Parte da Roma e raggiungerà il Festival del cinema di Venezia la mostra dedicata a Gina Lollobrigida

“Vorrei essere ricordata soprattutto come artista e, perché no?, anche come attrice”. Una sorta di testamento spirituale che la diva affidò ad un’intervista ed è il senso della mostra a cura del sottosegretario Borgonzoni. Esposte 120 fotografie, i costumi di scena dei suoi più grandi film ed alcuni gioielli

“I mondi di Gina” è un tributo all’eclettico talento di Gina Lollobrigida, una delle più grandi attrici della storia del cinema italiano e internazionale. La mostra, che si apre oggi nelle sale di Palazzo Poli a Roma affacciandosi sulla Fontana di Trevi, è un viaggio affascinante che ripercorre tutta la vita della diva, illustrata con foto provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dal Museo di fotografia contemporanea e da altri archivi privati.

“Vorrei essere ricordata soprattutto come artista e – perché no? – anche come attrice”: è una sorta di testamento spirituale che Gina Lollobrigida affidò ad un’intervista e che il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, e la presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, ideatrici e curatrici dell’evento, hanno preso alla lettera raccontando il variopinto mondo dell’artista italiana.

Lucia Borgonzoni, ideatrice della mostra

“Questa mostra vuole rendere omaggio a tutti gli aspetti della vita di Gina: non solo l’attrice, ma anche la fotografa, la scultrice, la viaggiatrice”, racconta il sottosegretario Borgonzoni. “In sintesi, un simbolo di emancipazione e intraprendenza al femminile, una donna che attraverso l’arte si è saputa reinventare regalandosi nuove vite, che le hanno consentito di esprimersi a tutto tondo e di raggiungere nelle arti figurative una caratura artistica all’epoca impensabile per una star del cinema internazionale: sì, una femminista ante litteram”.

Gina Lollobrigida con la macchina fotografica durante le riprese di Venere imperiale. Roma, 15 settembre 1962

Gina Lollobrigida con la macchina fotografica durante le riprese di Venere imperiale. Roma, 15 settembre 1962

Perché ha deciso di investire il suo tempo per curare la mostra di Gina Lollobrigida? 

Perché è una grande interprete e artista italiana che va celebrata. Andava fatto forse anche prima. Uno dei suoi grandi dispiaceri è quello di non aver mai ricevuto il Leone a Venezia. Credo che lei rappresenti maggiormente il Made in Italy, l’italianità. Mi piaceva raccontare tutto di lei. Il mio intento, così come della presidente di Cinecittà, è quello di celebrare un esempio di donna per le bambine di oggi. Una donna che si è costruita in un mondo, in un periodo storico in cui essere una donna sola era difficile.

Il suo film preferito?

Oltre Pane, amore e fantasia anche La provinciale, il film che abbiamo restaurato e che verrà proiettato al festival del cinema di Venezia.

La mostra, dopo Roma, arriverà anche a Venezia?

Ci sarà questa mostra e anche quella dedicata ad Anna Magnani, due esempi di donne che, ognuna a modo suo, hanno interpretato il femminismo ante litteram. Inoltre, visto il grande desiderio mai esaudito di ricevere il Leone d’oro, ho pensato di celebrarla realizzando un premio per giovani artisti intitolato a lei che verrà consegnato ogni anno durante il Festival del Cinema di Venezia. D’altronde, dare un Leone a qualcuno che non c’è più non ha senso, anzi forse sarebbe peggio.

Sta pensando anche ad altri artisti da poter celebrare? 

Il prossimo anno voglio lavorare con tutta me stessa su Guglielmo Marconi, ci sono dei grandi italiani dimenticati, non dalla gente, ma dalle istituzioni. Io credo che sia ingiusto verso di loro, ma anche verso il paese, perché dovremmo essere orgogliosi di qualcosa che il mondo ci invidia. Marconi dovrebbe essere celebrato in tutte le scuole.

Il detto “nemo profeta in patria” è sempre valido?

Per alcuni è ancora tristemente valido. Abbiamo per esempio Peter Giannini: nato negli Usa, ma di genitori italiani, contribuì a fondare la Banca d’America e la Disney, ma se usciamo qua credo che la maggior parte della gente sappia dirci chi è.

Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del MICe Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà

Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del MICe Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà

Cinecittà per Gina Lollobrigida

“Una  personalità fiera ed eclettica: è quel che fa di Gina Lollobrigida una figura esemplare nel senso letterale della parola”, così dichiara la presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia. “Perché Gina fu innanzitutto una self made woman. Una donna contemporanea, dalle mille sfaccettature e dalla creatività inesauribile, che già al culmine del suo successo negli anni Sessanta, prima in parallelo e poi lasciandosi alle spalle la recitazione, riprese la sua vena artistica e si volse alla fotografia, ricevendo molti premi e onorificenze.

Ma al fondo delle diverse espressioni artistiche che coltivò c’erano dei tratti comuni che le riconoscevano tutti quelli che hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscerla. Dei tratti caratteriali che conservò fino all’ultimo, e cioè una curiosità infinita e un grande entusiasmo. A Gina brillavano spesso gli occhi, viveva di entusiasmi, e l’entusiasmo è contagioso, è un linguaggio universale che tutti capiscono”. Una dichiarazione di grande ammirazione quella di Sbarigia, che conclude: “Pensate che, all’epoca, Marilyn Monroe veniva chiamata la Lollo americana”. 

Il progetto legato a Lollobrigida comprende altre attività successive che si terranno durante la Mostra del cinema di Venezia: una seconda esposizione fotografica che celebrerà Gina assieme ad Anna Magnani, una proiezione di un suo film restaurato e la presentazione di un premio dedicato ai giovani talenti nel campo dell’arte, della moda, del design e della fotografia.

Gina Lollobrigida in Pane, amore e fantasia

Gina Lollobrigida in Pane, amore e fantasia

Le testimonianze

“La Lollo era la Lollo, nessuno faceva più notizia di lei”, ricorda il “re dei Paparazzi” Rino Barillari, la cui testimonianza, ricca di aneddoti, è riportata nel catalogo della Mostra insieme a quella di Stefano Dominella, presidente della Maison Gattinoni Couture. Che racconta: “La star aveva appena finito di girare il film Venere Imperiale interpretando il ruolo di Paolina Bonaparte. La Gattinoni creò per lei degli abiti da sera in stile impero cambiando la sua immagine. Quel taglio sotto il seno dette vita allo ‘stile Lollobrigida’ che accompagnò la star durante tutta la sua straordinaria carriera”.

Ed ancora, tra le testimonianze presenti, anche quella di Jacopo Peruzzi di Costumi d’Arte a cui dobbiamo gli abiti per i film più importanti dell’attrice, di Marina Cicogna e di Jean-Christophe Babin, Ad di Bulgari che ricorda: “I gioielli Bulgari esposti ne ‘I mondi di Gina’ provengono dall’Archivio storico della Maison ed erano parte della sua collezione personale. Gli orecchini con smeraldi, in particolare, sono stati riacquistati nel 2013 a un’asta i cui proventi sono stati devoluti dall’attrice alla ricerca sulle cellule staminali. Questo gesto così nobile testimonia come il successo e la fama non avessero scalfito la sua capacità di essere a contatto con la realtà”.

 “I mondi di Gina” espone oltre 120 fotografie, due abiti originali realizzati per l’attrice da Gattinoni e due costumi di scena dei film Venere Imperiale e La donna più bella del mondo realizzati da Costumi d’Arte e alcuni gioielli Bulgari. Inoltre, saranno proiettati filmati inediti che raccontano la vita privata – grazie alla gentile concessione di Andrea Milko Skofic –  e quella pubblica della grande attrice.