X Factor 2023: le pagelle del primo live, da un Morgan insopportabile al ballottaggio a sorpresa, si parte bene

Castoldi perde la testa (o fa finta di farlo) e manda al macello gli Animaux Fomidables, arriva una grande novità di regolamento - il ripescaggio di uno degli eliminati all'home visit - e come sempre al primo live impera il buonismo. Oggi ospite Laura Pausini, prossima settimana Elodie

Era qualche anno che non si vedeva una prima puntata così calda, una festa per le pagelle di X Factor. Dall’annuncio del ballottaggio tra quattro eliminati degli home visit fino al Morgan furioso, passando per Fedez che fa addirittura una battuta – che gli costerà l’impossibilità di rientrare a casa almeno per una notte – succede un po’ di tutto. Come sempre, però, i giudici iniziano annegando nel buonismo, tanto da stroncare solo gli eliminati “annunciati”.

Avvertenza: le pagelle potrebbero essere viziate dal fatto che da quando è stata annunciata Elodie per giovedì prossimo l’estensore ha perso completamente la lucidità.

Il solito Dandy e Angelica Bove 10

Due dieci. Uno perché come fai.a non darlo per l’ennesima volta a lei, che canta Nothing Compares 2 U in quella maniera, fregandosene del confronto, perché gioca nello stesso campionato? Cosa si può dire di questa ragazza senza che sembri una dichiarazione d’amore senza se e senza ma? L’unica paura è che fa apparire così facili le cose difficili che le aspettative potrebbero alzarsi a dismisura e non permetterle alcuna defaillance o, peggio, potrebbero finire per farla dare per scontata. Ma ci saremo sempre noi a ricordare a tutti che fenomeno sia.

Il solito Dandy fa la cosa più bella di tutta la serata, un Battiato Brel che è cantautorato di classe, è teatro canzone, è occupare il palco in ogni suo centimetro rimanendo fermo, in penombra, con la solita forza del graffio tragico e possente della propria voce. Chi scrive non ci ha creduto granché in questo ragazzo, probabilmente da giudice non l’avrebbe portato ai live dagli home visit. Ecco, per fortuna non ero su una di quelle poltrone, perché sarebbe stata una grandissima perdita. Emozionate, perfetto tecnicamente, un gusto raffinatissimo. E complimenti a Dargen (8, qui non solo cuce addosso, inusualmente, un’assegnazione al suo concorrente, ma gliel’arrangia pure da dio). L’unica cosa, Dandy caro: spalle aperte, petto in fuori e stai dritto. Diamine.

Niccolò Selmi 9,5

Parole che si dicono di Ivano Fossati è uno di quei pezzi che hai sentito un paio di volte nella vita e non avevi davvero capito. Questo ragazzo, che sembra un pianeta a parte rispetto al carrozzone X Factor, te lo porta dentro il cuore e te lo fa esplodere lì. Come se la canzone fosse sua, facendoti provare una nostalgia struggente dell’arte di Fossati e un desiderio incontenibile della sua. Se fossi un autore, comincerei a scrivere capolavori per lui, sorta di Re Mida malinconico e timido che trasforma i pezzi in oro. Grande l’intuizione di Morgan – l’unica della serata – di prendere uno dei nostri più grandi geni, far sì che quel ragazzo si cimentasse con una sfida quasi impossibile, ma facendolo con un brano quasi sconosciuto che gli permettesse un effetto sorpresa dirompente. E, per quanto possa farlo vedere il buon Selmi, sembra pure essersi divertito.

La novità regolamentare e Francesca Michielin 9

Dopo anni che da queste pagelle si chiede un cambio di regole, l’inserimento di qualche novità, ecco il ripescaggio alla Maria. Astromare, Manifesto, Alice Tombola e Anna Castiglia si sfidano sull’account Instagram di X Factor Italia, nelle stories. I due più votati (durerà 12 ore il sondaggio) finiranno in un ballottaggio al secondo live che permetterà a una delle due (sappiamo tutti che è giusto, salvo truppe cammellate, che se la giochino Alice Tombola e Anna Castiglia e che poi entri la seconda, anche perché la prima verrebbe soppressa nottetempo da Asia) di rientrare in gara.

Bastardi gli autori di X Factor che evidentemente leggono le pagelle e hanno scelto i nostri preferiti (ripeto, gli Astromare fateli diventare un supergruppo con gli Stunt Pilots). Che emozione, il prossimo passo sarà la squadra degli esclusi affidati a un quinto giudice (il pubblico? Francesca Michielin? Il sottoscritto? Io non volevo solo partecipare a X Factor, volevo il potere di farlo fallire), i tempi sono maturi.

La conduttrice ormai è bravissima, si concede una sbavatura alla fine anticipando un’informazione “sensibile” (colpa dell’impazienza di Fedez), conduce la nave in porto come sempre nonostante il pirata Morgan molto irrequieto e poco gestibile. E non contenta, si concede una performance iniziale da urlo. Nella sua eterna guerra con lo stylist esce vincitrice. Questa sera era particolarmente bella, nonostante un abbinamento di colori discutibile. Top, in tutti i sensi.

Fedez 8,5

Intanto è ai live, e dopo lo spavento che ci ha fatto prendere, non riesci a toglierti il sorriso ebete dalla faccia. Sembra quasi un miracolo e quindi come una nonna affettuosa mentre parla cerchi di spiare dagli occhi, dalle guance, sotto quel look improbabile se ha mangiato abbastanza, se sta bene, se gli serve la maglia di lana. Detto questo, fa paura, è una macchina da guerra. Non sospetteresti che ha attraversato l’inferno, ha rischiato la vita, è tornato a casa da poco ed è lì con il certificato medico che deresponsabilizza la produzione nel taschino interno della giacca. Lucido, più sereno del solito, affettuoso anche con i rivali più meritevoli ma superchioccia con i suoi che pur non essendo tra i migliori sembrano avviati a un buon percorso.
La battuta sulla moglie in prima fila e che alludeva alla sua limonata con Rosa Chemical (peraltro l’immagine che ha proposto Michielin-Ferragni made my night) gli tira fuori pure un'(auto)ironia di solito assente.

Sickteens 8

Il gruppo più solido, audace, con il sound più deciso: hai l’impressione che possano essere rock e commerciali con la stessa irrisoria facilità. A volte le band non spiccano in questo talent, ma poi se fai Helter Skelter dei Beatles così bene e con tanta apparente facilità, meriti che ti venga riconosciuto. Alcune sporcature sono state scambiate per incertezze, la loro personalità come “la loro versione”. E volendo essere maliziosi le reazioni fredde dei giudici fanno un po’ sospettare che li temano. Mezzo voto in meno solo per il frontman di cui a volte hai l’impressione che in quella notevole capacità tecnica e interpretativa ci sia un mezzo tono in meno. O forse sono i suoi compagni a suonare troppo bene, chissà.

Ambra Angiolini e Matteo Alieno 7,5

Intanto la camicia rosso Hollywood Reporter le sta da dio. Poi non sbaglia un’assegnazione, una battuta e ha Angelica Bove a cui dare Sinead O’ Connor e far fare la hola a ogni pelo che abbiamo sul braccio mentre la cantiamo con lei. Dovremmo riflettere sul fatto che si possa tirare fuori la ragazza dalla gara, perché se continua così si corre per il secondo posto. Tornando ad Ambra, è per ora il giudice più in palla, dopo l’anno di apprendistato: non alla “mi piace tutto, sei un genio” di un Morgan irriconoscibile e neanche alla Dargen, che trova molti aggettivi in questa serata e sembra persino sveglio.

Lei è già in gara, già capace di amare anche gli altri concorrenti, ma con strategia. E proteggere bene i suoi, persino la fragilità di Matteo Alieno, a cui dà Bellissima di Annalisa e lui la trasforma in una canzone d’autore, tirando fuori una vocalità altra, trasformando radicalmente il brano (rendendolo bello come The André faceva con la Dark Polo Gang, potenza del talento).

Stunt Pilots 6,5

How will I know di Whitney Houston è una scelta abbastanza incomprensibile di Dargen, ma loro che sanno suonare e si conoscono bene lo capiscono e si proteggono con una performance in difesa. Suonano in modo impeccabile, non si inventano nulla, sapendo bene che nei primi live non conta essere i migliori ma solo non essere i peggiori. Tenersi a metà classifica, senza farsi notare troppo. Ci riescono, ricordandoci che sul palco sanno cosa fare e che hanno un batterista che potrebbe reggere pure i pezzi da solo. E voglio la sua faccia da migliore amico del protagonista di un film indie teen di Hollywood stampata sulla maglietta con cui andrò al loro primo concerto.

Sarafine e Maria Tomba 6

Sara entusiasma i giudici e buona parte del pubblico, eppure la sua Carmen e L’amour est un oiseau rebelle (Habanera) di Georges Bizet riviste e corrette non sembrano irresistibili. O meglio, regala una prova da producer notevolissima, di enorme professionalità, che però oscura un po’ la sua vocalità, la sua forza creativa anche oltre questo talento indubbio che la porterà a lavorare per Fedez. Aveva troppe identità diverse e poco omogenee questa performance-rilettura che non trascina chi ascolta come avvenuto nelle “eliminatorie”. In ogni caso, è inappuntabile e la sufficienza la porta a casa. E il fatto che non sia stata eliminata ci rende felici, perché è l’artista più sperimentale, tecnicamente e artisticamente, dei concorrenti in gara.

Su Maria Tomba che dire? Vorrebbe essere Adele, come dice Dargen per ora si nasconde dietro “canzoni treno” e sarebbe interessante vederla alla prova con qualcosa di più riflessivo, di meno suonato, ritmato e incalzante. E poi, più la senti e meno le credi. Ma la sua vocalità e il suo saper stare sul palco, l’aver già costruito un personaggio, non merita l’insufficienza, ma neanche i facili entusiasmi finora suscitati.

Asia Leva 5,5

Empire State of Mind è una scelta alla Fedez, Alicia Keys e Jay Z per una vocalità e un’autorialità come la sua sono una comfort zone di qualità. Difficile, ma appunto adatta. Lei, va detto, la porta a casa, ma senza entusiasmare. Ha sempre un modo respingente di stare in scena, un po’ antipatico, lo vedi e senti quando canta le sue barre (buone, non indimenticabili, ma in questi primi live conta tenersi fuori dai ballottaggi) in cui si muove e fa smorfie un po’ d’antan, costruite e poco spontanee, come se dovesse dimostrare in ogni minuto che è giusto che sia lì. Il dissing post passaggio boot camp, forse, la traumatizza ancora e certo non passerà una bella nottata sapendo che Alice Tombola è per ora nel ballottaggio e se la ritroverà sul palco giovedì prossimo.

Asia, te lo dico come farebbero i The Jackal: ma che te ne fooottttte!

Laura Pausini 5

Ora, tra Grammy, Golden Globe e candidature all’Oscar, bocciare Laura Pausini è dura. Parliamo di una che è stata definita la Whitney Houston latina e no, non ce l’ho ancora con lei per l’attacco inelegante a Diego Armando Maradona il giorno della morte. L’ho superata, da poco, ma l’ho superata. E il suo medley era pure notevole, così come la franchezza con cui confessa il suo essere una spettatrice assidua del programma, tanto da dire che non è stata d’accordo con due scelte dell’home visit e di avere già una voce preferita. Persino la tirata contro “odio, guerra, razzismo e violensa sulle donne” (detta così, con quella cadenza irresistibile) è lodevole per lanciare Anime Parallele, in uscita il 27 ottobre 2023.

E allora perché l’insufficienza? Perché se fai un inedito dopo 5 anni, non puoi tirare fuori Durare. Che è bruttina – il voto è la media tra l’ospitata e la canzone – e ha perle del tipo “siamo solo due metafore”, “mi raccomando torna a casa, facciamo un figlio dopo cena” che gridano vendetta, oltre a una musicalità dimenticabile. Se devo celebrare l’amore duraturo, continuerò a pensare ed amare Per due come noi di Brunori Sas. Con rispetto, Laura, che io Marco aspetto sempre che torni. E pure tu, perché quello spolverino è da viaggio in treno, dai.

Animaux Formidables 4,5

La fanno male I love rock and roll degli Arrow, lui non muovendosi mai da quella cifra canora, msuicale e stilistica che un po’ ha già stancato pur avendo il suo fascino ma che siamo a un passo dal farla sembrare un campionamento. Lei non tanto perché va fuori tempo – ci va, ma lo fa a tempo, consentitemi la battuta – ma più che altro per la mancanza di misura, forza su come batte su quei piatti e quelle percussioni. Il suono che esce non è armonico, omogeneo ed è quello che crea il senso di stracciamento, più del “ritardo”. Ma non è colpa loro, erano i concorrenti perfetti da portare fino all’home visit e poi salutare con un emozionato applauso e lasciando qualche rimpianto, persino. Morgan ha sbagliat0 a portarli ai live, sbaglia l’assegnazione, sbaglia il modo di difenderli. Ed è fortunato che può sanare il suo errore. La domanda è, però, perché al ballottaggio con i due vincitori del sondaggione non vadano anche loro, ma vabbè.

Dispiace dargli un brutto voto che mi impedirà di sperare in un threesome con loro come un Giambruno qualunque.

Gaetano De Caro 4

È sempre un po’ caricaturale, continua a voler sembrare qualcosa che non è, ma peggio ancora è che non si riesca a capire che (s)oggetto musicale sia. E dargli Mina, costringerlo a una performance enfatica e un po’ barocca, lo penalizza. Va detto che con questo pezzo per lo meno abbiamo scoperto che la sua voce non è un bluff – sospetto arrivato, a un certo punto, quando giocava un po’ troppo su registri un po’ paraculi – e che si salva perché è un secchione che da X Factor saprà imparare.

Dovevamo emozionarci, con la sua prova, e alla fine ti senti in imbarazzo come a un concorso di bellezza per bambine di Little Miss Sunshine. Chissà, potrebbe aiutare anche un cambio radicale di look, diventare altro, cercare ciò che desidera profondamente e non una maschera, estetica e vocale, dietro cui nascondersi.

Settembre 3

Con quel viso da bravo ragazzo, con quel pigiama che viene sicuro dal guardaroba di Dargen, con quel sorriso è dura dargli un brutto voto. I giudici si entusiasmano, ma aver preso Fabri Fibra e farlo diventare neomelodico non è un merito, anche se l’hai fatto diventare un buon neomelodico, è un’aberrazione. Ma le assegnazioni killer del signor Dargen e dottor D’Amico che arrivano come siluri ai suoi ragazzi ormai sono proverbiali. Si fa fatica a capire cosa ci faccia ai live (Settembre, non Dargen), anche se a tratti capisci che c’è talento. Fai fatica a comprendere come sfruttarlo e in che genere, ma c’è.
Però scusa settembrino bello, che mi sei anche simpatico, è che hai sbagliato talent. Da Maria De Filippi, giuro, ti davo almeno il doppio.

Morgan 2

Si dimentica l’unica regola cambiata negli ultimi anni – non era facile, ma lui ci è riuscito, con un disorientamento pure un po’ patetico – e probabilmente quella mancanza di concentrazione costa parecchio agli Animaux Formidables, che lui ha portato ai live per capriccio, animali dati in sacrificio forse per chiedere agli dei dei talent la vittoria finale. Perché altrimenti è difficile spiegarsi il menefreghismo con cui li manda al macello, la sciatteria di un primo live non da lui, la scelta ricaduta su di loro agli home visit e pure quella loro maschera, tratto davvero distintivo del loro duo, “venduta” per un televoto solo possibile.

Ha ragione Ambra quando dice che sa farsi parecchio male da solo. Il voto non è bassissimo (né uno, né zero) perché invece a Selmi dà un pezzo clamoroso e lo valorizza tantissimo. Sembra davvero e insospettabilmente un incontro tra affinità elettive. Tornado a Morgan, la sceneggiata sul fuori tempo citando Chic, Beatles e spicci o per il tilt mancato (regola demenziale, bisognerebbe dare a Michielin una sorta di golden vote) poi sono così ridicole da far vergognare persino gli Animaux Formidables. Che scocciati gli dicono pure che no, la maschera non se la toglieranno. Gli dice anche bene che tornerà ad avere tre concorrenti (e che questa volta se la meriti, Anna Castiglia, che il loro De André a ripensarci ancora mi fa attorcigliare le budella).