Ricky Gervais: una petizione chiede a Netflix di rimuovere il materiale dal suo nuovo speciale Armageddon

In un teaser del prossimo show, che uscirà il 25 dicembre, il comico usa il termine "pelato" per descrivere i giovani malati di cancro e un termine dispregiativo per le persone con disabilità in una battuta sul suo lavoro con la Make-A-Wish Foundation

Ricky Gervais risponde alle critiche sul materiale del suo ultimo speciale, che include la descrizione di giovani malati di cancro come “pelati” e un termine dispregiativo per le persone con disabilità. Un teaser del nuovo show del comico, premio Emmy e BAFTA, Armageddon, che uscirà il giorno di Natale, anticipa una sezione del suo speciale incentrata sul suo lavoro con la Make-A-Wish Foundation. In questa sezione, il comico scherza sul modo in cui si rivolge ai giovani malati di cancro che chiedono di incontrarlo.

“Di recente ho fatto dei videomessaggi per i bambini malati terminali – e solo se lo richiedono, ovviamente. Non sono entrato negli ospedali dicendo: ‘Svegliati, pelato! Guarda il mio twerking su TikTok'”. Aggiunge che Make-A-Wish è “fantastica e dà a questi bambini in fin di vita un desiderio. Se si tratta di me, dico sempre di sì e inizio sempre il video nello stesso modo. ‘Perché non hai desiderato di guarire? Che c’è, sei anche tu un fottuto idiota?'”.

Subito dopo, Gervais afferma di non aver mai detto una cosa del genere a nessun bambino di Make-A-Wish. “Sono tutte battute, ok? Non uso nemmeno quella parola nella vita reale. Sto interpretando un ruolo”, ha detto.

Gervais continua paragonando il suo lavoro di comico a quello di altri interpreti, come gli attori, usando ancora una volta il termine dispregiativo. “Non andresti da Sir Anthony Hopkins a dire: ‘Ti ho visto ne Il silenzio degli innocenti. Sei un cannibale, vero? No, stavo recitando una parte. Sembrava piuttosto convincente’. Già, lui è bravo e io sono bravo”.

“Immaginate se venissi qui e facessi le cose non molto bene, così da farvi capire che sto scherzando”, ha continuato. “Sarebbe una fottuta cazzata”.

Questa settimana, Gervais ha twittato un’avvertenza sul contenuto del materiale dopo la sua pubblicazione. “In questo show parlo di sesso, morte, pedofilia, razza, religione, disabilità, libertà di parola, riscaldamento globale, olocausto ed Elton John. Se non approvate le battute su queste cose, vi prego di non guardarlo. Non vi divertirete e vi arrabbierete”.

Una petizione contro Ricky Gervais

La clip con il materiale criticato è stata pubblicata tre settimane fa e da allora ha dato vita a una petizione su Change.org per chiedere a Netflix di rimuovere il passaggio da Armageddon. Al momento della pubblicazione, la petizione ha raccolto oltre 12.000 firme ed è stata lanciata da un genitore di un bambino malato di cancro, che scrive di “non riuscire a capire come uno scrittore o chiunque altro alla Netflix abbia potuto dare il via libera a un contenuto così terribile”.

“La recente scenetta di Ricky Gervais su Netflix, in cui si riferisce ai bambini malati terminali chiamandoli “pelati”, non è solo irrispettosa ma anche profondamente offensiva”, si legge nella petizione. “La pura e semplice mancanza di rispetto e lo schifo nelle battute di Ricky Gervais, che chiede a un bambino malato terminale perché non vuole guarire e ricorre a un linguaggio dispregiativo, sono esasperanti. Non è solo poco divertente, ma profondamente offensivo”.

Parlando con Nihal Arthanayake del podcast Headliners di BBC Radio 5 Live, Gervais ha affrontato il tema della petizione, incoraggiando anche le persone a non guardare se ci sono argomenti che non gradiscono. “È una sorta di reazione. Non lo analizzano. Sentono qualcosa. È questa l’offesa”, ha detto parlando dei firmatari della petizione. “È una sensazione, capite? Ecco perché è del tutto priva di significato. Perché qual è il vostro ragionamento? Cosa volete che cambi?”.

Sottolinea anche come le reazioni a uno speciale possano cambiare una volta che il materiale ha lasciato la cerchia di una performance dal vivo piena di pubblico pagante, per passare a una piattaforma più grande con un pubblico più ampio, come lo streaming o una testata giornalistica. “Questa è l’altra cosa. Posso esibirmi davanti a un milione di persone e non riceverò alcuna lamentela”, ha detto. “Non appena va su Netflix o non appena qualcuno scrive una battuta dicendo che questo è offensivo, la gente dice: ‘Oh, questo è offensivo’. Non hanno nemmeno sentito la battuta. Non erano presenti. Ignorateli. Non contano. Non hanno alcun effetto su di me. Non contano. Sono disturbatori”.

Le reazioni del comico

A un certo punto dell’intervista, Gervais ha detto che il 99% delle critiche che gli vengono rivolte sono “finte” offese da parte di persone che “vogliono essere ascoltate” e che ” farebbero il contrario se questo significasse farsi notare”. Ma ammette che “le persone possono essere offese”.

“È permesso loro di odiarlo. Hanno il diritto di non venire allo spettacolo, ma questo non mi impedirà di fare ciò che amo e non lo farò a spese di tutte le altre persone che lo amano. Nessuno è obbligato a guardarlo”, ha detto.

Per il comico, parte dell’indignazione per le sue battute deriva da chi pensa che “una battuta sia una finestra sulla vera anima del comico”.

“Non è vero. È una battuta. Nessuno pensa questo con i giochi di parole. Queste cose non sono successe davvero. Due tizi non sono entrati davvero in un pub. Una gallina non ha davvero attraversato la strada. Solo perché mi occupo di realismo e di argomenti tabù, pensano che io sia più serio di quanto lo sarei se facessi una stupida battuta da cortile”, conclude. “Faccio finta di essere di destra, faccio finta di essere di sinistra. Qualsiasi cosa sia più divertente per la battuta, per la scena, per far capire il mio punto di vista”.

Gervais aggiunge che il pubblico si offende per cose diverse, e non può “fare un sondaggio” tra migliaia di persone su “l’unica cosa su cui non dovrei scherzare”.

“Non mi rimarrebbe nulla, quindi posso solo fare del mio meglio”, dice ad Arthanayake. “Posso difenderla se necessario. Non credo di aver mai fatto una battuta che non possa difendere. Potrei spiegarla.”

Traduzione di Pietro Cecioni