Green Day: l’American Dream diventa un incubo nel concerto a Milano

"Il sogno americano degli anni Cinquanta sembrava un dipinto di Norman Rockwell: villette, bimbi, persone sorridenti. Ma questa idea è morta" ha affermato il frontman Billie Joe Armstrong in merito al tema del nuovo album

Di THR ROMA

Il sogno americano è diventato un incubo. Parola dei Green Day, tornati in scena con il singolo The American Dream Is Killing Me, brano di apertura di Saviors, il 14esimo album in studio della storica band punk-rock, in uscita il 19 gennaio 2024 con l’etichetta Reprise/Warner Records. Per il loro ritorno sulle scene, Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool hanno tenuto alcuni concerti annunciati last minute in giro per il mondo. Tra le tappe, dopo il Bataclan, anche i Magazzini Generali di Milano, dove ieri sera i tre si sono esibiti per circa 800 persone, con biglietti andati sold-out in una manciata di minuti.

Generosi come sempre, i Green Day hanno mostrato sul palco le magliette dell’Inter e del Milan e Billie Joe ha anche indossato la divisa della nazionale, con il suo nome e il numero 72, anno della sua nascita. I fan italiani non dovranno aspettare molto per rivivere il sogno: la band californiana il 16 giugno sarà agli I-Days Milano nell’unica data italiana del The Saviors Eu/Uk Tour.

Gli show costituiranno anche l’occasione per festeggiare i due album più iconici della band, Dookie del 1994 e  American Idiot del 2004, prodotti da Rob Cavallo, che per Saviors è tornato a collaborare con loro. Per il nuovo lavoro, i Green Day hanno scelto come biglietto da visita The American Dream Is Killing, “uno sguardo al modo in cui il tradizionale sogno americano non funziona per molti. Anzi, fa male a tante persone” spiega il 51enne frontman.

“Il sogno americano nato negli anni Cinquanta sembrava un dipinto di Norman Rockwell: villette, bimbi, persone sorridenti. Ma questa idea è morta per la crisi. Oggi con il costo della vita aumentato in maniera vertiginosa, c’è chi deve scegliere tra pagare il mutuo o le bollette. Tantissimi rimangono senza casa”. Rispetto ai tempi di American Idiot – in cui il gruppo già non risparmiava critiche all’american way of life –, oggi ai Green Day la situazione appare pure peggio. Ne cantano in brani come Strange days are here to stay, che racconta di nonne fatte di fentanyl e un mondo in cui nessuno sfugge al virus del razzismo, o Living in the 20’s, che si apre parlando di una sparatoria al supermercato.

Una nuova narrazione dell’American Dream

“Oggi l’America è più divisa che mai, asservita ai social. Le persone sono manipolate dagli algoritmi, per questo – spiega Billy Joe – io cerco di non postare nulla di politico. Non voglio che la mia opinione diventi la propaganda di qualcuno. Penso sia giusto che ognuno abbia la sua opinione, ma sento troppa divisione”.

Non c’è distanza, invece, tra Saviors e uno dei dischi che hanno fatto dei Green Day una band di culto, American Idiot. “Quando lo avevamo registrato avevamo fatto del nostro meglio – raccontano – ma non si può certo prevedere come andrà un disco. Possiamo solo dire che per Saviors abbiamo avuto lo stesso feeling di allora. Questo disco colma la distanza tra Dookie e American Idol, è una summa dei Green Day ed è un gran disco. Pensiamo sia uno di quelli con la miglior musica. Questo non è un capitolo, ma una storia”.

Tra i tanti temi, anche dipendenze e problemi mentali, cantati in Dilemma, che Billie Joe definisce autobiografica. “Quando eravamo giovani ci dicevano ‘è tutto nella tua testa!’ e infatti – scherza l’artista, che ha avuto problemi con l’alcol – è così. E la salute mentale ha a che fare con solitudine e abusi di sostanze, con il combattere i propri demoni. Questa mattina ho vinto i miei, domani non so…”. Ci vorrebbero dei Saviors, dei salvatori, “ma non ci sono. Credo che la questione – riflette il frontman – sia più la possibilità di aiutarsi l’un l’altro. Ho scritto questo pezzo in pandemia, quando tutti si sentivano disperati e in tv vedevamo voi italiani che vi stringevate l’un l’altro cantando dai balconi. Mi è sembrato bello”.

Dell’Italia, i Green Day apprezzano molto anche i Maneskin: “è bello vedere una band italiana che domina la scena mondiale”. E Ethan – aggiunge il collega Tré Cool – “è un gran batterista”.

(Ansa)