Amadeus a Warner Bros. Discovery: accordo quadriennale con due programmi prime time sul Nove già in autunno

"Uno dei volti più amati della televisione italiana, showman, conduttore, dj, protagonista indiscusso ormai da anni del preserale", scrive in una nota il gruppo che fa sempre più concorrenza alla Rai. L'attacco dell'ex dg Saccà: "Se si va avanti così l'emittente pubblica è morta"

Di THR ROMA

È ufficiale: Amadeus entra nella squadra dei talenti di Warner Bros. Discovery con un accordo della durata di quattro anni. Il conduttore debutterà già dal prossimo autunno sul Nove, canale generalista di punta del gruppo, e collaborerà attivamente con il senior management nello sviluppo di nuovi formati di intrattenimento per tutte le piattaforme di WBD, si legge nella nota diffusa dal gruppo. “Sulla base di questo accordo, nel corso della stagione televisiva, Amadeus condurrà sul Nove un programma di access prime time e due di prime time. Nei prossimi mesi saranno annunciati i dettagli dei progetti che lo vedranno protagonista”.

Warner Bros. Discovery, “dopo un 2023 senza precedenti e un inizio 2024 ancora più promettente, segna un nuovo clamoroso colpo nel mondo dell’intrattenimento televisivo. Amadeus – sottolinea una nota del gruppo – uno dei volti più amati della televisione italiana, showman, conduttore, dj, protagonista indiscusso ormai da anni del preserale, dell’access prime time e del prime time, direttore artistico dei record per i suoi Festival di Sanremo, entrerà nella squadra dei talenti targata Warner Bros. Discovery, una delle principali media company a livello mondiale”.

La notizia è già stata commentata da Agostino Saccà, ex dirigente Rai, che non è cauto: “Sì, sta nascendo davvero il terzo polo televisivo”, dunque “se si va avanti così la Rai è morta”. Saccà, alla Rai dal 1976 al 2007 è stato vicedirettore di Rai2, direttore di Rai1, direttore generale e capo della fiction, in un’intervista a Repubblica ha condiviso quindi le sue riflessioni. “L’obiettivo finale è costruire una rete generalista, forte, che raggiunga di media il 9, 10% di share. Ci arriveranno in due o tre anni. Hanno risorse finanziarie, il prodotto, competenze editoriali e nessun intralcio burocratico. Si sono presi una bella ala che è Crozza, poi un’altra ala straordinaria che è Fazio, ora Amadeus, centrocampo di sfondamento sulla generalista”.

Secondo l’ex dirigente Rai la cosiddetta TeleMeloni non ha influito sull’addio di Amadeus. “Quasi niente. Amadeus, da autore, troverà i format. Non si sarebbe mosso se la Rai avesse avuto modo di decidere. E non poteva produrre”. Al servizio pubblico mancano prima di tutto “le risorse. Non hanno aumentato il canone per 12 anni, i vertici amano l’azienda, stimo Giampaolo Rossi. Il canone in Germania e in Inghilterra è più del doppio di quello italiano”, conclude. “Tutto il daytime della Rai costa 90 milioni. Discovery ha messo sul piatto 100 milioni in quattro anni su una persona. Se si va avanti così la Rai è morta. Non si possono spendere neanche duemila euro”.

(Ansa)