Holly, la via europea al cinema fantastico: superpoteri sì, ma dai risvolti sociali

Una scuola, un quartiere popolare, genitori assenti, tanta tv e junk food, una ragazza dal sorriso misterioso a cui vengono attribuiti strani poteri: il film della regista belga Fien Troch è in concorso. Ma forse non era il suo posto

C’è una specie di via europea al cinema fantastico che negli ultimi anni ha prodotto molti film interessanti o anche molto belli e altri meno. Nel primo filone potremmo iscrivere film diversissimi come i francese Gagarine e Rodeo, ma anche il non dimenticato esordio di Gabriele Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot. Al secondo appartengono la seconda prova sempre di Mainetti, lo strabordante Freaks Out, e in qualche modo il film della regista belga Fien Troch visto in concorso, Holly, come la sua protagonista. La via europea al fantastico prevede infatti forti ragioni sociali. L’accesso ai superpoteri o almeno al soprannaturale deve essere legittimato da problemi più vasti, non solo individuali.

Lo avrete capito, ci stiamo girando intorno perché Holly, con le sue musiche lamentose e le sue immagini studiatamente inconcludenti, ci ha lasciato abbastanza indifferenti quando non ci ha innervosito, ma sospettiamo che avrà i suoi fan. La storia è presto detta: c’è una scuola; c’è un quartiere popolare abitato da genitori quasi sempre molto assenti anche se fisicamente presenti, con spreco di tv accese e junk food; c’è un ragazzino con qualche problema mentale regolarmente bullizzato dai più grandi; infine una ragazza detta “la strega”, Holly naturalmente, non meno emarginata benché dotata di uno sguardo misterioso e di un sorriso che incanta.

Un bel giorno la ragazza taciturna telefona a scuola per dire che non verrà, non se ne parla proprio. E proprio quel giorno scoppia un incendio che fa diverse vittime. Stacco, ellissi, cartello. Sono passati mesi e adesso Holly, per qualche tempo sospettata di essere una menagramo, sembra dotata di strani poteri terapeutici se non taumaturgici di cui finirà per approfittare anche una insegnante, compagna di un omone di origini asiatiche che nella scuola lavora e si porta addosso il trauma dell’incendio. Il ragazzo bullizzato finisce un po’ ai margini della vicenda per tornare con forza nell’epilogo, anche visivamente la cosa migliore del film.

Nel frattempo, a forza di vedersi considerata come una specie di santona, la stupefatta Holly finisce per crederci e si fa anche pagare per i suoi “servizi”, cosa che fa imbestialire la prof zelante, ma soprattutto va incontro a una brutta esperienza. Che comunque innescherà, come dubitarne, un processo di crescita generale, interiore ma non solo… In un’altra sezione magari lo avremmo trovato interessante. In Concorso, quest’anno non è certo un caso unico, era abbastanza fuori posto.