Chiuso il processo a Kevin Spacey, a breve il verdetto. L’avvocato: “Bersaglio facile per la cancel culture”

Dopo quattro settimane i capi d'imputazione per il premio Oscar sono scesi da 12 a 9, ma resta in piedi l'accusa più grave, quella per "aver indotto una persona a un rapporto sessuale completo senza consenso". Il verdetto finale, adesso, è nelle mani della giuria

Di THR ROMA

L’avvocato di Kevin Spacey, che ha difeso a Londra l’attore nel corso del processo penale a suo carico, ha sostenuto che delle quattro persone che lo hanno accusato, tre mentivano e la quarta era ubriaca.

Patrick Gibbs ha parlato così nella sua arringa finale, giovedì al Southwark Crown Court, chiudendo un processo durato quattro settimane. Si attende adesso il verdetto della giuria.

In un discorso che alludeva a “fama, vergogna, denaro e memoria”, Gibbs ha detto ai giurati che “non è un crimine amare il sesso, anche se si è famosi. Non è un crimine fare sesso, anche se si è famosi. Non è un crimine fare sesso occasionale”, riporta Ireland Live. Ha poi concluso: “E non è un crimine fare sesso con qualcuno dello stesso sesso, perché siamo nel 2023 e non nel 1823”.

Gibbs ha detto che sarebbe stato facile gettare fango su Spacey, “un omosessuale che non si era dichiarato pubblicamente, anche se tutti nell’ambiente lo sapevano”, aggiungendo che il suo assistito avrebbe solo voluto essere “una persona normale. E per molto tempo lo è stato. Beveva e fumava erba, chiacchierando con i ragazzi da cui era attratto”.

Gibbs ha detto: “Non è la nostra vita, non è la vostra. La sua è una vita diversa. Una vita che lo ha reso un bersaglio facile, nel momento in cui internet gli si è rivoltato contro processandolo sui social media”.

Senza nominarli direttamente, Gibbs ha ringraziato Elton John e David Furnish, che hanno testimoniato all’inizio della settimana in collegamento video da Monaco, ricordando che la loro decisione avrebbe potuto scatenare “l’ira di internet. Invece loro si sono schierati con forza in difesa di un uomo vittima della cancel culture globale”.

Nel discorso conclusivo, il procuratore capo Christine Agnew ha invece ricordato ai giurati che un caso come questo ha a che fare con “il potere e l’abuso di potere”.

Il procuratore ha contestato le dichiarazioni della difesa, secondo cui le accusatrici di Spacey sarebbero state motivate dal denaro, affermando che il processo sarebbe il risultato del suo “comportamento aggressivo, ossessivo e intimidatorio”. In quanto “attore amato e popolare”, Spacey sarebbe stato “abituato a fare a modo suo”. Il suo comportamento, secondo Agnew, avrebbe fatto sentire le sue accusatrici “insignificanti. Le ha sminuite, le ha umiliate”.

Su Spacey, 63 anni, pesano nove accuse formulate da quattro uomini diversi, datate tra il 2001 e il 2013, periodo in cui viveva e lavorava a Londra.

All’inizio del processo i capi d’accusa erano 12, cui si è aggiunta in seguito un’ulteriore accusa di aggressione sessuale. Tuttavia, mercoledì, quattro capi d’accusa sono stati ritirati a causa di un “cavillo legale”. Ma l’accusa più grave, cioè quella di aver indotto una persona a un rapporto sessuale completo senza consenso, rimane. E comporterebbe, se confermata, la pena massima dell’ergastolo.