Antonio Scurati risponde a Meloni dopo il monologo censurato: “Questa è una violenza”. L’ad Sergio: “Chi ha sbagliato paghi”

"Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso"

Di THR ROMA

Antonio Scurati replica alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva giustificato l’eliminazione del suo monologo dalla Rai parlando di compenso: “Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”.

Lo scrittore della trilogia M avrebbe dovuto partecipare al programma Che sarà di Serena Bortone su Rai3 la sera del 20 aprile con un monologo sul 25 aprile ma a meno di 24 ore di distanza dalla trasmissione la conduttrice aveva annunciato, non senza sgomento e preoccupazione, di aver appreso della cancellazione del suo intervento.

La notizia ha generato un fuoco di polemiche tra le opposizioni, dal Pd a Matteo Renzi, che hanno accusato il governo Meloni di censura. Si sono rincorse versioni diverse sul motivo della non partecipazione, da motivi legali a questioni economiche (come quelle cui ha fatto riferimento la premier). Meloni aveva poi pubblicato sulla sua pagina Facebook il discorso di Scurati aggiungendo una nota sul suo compenso.

“Lei stessa riconosce di non sapere “quale sia la verità” sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno”, ha proseguito Scurati sulle pagine di Repubblica.

Le parole dell’ad della Rai

La conduttrice Bortone ha letto il discorso di Scurati durante la trasmissione, così anche in altri programmi, come In altre parole, in onda su La 7, in cui il conduttore Massimo Gramellini e il cantautore Roberto Vecchioni hanno letto il monologo.

“Da settimane la Rai è vittima di una guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla”. Queste le parole dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, in un colloquio con La Stampa. E proprio su questo l’ad annuncia che “quello che è accaduto non può finire qui” e che “ho chiesto una relazione, saranno presi provvedimenti drastici”. Infatti secondo Sergio è “surreale, surreale come sia potuto accadere, è necessario approfondire e dare risposte. Chi ha sbagliato paga”.

Del monologo censurato “nessuno mi ha informato. Ho appreso del caso Scurati – racconta – dal post che la giornalista Serena Bortone ha pubblicato sui profili social. Si doveva agire diversamente. Possiamo anche discutere sulla richiesta di mille e 800 euro per un minuto in trasmissione, se fosse esagerata o meno o non compatibile con gli standard Rai, e quindi anche eticamente inaccettabile, ma certamente non lo avrei censurato”.

Infine sulle possibili ingerenze politiche da parte della politica l’ad Rai assicura che “io non ho mai ricevuto interventi o telefonate dalla maggioranza di governo per condizionare scelte su programmi, conduttori o argomenti di qualunque genere”.