Polemiche per la Fiera dell’editoria di Francoforte dopo il no dell’Italia a Saviano. Sandro Veronesi: “Ragioni balorde e ridicole”

Lo scrittore napoletano non è stato invitato nella delegazione italiana che sarà presente alla Buchmesse. Tra gli scrittori che non parteciperanno in segno di solidarietà anche Francesco Piccolo e Pietro Giordano

Quest’anno l’Italia è ospite d’onore al Festival dell’editoria di Francoforte, ma il capo della delegazione Mario Mazza ha detto “no” alla partecipazione di Roberto Saviano. La formale esclusione dell’autore, che parteciperà comunque all’evento su invito della Germania, ha scatenato diverse polemiche nel mondo della cultura italiana, generando a cascata una serie di rifiuti a prendere parte all’evento.

Si parte con Sandro Veronesi, che ha fatto sapere con una nota la sua decisione a non andare alla buchmesse dedicata all’editoria. “Le ragioni balorde e ridicole con cui il commissario Mazza ha giustificato l’esclusione di Roberto Saviano non mi permettono di accettare l’invito che ho ricevuto”, ha scritto Veronesi. “Continua questa pratica di ingerenza del presidente del consiglio e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata da ‘putiniana ipocrisia’, su decisioni che non devono seguire logiche politiche. Se si renderà necessario per il mio lavoro andrò a Francoforte privatamente”.

Anche gli scrittori Paolo Giordano e Francesco Piccolo, oltre al poeta Franco Buffoni, hanno fatto sapere che non hanno intenzione di unirsi alla delegazione italiana a Francoforte. Incerta è poi la presenza di Antonio Scurati, dopo la censura del suo monologo antifascista per il 25 aprile. Mazza sostiene infatti che lo scrittore ha “preferito non esserci”, mentre Scurati stesso specifica che ho rifiutato l’invito del commissario governativo mesi fa perché non intendo far parte di questa delegazione. Ma ci sarò, invitato dagli editori tedeschi”.

I commenti sul caso Saviano

Secondo lo scrittore Paolo Giordano, l’esclusione di Saviano (motivata dal capo della delegazione come una scelta per “dare voce a chi finora non l’ha avuta”) è stata dettata da criteri del tutto politici. “Purtroppo Roberto è diventato una cartina al tornasole di certi criteri politici di inclusione ed esclusione. Inaccettabili nella cultura”, ha scritto su X Giordano. “Non è solo una questione politica, ma di banale opportunità: credo che Roberto sia l’unico di noi ad aver parlato all’Accademia di Svezia. Come si può anche solo pensare di non invitarlo in una delegazione italiana?”.

Tra i nomi previsti dalla delegazione, i tre testimonial Susanna Tamaro, Stefano Zecchi e Carlo Rovelli. In più, Alessandro Baricco, Emanuele Trevi, Rosella Postorino, Paolo Rumiz, Valeria Parrella e Melania Mazzucco. Ma anche Daniele Mencarelli, Marco Missiroli, Erri De Luca, Paolo Cognetti, sono presenti in lista. Con loro, Gianrico Carofiglio, Silvia Avallone, Pietrangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani. Lo stesso Veneziani ha commentato: “Non saprei giudicare con l’accetta la scelta di non invitare Saviano e la reazione di Veronesi. Ma l’unica cosa che noto in generale è la presenza incombente del partito degli intellettuali che include alcuni ed esclude altri. Nello specifico si poteva anche invitare Saviano, di cui non ho un grande giudizio, considerando il fattore della popolarità e della notorietà”.

Sul tema si è espressa anche Elly Schlein, esprimendo solidarietà verso Saviano e commentando il clima inaccettabile “verso gli intellettuali e gli scrittori di questo Paese”.