Clayton Neuman: “Abbiamo nuovi videogiochi di The Walking Dead in produzione”

"Continueremo a realizzare esperienze interattive attraversando i generi e le piattaforme", dichiara a THR Roma l'head of franchise di Amc, dopo l'uscita di una partnership tra l'emittente e Call of Duty. "La nuova serie spin-off? Una storia d'amore con toni epici"

“Abbiamo un paio di progetti divertenti che bollono in pentola sul fronte videogiochi,” racconta a The Hollywood Reporter Roma l’head of franchise di The Walking Dead alla Amc Clayton Neuman, senza sbilanciarsi troppo. “Oltre alla collaborazione con Call of Duty, abbiamo alcuni nuovi titoli stand alone in produzione”.

“Il nostro obiettivo,” continua Neuman, “è di continuare a realizzare esperienze interattive attraversando tutti i generi e le piattaforme”. In passato, infatti, il franchise zombesco di The Walking Dead (tratto dal fumetto di Robert Kirman e Tony Moore e poi diventato serie di grande successo nel 2010) ha già incontrato i videogiochi con incursioni molto apprezzate dal pubblico, soprattutto con la licenza di Skybound.

Nel 2012 è infatti uscita la serie realizzata da Telltale, un’avventura grafica deliziosa e di grande intrattenimento, e poi – nel 2020–è arrivato anche il successo per la realtà virtuale di Saints & Sinners. Con la licenza Amc, lato videogiochi, The Walking Dead è stato trasposto nel videogioco mobile No Man’s Land del 2015, e poi nello sparatutto The Walking Dead: Destinies, uscito su tutte le piattaforme a novembre 2023. E – a questo punto – c’è da aspettarsi altro.

Sulla nuova serie, The One Who Lives, che debutterà il 25 febbraio negli Stati Uniti, Neuman afferma che avrà un tono “epico”. E continua:  “Un elemento che credo sia unico di questa nuova produzione è che è una storia d’amore molto intima, e mostra come sia il personaggio di Rick sia quello di Michonne siano forti e potenti tanto da soli quanto insieme, diventando inarrestabili”.

Call of Duty e The Walking Dead

Amc sta esplorando la via del videogioco non soltanto per espandere il franchise, ma anche per pura e semplice pubblicità. La collaborazione con Call of Duty ne è la dimostrazione, il titolo di guerra moderna di Activision negli ultimi tempi è diventato una piattaforma molto utilizzata dai reparti marketing per la promozione del proprio film, attraverso collaborazioni in gioco, cioè integrando i personaggi del film e della serie all’interno dell’esperienza. Una strategia utilizzata anche dalla Marvel su Fortnite.

In Call of Duty hanno fatto il loro ingresso come personaggi giocabili Paul Atreides (Timothée Chalamet) e Feyd-Rautha Harkonnen (Austin Butler), direttamente dall’universo di Dune: Parte Due di Denis Villeneuve. Nel caso di The Walking Dead è invece il turno dei due protagonisti Rick Grimes (Andrew Lincoln) e Michonne Hawthorne (Danai Gurira).

Neuman, spiegando il dietro le quinte della “digitalizzazione” di Lincoln e Gurira, ha raccontato a THR Roma che è stato necessario pensare anche a come realizzare il loro avatar, cercando di riportare la caratterizzazione originale dei personaggi nel contesto di multigiocatore di Call of Duty. “Abbiamo parlato con Activision e Sledgehammer di come Rick sia una sorta di Gary Cooper stoico, con un forte compasso morale, e di come Michonne sia una feroce guerriera”, spiega l’head of franchise di Amc.

“Nella discussione abbiamo anche parlato di quali oggetti li rappresentano di più, e che per loro hanno un significato. Elementi visti qua e là nella serie”, continua Neuman. “E anche quali armi li rappresentano di più e quali no, gli abiti e i dialoghi che recitano”.

Digitalizzare gli attori

Per la digitalizzazione degli attori attraverso tecnologie di scannerizzazione tridimensionale, il direttore artistico dei contenuti a Sledgehammer Games Jon Riva ha spiegato a THR Roma che nei loro studi hanno “un palco centrale dove portiamo gli attori”. “Questi si siedono in una stanza con migliaia di macchine fotografiche, vengono completamente fotografati e poi gli facciamo le loro battute e varie espressioni facciali”.

Successivamente, continua Riva, “inseriamo queste cose nel personaggio, nell’avatar, i capelli, i costumi, il corpo, tutto questo viene creato internamente. Ma non è, non è necessariamente fatto nello stesso momento. Quindi il processo di realizzazione della testa è separato da quello del corpo”.

Tutto il lavoro, come spiega il direttore artistico a THR Roma, occupa circa 6 settimane contando sia le scannerizzazioni sia il lavoro di pulizia del personaggio, del cosiddetto polishing. Tutto questo va poi inserito all’interno del contesto di Call of Duty e nel suo gameplay, poiché non tutti gli elementi dei due personaggi chiave di The Walking Dead era già presente all’interno del gioco e quindi pensato dagli stessi sviluppatori.

“La spada di Michonne”, aggiunge Riva, “era importante per il suo personaggio, ma nel nostro gameplay non abbiamo una spada”. “Quindi è sulla schiena. È parte delle sue animazioni e del duello. Per l’iconica pistola Colt di Rick, invece, anche quella non l’avevamo nel nostro gioco”. E conclude: “Purtroppo siamo limitati in quello che possiamo fare, ma abbiamo cercato di avvicinarci il più possibile a quello che volevamo rappresentare, cercando di catturare l’essenza del personaggio”.