Gli studios chiedono una mediazione nelle tese trattative con la SAG-AFTRA

La decisione dell'AMPTP fa seguito alle telefonate di lunedì con dirigenti di alto livello, tra cui Ted Sarandos, David Zaslav, Dana Walden e Alan Bergman, oltre ad alcuni consulenti legali

L’Alliance of Motion Picture and Television Producers chiede un aiuto federale per le trattative in corso con il più grande sindacato di Hollywood. Il gruppo, che contratta con i sindacati per conto di studios e piattaforme streaming, ha chiesto ai facilitatori del Federal Mediation & Conciliation Service di intervenire nelle trattative in corso con il sindacato degli artisti SAG-AFTRA.

Secondo alcuni addetti ai lavori, la decisione fa seguito alle telefonate di lunedì sera con dirigenti aziendali di alto livello, tra cui il co-CEO di Netflix Ted Sarandos, il capo della Warner Bros. David Zaslav, i co-presidenti della Disney Entertainment Dana Walden e Alan Bergman, i dirigenti della Paramount e della Apple e alcuni consulenti legali delle società.

I facilitatori potrebbero essere coinvolti solo nel caso in cui anche la SAG-AFTRA richiedesse l’aiuto dell’agenzia federale nelle trattative. “La mediazione nelle contrattazioni collettive è un processo volontario in cui una terza parte neutrale assiste i lavoratori e i datori di lavoro nel raggiungimento di un accordo su un contratto collettivo negoziato”, si legge sul sito web del FCMS. The Hollywood Reporter ha contattato la SAG-AFTRA e il FMCS per un commento. Variety è stato il primo a riportare la notizia.

La mossa sembra essere un ultimo disperato tentativo, a poche ore dalla scadenza del pacchetto contrattuale SAG-AFTRA per il settore televisivo e cinematografico, di salvare e/o estendere le trattative prima della loro conclusione, prevista per mercoledì 12 luglio alle 23:59. Dopo tale data, la SAG-AFTRA potrà indire uno sciopero contro le società cinematografiche e televisive, dato che quasi l’98% dei membri votanti del sindacato ha autorizzato uno sciopero a giugno.

Uno sciopero infliggerebbe un duro colpo alle aziende, già provate dallo sciopero della Writers Guild of America in corso, che ha ridotto in modo significativo il numero di produzioni fisiche a New York e Los Angeles. Se gli attori e i performer dovessero astenersi dal lavoro, tutta la produzione fisica verrebbe sostanzialmente interrotta. Anche le campagne promozionali per i prossimi progetti e per gli Emmy, oltre alle apparizioni delle star ai festival cinematografici e al Comi-Con, sarebbero probabilmente a rischio.

La SAG-AFTRA e l’AMPTP, pare, non ha ancora raggiunto un compromesso su diverse questioni chiave. Nel corso di questa trattativa, la SAG-AFTRA ha dato priorità a un aumento generale dei compensi, a una revisione dei compensi per i diritti residuali per lo streaming e a una regolamentazione sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa, oltre a una serie di altre questioni chiave. Gli studios e le piattaforme, nel frattempo, stanno cercando di contenere i costi in un periodo in cui si deve stringere la cinghia.

Durante lo sciopero degli sceneggiatori del 2007-2008, la Writers Guild of America e l’AMPTP avevano concordato l’intervento di mediatori federali prima ancora dell’inizio dello sciopero. Alla fine, lo sciopero si era concluso grazie a una combinazione di fattori, tra cui un accordo con la Directors Guild of America in cui si era contribuito a fornire un modello per il patto degli sceneggiatori e l’intervento di vari agenti e avvocati con buoni contatti, che hanno portato collettivamente a scongelare le relazioni tra i lavoratori e i datori di lavoro.

In generale, i mediatori federali lavorano principalmente per guidare i colloqui e appianare i conflitti, non per decidere il linguaggio dei contratti. Come si legge sul sito del FCMS, “il mediatore non ha l’autorità per imporre un accordo o determinare i termini di un contratto”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga