Roberto Costantini, ospite a Giallo Limoncello: “I servizi segreti italiani spesso sono bistrattati, nei miei ultimi libri spy racconto un’altra storia”

Da Tu sei il male a Cenere alla cenere: “Cattleya ha appena acquisito i diritti, la mia seconda protagonista Aba Abate è più in linea con quello che si può mandare in televisione”. A Roma all'enoteca Trimani l’ultimo appuntamento di questa edizione della rassegna di presentazioni di libri gialli (con menù abbinato)

Su un aereo c’è una piccola valigia gonfia di carte, a portarla un uomo, austero, ben vestito, nella posa di chi viaggia per lavoro. Nelle ore passate sul sedile scrive e riscrive, senza sosta riempie d’inchiostro fogli e foglietti. Miglia dopo miglia, tratta dopo tratta, fa sempre più fatica a infilarli nelle tasche della valigia, tra poco non ci entreranno più. Potrebbe essere una spia, un agente segreto che prende appunti sui suoi nuovi obiettivi, le prossime mosse, i lucidi calcoli. Oppure è un consulente d’azienda che fantastica su trame e personaggi in giro per i mondi che vede fuori dal finestrino. Proprio così, infatti, è nata una trilogia di oltre ventimila pagine. Roberto Costantini, ingegnere e consulente d’azienda, ora dirigente alla Luiss Guido Carli, proprio così è diventato scrittore. Quella sua valigia da viaggio già ospitava le avventure di Michele Balistreri, protagonista del suo primo romanzo Tu sei il male, cui ne sono seguiti altri due Le radici del male e Il male non dimentica.

Ospite della rassegna Nero di Seppia & Giallo Limoncello, serie di cene letterarie create dalla giornalista e scrittrice Federica Fantozzi insieme alla liquorista Micaela Pallini nella storica enoteca di Carla Trimani a Roma, l’autore ha presentato un altro libro, Cenere alla cenere (Longanesi), che ha come protagonista un altro personaggio. Qui la protagonista è davvero una spia, con una doppia vita, quella di Aba Abate, impiegata ministeriale, e quella di Ice, agente segreto. Un po’ come Roberto Costantini, che in sé ha l’anima dell’ingegnere, del consulente, del papà, dello scrittore e del divoratore di gialli. “Da bambino leggevo tantissimi gialli, a sedici anni avevo letto già tutta l’opera di Agatha Christie”.

L’evento della rassegna con Roberto Costantini

Da Tu sei il male a Cenere alla cenere

Il protagonista della trilogia del male, racconta Costantini, “è un personaggio scritto con intento provocatorio”. Nato in Libia negli anni ’50 – come il suo autore, nato a Tripoli – con un’adolescenza violenta, arriva in Italia e fa carriera in polizia. Maschilista, un passato nel movimento Ordine Nuovo e idee di estrema destra. “Un antipersonaggio rispetto allo standard, soprattutto del pubblico italiano”, spiega lui aggiungendo che una fiction tratta da Tu sei il male sarebbe impossibile per questi motivi. “A Hollywood invece la HBO rispose in modo positivo, solo che volevano un protagonista statunitense e io non potevo cambiare Michele Balistreri e tantomeno tutto il resto, come i rapporti tra Italia e Libia”.

Aba invece è una madre di famiglia e una spia, come nella serie The Americans. “Per tanti anni come agente segreto lei è stata dietro a un computer ad analizzare dei dati, all’improvviso deve andare sul campo, questo provocherà una serie di eventi particolari”. Aba Abate è molto diversa dal primo personaggio di Costantini. Ha un marito mansueto, non curioso, tranquillo, e due figli “nella fase appena finita della guerra 15-18”, un’espressione che nel romanzo indica il tipico rapporto conflittuale genitori-figli. Tanto che “vent’anni da spia non valgono quanto essere madre di due adolescenti”. Di questo ciclo di libri, annuncia Costantini, “Cattleya ha appena acquisito i diritti quindi probabilmente prima o poi si farà”. Un personaggio, agli antipodi del primo, “sicuramente molto più digeribile per la televisione italiana”.

Professione spia

Ventiquattrore, cappello, occhiali scuri, tachicardia, treni e aerei. Anche l’agente segreto ha un prototipo. E ogni Paese ha il suo. Costantini pensa che ci sia una disparità di trattamento tra come sono trattati gli agenti segreti nei romanzi italiani e come lo sono invece altrove. “Come se fossimo molto più capaci a svalutare quello che abbiamo. Nei primi anni Duemila avevamo due delle   più grandi aziende di telefonia mobile in Europa che Tim e Omnitel, adesso nessuna. È lo stesso con James Bond. Certo, ci appassiona tutti ma è un fumetto. Anzi, chi è informato sa che i servizi segreti inglesi sono tra i peggiori. Eppure, hanno 007”. I servizi segreti italiani invece “spesso sono stati deviati”, ma si capisce che per Costantini limitarsi a questa descrizione è ingeneroso. “Diciamo che non ben rappresentati”.

Passando dalla scrittura di un personaggio impegnato nella polizia a uno impegnato nei servizi segreti Costantini si è accorto inoltre di una differenza fondamentale tra i due tipi di autorità. “Mentre i successi di polizia e carabinieri si possono celebrare, per i servizi non è così. Possono essere celebrati solo gli insuccessi. Ma in realtà il loro lavoro, segreto, in silenzio, nell’ombra, è fondamentale per proteggere gli interessi del nostro paese”.