Nel posto giusto: il cortometraggio con Giorgio Panariello e Vanessa Incontrada sulla fine di un amore

La regia e la sceneggiatura sono di Siddhartha Prestinari. Che afferma: "Credo fermamente che in ogni situazione, per quanto dolorosa possa essere, l’uomo si trova sempre dove deve essere"

Di THR ROMA

Il cortometraggio Nel posto giusto, con Giorgio Panariello e Vanessa Incontrada, è quasi pronto. Scritto e diretto da Siddhartha Prestinari, il film ha infatti terminato la fase di post-produzione.

“Nasce dall’idea di realizzare un prodotto in grado di offrire un altro punto di vista, differente da quello che viene proposto abitualmente”, dichiara il produttore Giacomo Silvestri. “Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato subito che in quel racconto ci potesse essere un significato più profondo, intrinseco, era un incontro di coscienze.”

Silvestri aggiunge che l’intento di Loreb Production è quello di “analizzare quelle azioni e quei momenti semplici, di vita quotidiana, da un’altra prospettiva, magari quella che tanti vivono e che nessuno ha mai mostrato.” L’obiettivo, insomma, è toccare le corde più intime degli spettatori, accompagnandoli in un viaggio emozionale che li faccia sentire meno soli, poiché “alla fine saremo sempre simile a qualcun altro”.

Il cortometraggio, realizzato da Nativa, ha ricevuto il patrocinio e il contributo del Comune di Follonica. La fotografia è curata da Roberto Ratti, il montaggio da Davide Olivastri, mentre le musiche sono opera di Luca Tomassini “Jontom” e Lorenzo Orlando. Il brano originale Nel posto giusto è interpretato da Arianna Bergamaschi.

La trama di Nel posto giusto

Nel posto giusto narra la fine di una storia d’amore attraverso una lunga e intensa telefonata. Livia (Vanessa Incontrada), vaga nel suo appartamento, mentre il protagonista maschile, Eugenio (Giorgio Panariello), cammina per le strade della città, incontrando conoscenti invadenti e piccoli imprevisti.

Il dialogo tra i due è sofferto e reso difficile dai loro diversi modi di affrontare la sofferenza, ma al tempo stesso è intriso di un’ironia tragicomica. Le incomprensioni del rapporto ormai al capolinea sono accentuate da un etere che gioca col destino, intervenendo con assenze di campo e batterie del cellulare che segnano l’ultima tacca.

Secondo Prestinari, “siamo tutti uguali eppur diversi, tutti prigionieri delle stesse paure, delle stesse debolezze. In questa breve storia d’amore volevo raccontare la fragilità dell’uomo che inciampa sempre negli stessi errori e troppo spesso si dimentica che esiste sempre una via d’uscita e che la vita offre mille spunti per guardarsi dentro e imparare a lasciare andare”. E aggiunge: “Credo fermamente che in ogni situazione, per quanto dolorosa possa essere, l’uomo si trova sempre nel posto giusto”.