Mark Wahlberg riflette sulla lavorazione di The Departed – Il bene e il male: “Ero arrabbiato per un po’ di cose”

L'attore, che si è guadagnato una nomination all'Oscar per il suo ruolo nel film di Martin Scorsese, ammette di non essere stato nella migliore disposizione d'animo durante le riprese

Di THR ROMA

Mark Wahlberg ha ammesso di non essere stato del tutto soddisfatto durante le riprese del film The Departed – Il bene e il male (2006) di Martin Scorsese. Wahlberg interpretava il sergente Dignam, che lavorava nell’Unità Investigativa Speciale del Dipartimento di Polizia dello Stato del Massachusetts, nel film ambientato a Boston che vedeva nel cast, tra gli altri, anche Leonardo DiCaprio, Jack Nicholson, Matt Damon, Martin Sheen, Alec Baldwin e Vera Farmiga.

“Ero un po’ incazzato per un paio di cose, ma alla fine tutto si è risolto, credo”, ha raccontato Mark Wahlberg nell’episodio del 14 marzo del podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz. “Inizialmente, avrei dovuto interpretare un’altra parte. Inizialmente, avrei dovuto essere pagato”, ha commentato, senza approfondire. “E poi, anche quando abbiamo concordato che avrei interpretato Dignam e ho visto i vantaggi di interpretare quella parte e come avrei affrontato la situazione con tutti gli altri che recitavano di fronte a me, avevo già un altro film dopo”.

Ha detto che aveva appena finito di girare Four Brothers – Quattro fratelli e stava per iniziare le riprese di Imbattibile. “Stavo cercando di farmi crescere i capelli, ecco perché erano strani. Tutti si chiedevano: ‘Che cos’era quella parrucca?’. Io dicevo: non è una parrucca, stavo solo cercando di farmi crescere i capelli per il film successivo”.

Mark Wahlberg e lo scontro con Martin Scorsese

Wahlberg ha parlato apertamente dei suoi scontri con Scorsese in passato e ora dice di capire il punto di vista del regista. “Capisco perfettamente le motivazioni di Marty. Doveva occuparsi di Jack, di Matt e Leo e Alec e tutto il resto dello studio e tutti gli altri che facevano parte del cast e poi io dovevo essere dentro e fuori in cinque settimane”, ha affermato. “Così sono andato a girare Imbattibile, mi sono fatto le extension, sono tornato e mi hanno detto: ‘Devi togliere le extension’. E io: ci sono volute otto ore per questa merda, non ho intenzione di toglierle. Abbiamo avuto un paio di problemi”.

Wahlberg ha finito per ottenere la sua prima e unica (finora) candidatura all’Oscar per il ruolo (ha perso contro Alan Arkin di Little Miss Sunshine, anche se il film ha vinto quattro Oscar, tra cui miglior film e miglior regia). All’epoca, si era reso conto di potersi “divertire” con il personaggio. Wahlberg, che è cresciuto a Boston, aveva dichiarato in precedenza di aver avuto delle conversazioni con Scorsese sull’improvvisazione.

“Alla fine, quando ho letto quel ruolo in particolare, ho pensato: ‘Ok, questo è un bel ruolo’”, ha detto. “Questa è un’opportunità per me di uscire dagli schemi e divertirmi un po’. All’inizio pensavo solo: dobbiamo renderlo il più realistico e credibile possibile. È Boston, è roba da gangster. Non se ne vedono molti di questi film. E pensavo a un quadro generale, non necessariamente ai miei obiettivi individuali o all’opportunità per me come attore. Poi, quando ho riletto la parte, ho pensato: ‘Ok, c’è qualcosa qui’”.

Ocean’s Eleven, occasione mancata

Quando gli è stato chiesto se le nomination agli Oscar e altri riconoscimenti siano importanti, Wahlberg ha risposto che è bello quando succede, ma non è qualcosa su cui si concentra. “Insomma, uno vuole che il film abbia un riconoscimento, vuole avere un riconoscimento, sono cose che aiutano il successo complessivo del film”, ha dichiarato. “Penso che migliori il botteghino, soprattutto se il film esce in quel periodo dell’anno, ma non è più una priorità come un tempo, diciamo così”.

Quindi, preferirebbe che “il film incassasse un miliardo di dollari o che vincesse un Oscar?”, ha chiesto Horowitz. “Se alla fine ne ho un buon guadagno, preferisco avere i soldi”, ha ammesso Wahlberg. “Ma detto questo, insomma, lo sapete, sono un tipo competitivo. Lavoro molto duramente e cerco di fare i migliori film possibili. Voglio sempre essere il migliore. Mi approccio come un atleta, come un combattente, e tutte queste cose. Quindi voglio solo vincere”.

Horowitz ha anche chiesto a Wahlberg di chiarire la questione del rifiuto di Ocean’s Eleven, la commedia di Steven Soderbergh del 2001. Wahlberg ha detto che aveva già preso l’impegno di recitare ne Il pianeta delle scimmie per Tim Burton e in The Truth About Charlie per Jonathan Demme e di non aver quindi potuto partecipare a Ocean’s Eleven.

La carriera di Wahlberg

“Mi è stato chiesto di fare il film e quello che è successo è che abbiamo chiesto se mi avrebbero aspettato, ma io mi ero già impegnato a lavorare con Tim Burton e Jonathan Demme”, ha spiegato. “E per me, anche se quei film non si sono rivelati buoni, sono state esperienze grandiose. E sapete cosa, a quel punto stavo ancora cercando di crescere come attore”.

L’interprete ha dichiarato che alcune parti dei due film non lo avevano entusiasmato all’epoca, ma ha comunque vissuto una grande esperienza lavorando con entrambi. “Ero entusiasta dell’opportunità con Tim, ma non dell’idea di fare quel remake. Valeva però la pena correre quel rischio per lavorare con Burton”, ha affermato a proposito de Il pianeta delle scimmie del 2001.

“La stessa cosa con Jonathan Demme, quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato: “Oh mio Dio, è Philadelphia? È Il silenzio degli innocenti?”. No, era una specie di remake di Sciarada. Quindi, no, non ero entusiasta quando indossavo il berretto, la sciarpa e la baguette, ma ho vissuto uno dei momenti più belli della mia carriera, della mia vita, fuori dal set. Mi sono divertito molto a lavorare a quel film. Ho imparato molto e lavorato con persone di grande talento”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga