Il manifesto dei creativi d’Italia: “Lanciamo l’allarme sull’IA, senza regole rischiamo il pensiero unico”

Sceneggiatori, scrittori, dialoghisti, drammaturghi, adattatori, fumettisti, doppiatori e traduttori: i creativi italiani lanciano l'osservatorio permanente sull’uso delle intelligenze artificiali. E programmano "azioni" alla Mostra di Venezia e alla Festa del cinema di Roma

L’evoluzione non si può fermare. Ma per “sopravvivere” alle intelligenze artificiali servono regole precise. Lo chiedono gli autori: non più solo sceneggiatori cinematografici e televisivi, ma scrittori, dialoghisti, drammaturghi, adattatori, fumettisti, autori radiofonici, doppiatori e traduttori riuniti oggi a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, per gettare le basi di un osservatorio permanente sull’uso delle IA. 

A metterli insieme la federazione AUT – Autori: “Innanzitutto bisogna definire le regole del gioco – spiega a THR Roma il presidente di AUT, Alessandro Occhipinti – Siamo colpiti da quanto approvato l’altro giorno dall’Unione europea (l’Artificial Intelligence Act, il progetto di normativa sulle IA, ndr) e attendiamo l’esito del Parlamento italiano, per capire come quelle indicazioni verranno tradotte e messe a terra”. 

Alla base del problema c’è, innanzitutto, una questione etica: “Con le IA si va verso l’omologazione dei contenuti, il pensiero unico: una prospettiva spaventosa per le nuove generazioni. Le persone devono sapere da dove arrivano i testi che leggono, e quali tecnologie siano state usate per produrli ”.  Non solo. “Ci sono gravi difficoltà normative, che devono essere risolte. Faccio un esempio. Pensiamo a un autore che scriva un romanzo in collaborazione con una IA, abbonandosi a un servizio a pagamento. Cosa succederebbe se la società che produce quel software dovesse chiedere una percentuale sui diritti? Adesso non può farlo: ma in futuro le sarà riconosciuto il diritto d’autore? Avremo società di IA che appariranno fra gli autori in Siae? Potranno eleggerne gli organi sociali? Dobbiamo rispondere adesso a queste domande”. 

Un'immagine realizzata da un'IA (Nightcafe)

Un’immagine realizzata da un’IA (Nightcafe)

I prossimi passi degli autori, solidali con lo sciopero degli sceneggiatori americani e pronti a organizzare “un evento alla Mostra del Cinema di Venezia e alla Festa del cinema di Roma”, saranno quelli di un “progressivo allargamento. In Europa lavoriamo con EGAIR (European Guild for Artificial Intelligence Regulation), in Italia abbiamo diramato un appello alle associazioni, incluse WGI e 100autori, il mondo della musica e degli attori. Dobbiamo organizzare un fronte unito per chiedere un incontro con il Governo e le autorità. Vogliamo delle risposte”.

A conclusione dell’evento, gli autori hanno presentato un manifesto programmatico, che THR Roma riporta nella sua interezza. 

Le IA: il Manifesto degli autori

“Siamo AUTORI, creativi, artisti, intellettuali, scrittori, poeti, drammaturghi, registi, illustratori, fumettisti, traduttori, il cui lavoro è essenziale nei processi di produzione culturale, dall’editoria al teatro, dalla radio al cinema e alla televisione. Sempre più le nostre opere, le nostre creazioni, le nostre proprietà intellettuali sono trasformate in dati e sfruttate senza il nostro consenso, su una scala impensabile fino a qualche anno fa.

Le nuove tecnologie, in particolare il machine learning e le reti neurali applicati all’intelligenza artificiale (IA), sono in grado di generare immagini, testi, video, programmi, suoni, modelli 3D e altri contenuti, attraverso un’operazione di scraping indiscriminato del web, producendo altissimi profitti a vantaggio delle società che le gestiscono.

Queste tecnologie intervengono sui processi di produzione culturale tanto a monte – con l’appropriazione, la manipolazione e l’imitazione di opere create da esseri umani e per la maggior parte tutelate dal diritto d’autore – quanto a valle, inondando il mercato di prodotti solo in apparenza a basso costo.

I contenuti generati dai software di IA non sono opere artistiche, sono il risultato dell’elaborazione di un algoritmo: sono il prodotto di una macchina e tuttavia contengono, nascosto al proprio interno, il lavoro di esseri umani.

Lo sfruttamento non autorizzato del nostro lavoro, delle nostre opere e dei nostri stili non solo non rispetta i diritti e i principi che regolano l’industria culturale e l’intera società – peraltro con rischi enormi per la sicurezza e la libertà di espressione –, ma altera e danneggia gravemente il mercato delle opere d’arte e dell’ingegno, compromettendone gli attuali assetti.

E questo è solo l’inizio di una crisi che già colpisce tutte le tipologie di lavoro intellettuale, creativo e non.

Ogni tecnologia, ogni innovazione, in particolare se così potenzialmente rivoluzionaria, impone alla società di monitorarne e regolarne lo sviluppo, al fine di prevedere le conseguenze culturali, sociali e politiche, evitando qualunque tipo di degenerazione e la violazione di diritti fondamentali.

Chiediamo pertanto:

  1. a monte, la trasparenza nell’utilizzo di materiale protetto da copyright per addestrare programmi di intelligenza artificiale, nonché la contrattualizzazione della cessione dei diritti di sfruttamento economico delle opere usate per addestrare software aventi finalità commerciali;
  2. a valle, la trasparenza sulla natura dei prodotti per i quali è stato fatto uso di software di intelligenza artificiale: come il pubblico, da utilizzatore, deve poter sapere che sta interagendo con una macchina, allo stesso modo, da consumatore, deve poter sapere che sta fruendo di un contenuto (un testo, un’immagine, un video, un’opera) generato da un software di intelligenza artificiale;
  3. in generale, leggi che tutelino la libertà contrattuale degli autori, in un mercato caratterizzato da forte squilibrio di potere negoziale e da asimmetrie informative, prevedendo compensi equi, trasparenza delle condizioni, limiti inderogabili alla cessione dei diritti di sfruttamento economico delle opere.

Nel rispetto del nostro lavoro intellettuale e creativo, nell’interesse culturale e artistico del Paese e per la pacifica circolazione delle idee tra le culture, nonché per la tutela stessa della persona e della sua dignità, noi AUTORI, attraverso le nostre organizzazioni e ogni altro soggetto interessato, in sintonia con le realtà già attive sul tema, ci proponiamo di attivare in Italia un osservatorio permanente, al fine di sensibilizzare le istituzioni europee e nazionali, denunciando ogni abuso e inerzia che si potrebbero sviluppare in questa complessa fase storica.

AUT-Autori Federazione

ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici

CENDIC – Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea ANART – Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali AIDAC – Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi AI – Autori di Immagini

ICWA – Italian Children’s Writers Association SNS – Sindacato Nazionale Scrittori STRADE – Traduttori Editoriali

UNA – Unione Nazionale Autori