagonista del racconto Madrid che fa da sfondo all’indagine di Antonia e Jon. “Per poter parlare della Madrid oscura del sottosuolo, abbiamo dovuto dare colore a quella di sopra. Volevamo che la città fosse visivamente molto colorata, con molta vita. Il 90% dell’anno a Madrid il cielo è blu. Non volevamo fare il classico thriller nordico nei toni del verde o del blu, ma parlare di una città che è molto vivace e che, per contrasto, ha anche vita nel sottosuolo” racconta Serra.
“E per poter giocare con questo contrasto tutto quello che abbiamo dato alla luce nella parte superiore, lo abbiamo tolto nella parte inferiore. Ed è vero anche che Madrid è piena di tunnel nel sottosuolo. Abbiamo deciso di raccontare una città reale mettendo alcuni personaggi che fanno cose straordinarie in un contesto che lo spettatore può comprendere da vicino. Ed è per questo che abbiamo avuto l’idea di concederci il lusso di poter fare un thriller con un colore più vicino a quello di un film di Hitchcock. Cercavamo qualcosa che il pubblico potesse capire come qualcosa di reale, felice, vivo”.
Regina Rossa, tra aspettative ed egoismo
In testa alle classifiche dei libri più venduti e tradotto in 40 Paesi, Regina Rossa è un romanzo amato in ogni angolo del mondo. “La grande scommessa era: o vengo incoronato Re Rosso o la mia carriera è finita, perché ci sono così tante persone che aspettano questo momento” scherza il regista. “Ma siamo molto contenti perché le prime reazioni delle persone che sono molto fan del romanzo sono state super positive. Amano i personaggi. Jon e Antonia sono Jon e Antonia. Il tono, lo spirito, è quello del romanzo. E da questo punto di vista sono molto tranquillo, perché credo che abbiamo raggiunto l’obiettivo”.
“Quando creo una storia, sono straordinariamente egoista”, afferma l’autore. “Perché non ho mai pensato per chi stavo scrivendo la storia. Ho pensato solo che il romanzo doveva piacermi. È così per ogni cosa che faccio. Non ho mai pensato di dover scrivere per 2 milioni di persone, perché sarebbe stato impossibile. Impossibile. Come si fa a parlare con 2 milioni di persone per strada? Quello che potevo fare era scrivere alla mia Antonia e al mio Jon. E quando hanno iniziato a lavorare alla serie, hanno preso la stessa decisione”.
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