Emmy 2023: le nomination per il fantasy sono solo un’utopia?

House of the Dragon e Il Signore degli Anelli sperano di entrare a gamba tesa nella categoria serie drammatiche, seguendo le orme de Il Trono di Spade e cercando di portare a casa qualche statuetta

Un anno fa sembrava che la tv americana fosse sull’orlo di un boom del fantasy. Lo spin-off House of the Dragon di Hbo/Max e Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere di Prime Video dovevano debuttare a poche settimane di distanza l’una dall’altra, in agosto e a settembre: due produzioni costose con creature mitiche che puntavano a racimolare ascolti, prestigio e – si presume – anche degli Emmy.

Ma ora, in vista delle nomination, entrambe stanno lottando per posti che non sembrano essere garantiti. Le speranze di gloria del fantasy agli Emmy 2023 sono, insomma, una fantasia?

Il fantasy arriverà agli Emmy 2023?

House of the Dragon e Gli Anelli del Potere stavano chiaramente cercando di capitalizzare il successo del Trono di Spade, che ha ottenuto 161 nomination nel corso delle sue otto stagioni. Naturalmente – nel caso di House of the Dragon – l’eredità con la serie di David Benioff e D.B. Weiss è esplicita. Si tratta di un prequel della serie basata sui romanzi di George R.R. Martin, ambientato circa 200 anni prima delle vicende raccontate nel Trono di Spade.

Gli Anelli del potere invece riprende più che altro lo spirito del Trono di Spade: prendere un’opera amata della letteratura fantasy per trasformarla in un successo televisivo. È importante notare che la serie basata sul Signore degli Anelli non è un adattamento della trilogia di J.R.R. Tolkien, che è stata invece portata sul grande schermo dai prestigiosi film diretti da Peter Jackson, e premiati con vari Oscar. La serie Prime Video si basa piuttosto su materiale d’appendice, che costituisce un prequel.

Una storia sofferta

Ma quella de Il Trono di Spade agli Emmy non è stata una scontata storia di successo. La serie di Benioff e Weiss è sempre stata una candidata forte nelle categorie più tecniche, e nella sua prima stagione di messa in onda non è riuscita a entrare nella nomination per le serie drammatiche. Ha vinto quel premio quattro anni dopo, nel 2015, e da allora è stata inarrestabile, portandolo a casa per tutte le stagioni successive, compreso nel discusso finale del 2019. Quell’ultima stagione ha battuto il record del maggior numero di nomination per una serie in una sola stagione: ben 32.

Quelle grandi vittorie sono state inevitabilmente percepite come una svolta per la fantascienza e il fantasy all’interno del reame Emmy. Un’istituzione in cui serie innovative e amate dal pubblico come X-Files, Star Trek: The Next Generation e Buffy l’Ammazzavampiri hanno ottenuto pochissimi riconoscimenti. Lost – tra queste – è spesso citato come la grande eccezione, avendo vinto il premio come miglior serie drammatica per la sua prima stagione, nel 2005. Un’esperienza che non si è mai ripetuta.

A questo punto è facile indicare Il Trono di Spade come la serie che ha cambiato lo scenario. Stranger Things, Westworld, The Mandalorian e The Boys avrebbero raccolto nomination come serie drammatiche se non fosse stato per Il Trono di Spade? Chissà… ma probabilmente no.

Il Trono di Spade, l’apripista

La serie tratta dai libri di George R. R. Martin ha portato le serie drammatiche fuori dall’era delle contesse vedove e degli uomini tormentati, per passare a quella in cui robot e demogorgoni potevano almeno avere una possibilità. Ma, comunque, nessuno di questi show è riuscito a vincere. Dalla fine de Il Trono di Spade, i premi sono andati a serial televisivi che analizzavano il privilegio come The Crown e Succession, quest’ultimo il grande favorito di quest’anno.

Chiaramente è troppo presto ancora per dare per spacciate House of the Dragon e Gli Anelli del Potere, che potrebbero ancora ottenere un riconoscimento come serie drammatiche. Se il premio non arriva per questa loro stagione di apertura, potrebbe sempre arrivare in quelle successive, proprio come avvenne per Il Trono di Spade.

La critica non perdona

C’è però un altro punto necessario da analizzare per capire il perché potrebbero non rientrare nelle candidature di questi Emmy 2023. Entrambe le serie hanno ricevuto recensioni blandamente positive dalla critica, e per nessuna delle due l’accoglienza è stata entusiasmante. House of the Dragon almeno ha ottenuto buoni risultati in termini di ascolti, mentre Gli Anelli del Potere ha fatto difficoltà pure in quelli. Un rapporto di THR ha confermato che la serie ha avuto una percentuale di completamento a livello nazionale solo del 37%.

Ci sono inoltre grandi problemi nel ritmo della narrazione. La serie Prime Video ha arrancato per un’intera stagione prima che accadesse finalmente qualcosa di importante per la storia, mentre House of the Dragon era piena di salti temporali che hanno anche portato – inevitabilmente – a un ricambio nel cast.

C’è poi da considerare, con una certa ovvietà, che nessuna delle due serie è davvero Il Trono di Spade, che in realtà non aveva avuto così tanto successo ai suoi inizi. La memoria selettiva porta a ricordare il kolossal fantasy come un fenomeno mediatico e culturale dall’inizio alla fine, ma non è stato così. E le sue candidature agli Emmy un po’ lo dimostrano.

Star Wars agli Emmy 2023

Anche se House of the Dragon e Gli Anelli del Potere non dovessero farcela, è probabile che quest’anno ci sia comunque una rappresentanza fantasy o fantascientifica nella competizione delle serie drammatiche. I votanti hanno sostenuto The Mandalorian per le sue prime due stagioni, anche se la serie con Pedro Pascal ha una terza stagione sconclusionata, potrebbe essere ugualmente in lizza. Nelle competizione potrebbe esserci anche Andor, un’altra serie Disney+ ambientata in una “galassia lontana lontana” e scritta dallo sceneggiatore Tony Gilroy (nominato anche agli Oscar per Michael Clayton). Andor non ha gli stessi schemi delle altre produzioni di Guerre Stellari, ed è anche ricca di discussioni serie sulla natura della ribellione. È una serie con una grande somiglianza alle sue controparti non di genere.

Ma forse il vero successore de Il Trono di Spade è una serie della Hbo che con quest’ultimo non c’entra niente. Parliamo della serie zombie The Last of Us. Come Il Trono di Spade, si basa su un materiale di partenza che non fa necessariamente pensare alla “tv di alta qualità”, in questo caso un videogioco. Ma ha messo a tacere i dubbi con una prima stagione che ha ottenuto un plauso quasi universale.

E anche se probabilmente non vincerà – c’è sempre Succession – si porterà quasi certamente a casa le nomination principali.

Tutto questo per dire che il genere fantasy agli Emmy non è morto. Il Trono di Spade ha aperto la strada, e forse non solo per le serie a lui simili.

Traduzione di Nadia Cazzaniga