Sean Penn racconta come un doc “spensierato” sul presidente dell’Ucraina sia diventato un film di guerra

L'attore ha spiegato cosa lo abbia spinto a tornare sette volte nella nazione invasa dalla Russia per il suo progetto Superpower, che sarà disponibile in streaming da lunedì 18 settembre su Paramount+

Sean Penn ha raccontato che in origine, Superpower, il suo documentario sull’Ucraina, diretto con Aaron Kaufman, doveva essere un ritratto “spensierato” di Volodymyr Zelensky e del suo percorso da attore a presidente. Sarebbe stata l’invasione alla nazione all’inizio del 2022 da parte della Russia a spingerlo a girare un film di guerra.

In un’apparizione su CBS Mornings di mercoledì 13 settembre, Penn ha rivelato il processo di questo cambiamento, spiegando il ruolo che i ritardi, compresa la pandemia Covid, hanno avuto nel plasmare il film.

Penn ha ricordato di aver incontrato Zelensky su Zoom, “molto prima che si parlasse dell’invasione russa”, quando il presidente ucraino era al centro delle cronache per il suo ruolo nella “controversa telefonata”, come l’ha definita Penn, che alla fine ha portato al primo impeachment dell’allora presidente Donald Trump.

“Poi c’è stato il Covid, che ha ritardato l’inizio della produzione”, ha ricordato il regista. “Quando siamo arrivati lì, nel novembre 2021, le cose si stavano scaldando. Poi è successo qualcosa che ha reso impossibile incontrare il presidente. E io gli avevo sempre detto che non volevo che accettasse di partecipare al documentario finché non fossimo riusciti ad incontrarci di persona senza telecamere. Pensavo che fosse un modo migliore per valutare le cose per me e anche per lui. Volevo che non fosse sorvegliato se dovevamo farlo”.

Le riprese e l’inizio del conflitto

I due si sono finalmente incontrati di persona, senza telecamere, il 23 febbraio 2022, per quello che Penn ha definito “un ottimo incontro”, durante il quale presidente e regista hanno concordato di iniziare le riprese il giorno successivo. Quella notte, però, iniziò l’invasione russa.  Ma Zelensky era ancora disposto a girare il film.

“In tarda mattinata abbiamo ricevuto una telefonata dall’ufficio del presidente, che nonostante tutto aveva intenzione di onorare il nostro accordo e iniziare a girare quel giorno”, ha raccontato Sean Penn. Alla domanda della co-conduttrice di CBS Mornings Gayle King sul perché Zelensky fosse ancora disposto a documentare ciò che stava accadendo, il regista ha risposto: “Penso che lui capisca che in questo nuovo mondo la guerra si combatte anche con la comunicazione su più livelli”.

Penn ha finito per visitare l’Ucraina sette volte. A tal proposito, il co-conduttore Tony Dokoupil si è domandato perché l’attore fosse disposto a mettersi in pericolo con i suoi frequenti viaggi in una zona di guerra. “Sono molto curioso. Non sono un esperto di nulla, ma come tutti, posso farmi un’idea delle cose quando sono presente. Ho il lusso di poter viaggiare a piacimento nella maggior parte dei casi, e ho un volto famoso che mi permette di avere accesso a persone e luoghi che altrimenti non potrei raggiungere”, ha spiegato Penn, prima di aggiungere di essersi sentito ispirato dall’unità comunitaria vista in Ucraina.

Penn spera che Superpower, in streaming su Paramount+ da lunedì 18 settembre, possa fornire “un contesto agli americani seduti al tavolo della cucina. Per capire che ciò che accade in Ucraina riguarderà anche noi, e che non si riduce tutto a: ‘Oh, stiamo mettendo i soldi in un altro paese’. No, è un grande investimento nel nostro futuro e nel futuro della democrazia”.

Potete vedere l’intervista completa di Penn qui sotto.

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga