La Scala di Milano ha un nuovo sovrintendente, Fortunato Ortombina. Candidatura spinta dal governo Meloni

Da settembre 2024 il direttore della Fenice di Venezia affiancherà l’attuale numero uno Dominque Meyer il cui incarico è stato rinnovato fino ad agosto 2025. Il sindaco Sala: "Abbiamo fatto tutto con dignità e correttezza"

Di THR ROMA

Il direttore della Fenice di Venezia, Fortunato Ortombina, 63 anni, la cui candidatura è stata spinta dal governo di Giorgia Meloni, è stato nominato direttore della Scala di Milano, dopo serrate trattative tra Roma e gli amministratori dell’opera. L’italiano Ortombina, che dal 2017 dirige l’Opera di Venezia, uno dei fiori all’occhiello della vita culturale italiana, succederà al francese Dominique Meyer, 68 anni, in carica da quasi quattro anni.

Ortombina segna così il suo grande ritorno alla Scala, dove è stato dal 2003 al 2007 coordinatore della direzione artistica. È stato nominato direttore artistico della Fenice di Venezia nel 2007 per poi assumerne la direzione dieci anni dopo.

Per un anno, però, i due lavoreranno fianco a fianco: Ortombina assumerà le sue funzioni da settembre 2024 e Meyer le manterrà fino ad agosto 2025, ha detto Giuseppe Sala, sindaco di Milano e presidente del consiglio di amministrazione direttori della Scala. “Abbiamo fatto tutto per il bene della Scala, con dignità e correttezza”, ha commentato al termine del cda approvando queste modifiche.

Meyer ha preso il timone della Scala nel 2020, dopo aver diretto l’Opera di Vienna per dieci anni. Il direttore musicale della Scala, Riccardo Chailly, 71 anni, il cui mandato attuale scade nel febbraio 2025, ha visto le sue funzioni prorogate fino al 2026.

Ortombina alla Scala

La successione alla guida della Scala, struttura di “interesse nazionale”, ha suscitato polemiche, in un contesto di presa in carico del servizio pubblico culturale da parte del governo. Ortombina è stato proposto come successore di Meyer in seguito a un incontro avvenuto all’inizio di marzo tra il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il sindaco Sala. La sua nomina però non ha seguito un processo veloce. Diversi membri del consiglio di amministrazione, nell’ultima riunione dell’8 aprile, avevano proposto di prolungare i mandati di Meyer e Chailly. Il governo però aveva posto il veto. “Un mandato ha una scadenza, proprio per favorire rotazione e rinnovamento”, aveva risposto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi.

Lo scorso maggio il governo Meloni ha fissato a 70 anni il limite di età per i direttori dei teatri d’opera, impedendo così di fatto la riconferma di Meyer, che lo raggiungerà nell’agosto 2025. I musicisti dell’Orchestra della Scala avevano chiesto a fine marzo, invano, una proroga di due anni del contratto del signor Meyer, mettendo in risalto la sua “preziosa carriera artistica”.

“Una soluzione eccellente, frutto di una collaborazione istituzionale e della consapevolezza che il Teatro alla Scala è un simbolo prestigioso della nazione che proietta un’Italia positiva nel mondo”, ha commentato Sangiuliano.

Le mosse del governo

Un percorso riconosciuto sia da Sangiuliano sia da Sala che hanno rimarcato, in un comunicato congiunto, “il suo ammirevole impegno e la totale dedizione al servizio della Scala che, sotto la sua guida, ha raggiunto risultati straordinari, anche dal punto di vista organizzativo e finanziario”.

C’è stato un caso in cui il ricorso alla giustizia ha fatto riottenere una carica. Il francese Stéphane Lissner, 71 anni, direttore dell’Opera di Napoli, era stato costretto a lasciare il suo incarico lo scorso giugno a causa del decreto del governo sull’età. Contestando la decisione è potuto tornare al suo posto.

Il governo di Giorgia Meloni non aveva nascosto il desiderio di vedere un italiano alla guida della Scala, dopo tre direttori provenienti da altri paesi. Ortombina era stato criticato per aver affidato ad Alvise Casellati, figlio della ministra delle riforme istituzionali Elisabetta Casellati, la direzione di alcuni concerti alla Fenice. “Sangiuliano mi onora della sua stima”, aveva detto a metà marzo Ortombina in un’intervista al Corriere della Sera. Tuttavia “non ho mai chiesto sostegno a nessuno”, ha assicurato.