Il disegnatore romano è tra i fondatori di un progetto che chiede alle istituzioni europee di regolamentare le IA generative per rispettare il copyright degli artisti e dei creativi. Mentre il parlamento europeo vara l'"AI Act"
Sceneggiatori, scrittori, dialoghisti, drammaturghi, adattatori, fumettisti, doppiatori e traduttori: i creativi italiani lanciano l'osservatorio permanente sull’uso delle intelligenze artificiali. E programmano "azioni" alla Mostra di Venezia e alla Festa del cinema di Roma
Dai fumetti alla blockchain nell'intrattenimento. Sono solo alcuni dei temi dell'edizione del 2023: dal 29 ottobre al 2 novembre. Annunciata la nuova collaborazione per potenziare il ponte dell'industria audiovisiva tra Italia, Nord America e resto del mondo
Al We Gil di Roma fino al 18 giugno, la mostra, alla sua terza edizione intitolata Sparks and Friction, ospita 12 artisti da tutto il mondo. La curatrice Daniela Cotimbo: "L’IA non ha necessità di fare arte, più che altro rischiamo un appiattimento di stile, ma speriamo di fermarci prima"
L’associazione degli sceneggiatori italiani lo ha indetto per le ore 15.00, a sostegno dei diritti di categoria in Europa e nel mondo. Tra i motivi della protesta la regolamentazione dell'intelligenza artificiale e la trasparenza dei dati dello streaming
L'etichetta musicale, guidata dall'amministratore delegato Lucian Grainge, utilizzerà l'intelligenza artificiale per consentire agli artisti UMG di creare paesaggi sonori di sottofondo, facendo rispettare i loro diritti d'autore
La foto è stata pubblicata da un account chiamato "Bloomberg Feed", e aveva la cosiddetta "spunta blu" della verifica. Ma le regole del social network sono cambiate con l'arrivo di Elon Musk
Con l'IA che non è più una questione teorica, gli avvocati cercano un modo per proteggere i loro talenti senza soffocare l'innovazione. E il sindacato che riunisce gli interpreti di cinema e tv ha un nuovo grido di battaglia: "Aggiungere, invece che sostituire"
A proposito dell'IA e della lotta degli sceneggiatori: se fosse possibile avere la formula della meraviglia e del desiderio tutto sarebbe già scritto, il futuro finito. Una domanda: il Sistema sarà in grado riconoscere il Bertolucci di domani?
Dal momento che parliamo di parole mi permetto di contestare subito l’aggettivo: artificiale. Abbiamo smesso di essere naturali da almeno un secolo, che l'ultima versione di noi almeno non venga ricordata come luddista, anti-scientista e velleitaria. Ma forse è troppo tardi
Nella Hollywood sulle barricate, nella politica e nelle serie: due scuole di pensiero si fronteggiano sull'IA, quella che teme "la fine della civiltà" e quella che consiglia di conviverci. Ma l'inquietudine più profonda sta in una domanda: davvero l'algoritmo può tramutarsi in arte, che è lo specchio di noi umani?