Le relazioni possono essere realistiche. Lo dicono i candidati internazionali agli Oscar 2024, da Anatomia di una caduta a Foglie al vento

Nella categoria ci sono anche The Promised Land con Mads Mikkelsen e La zona d'interesse di Jonathan Glazer, ritratto familiare ai bordi dell'Olocausto

È sorprendente, scorrendo i film internazionali in concorso per la stagione dei premi di quest’anno, compresi i premi Oscar 2024, vedere quanti film ci siano incentrati e dedicati agli adulti. Non nel senso “XXX” del termine, ma “adulti” nel senso di storie che ritraggono persone adulte e mature con relazioni adulte e mature.

Prendiamo ad esempio La passione di Dodin Bouffant, diretto dal regista Tran Anh Hùng. Il film, candidato ufficiale della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale, ha come protagonisti Benoît Magimel e Juliette Binoche nei panni di Dodin ed Eugenie, uno chef gourmet del XIX secolo e la sua cuoca, che stringono un legame basato forse più sulla gioia di lavorare insieme e sull’amore condiviso per il cibo che sui loro frequenti incontri sotto le lenzuola.

“Stanno insieme da 20 anni e lei non ha mai voluto sposarsi perché vuole rimanere indipendente”, dice Binoche, descrivendo il suo personaggio de La Passione di Dodin Bouffant. “E sa che la sua indipendenza è legata al suo lavoro, a ciò in cui eccelle, lavorare in cucina, cucinare. Questo la lega a Dodin più di quello che succede in camera da letto”.

Oscar 2024: anatomia dei rapporti

Dall’altra parte dello spettro, sia dal punto di vista storico che romantico, c’è Anatomia di una caduta di Justine Triet, un legal thriller dei giorni nostri che racconta della scrittrice Sandra (interpretata da Sandra Hüller), che potrebbe aver ucciso il marito Samuel (Samuel Theis). Un noir giudiziario incentrato sul dubbio se Sandra abbia ucciso o meno Samuel, sempre candidato come miglior film internazionale agli Oscar 2024.

Una scena di Anatomia di un a caduta di Justine Triet

Una scena di Anatomia di un a caduta di Justine Triet

Ma il fulcro del dramma francese è la dissezione di un matrimonio andato terribilmente storto. Una scena cruciale di Anatomia di una caduta è una violenta lite tra i due, una delle rappresentazioni più strazianti e realistiche mai portate sullo schermo di come le coppie sposate da tempo litigano: senza esclusione di colpi.

Triet, che ha scritto la sceneggiatura con il suo partner nella vita reale, Arthur Harari, afferma che l’idea del film è nata dal desiderio di “immergersi in una relazione” con tutte le sue complessità. Sandra vede chiaramente le molte mancanze del marito, ma fino all’incidente in cui lui muore in una caduta – o in seguito a una spinta? – ha trovato il modo di far funzionare la relazione, per il bene del figlio, perché è quello che fanno le coppie adulte.

Rapporti d’interesse

La zona di interesse di A24, candidato ufficiale del Regno Unito come Miglior film internazionale agli Oscar e candidato ai Golden Globe per il miglior film drammatico, il miglior film non in lingua inglese e la miglior colonna sonora originale, offre una visione ancora più agghiacciante della vita matrimoniale.

Rudolf e Hedwig Höss (Christian Friedel e Sandra Hüller), la coppia al centro del dramma in lingua tedesca di Jonathan Glazer, sembrano avere tutto: una bella casa e un giardino, nonché cinque figli felici e in salute. C’è persino un senso di condivisione, un obiettivo politico comune in cui entrambi credono.

Ma l’obiettivo è l’Olocausto. Rudolf Höss è il comandante di Auschwitz. La coppia è complice di crimini contro l’umanità. Il cinema europeo ha una lunga tradizione nel ritrarre relazioni dal sapore agrodolce. Si pensi al classico di Ingmar Bergman del 1974, Scene da un matrimonio, su una coppia (Erland Josephson e Liv Ullmann) con differenze inconciliabili che non riesce a disinnamorarsi del tutto.

The Promised Land e Foglie al vento: l’amore pratico dei candidati agli Oscar 2024

C’è un po’ più di spazio per il romanticismo in The Promised Land, candidato agli Oscar per la Danimarca, e in Foglie al vento, il candidato della Finlandia. Entrambi presentano elementi della tradizionale storia d’amore. Ma entrambi sono lucidi, non ingenui, sui pericoli e i compromessi di una storia d’amore in età più adulta. Diretto da Nicolaj Arcel, noto per Royal Affair, The Promised Land vede protagonisti Mads Mikkelsen e Amanda Collin nei panni di Ludvig von Kahlen e Ann Barbara, una coppia mal assortita – lui è un soldato diventato un ambizioso colono, lei una povera governante – la cui relazione, inizialmente, è più transazionale che amorosa.

La sua prima scelta romantica, l’altolocata Edel Helene (Kristine Kujath Thorp), non è disponibile. Suo padre l’ha destinata a sposare il perfido ma ricco cugino, il malvagio proprietario terriero Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg). Quando incontriamo Ann Barbara per la prima volta, lei è felicemente sposata con Johannes (Morten Hee Andersen). Entrambi lavoravano per De Schinkel prima di fuggire.

È solo quando il destino interviene – De Schinkel uccide Johannes, von Kahlen perde gli altri lavoratori ed è in cerca di aiuto – che la relazione tra Ludvig e Ann Barbara inizia a evolversi in un’alleanza più profonda. Il loro primo incontro sessuale viene inquadrato come una questione pratica. Nella brughiera danese fa molto freddo. Con la legna da ardere in esaurimento, condividere un letto ha senso dal punto di vista economico.

Una scena di Foglie al vento di Aki Kaurismäki

Una scena di Foglie al vento di Aki Kaurismäki. Foto di Malla Hukkanen. Courtesy of Lucky Red

Foglie al vento di Aki Kaurismäki, il film che più si avvicina a una storia d’amore vecchio stile tra i contendenti internazionali di quest’anno, ha molti momenti da classica commedia romantica. Ma a ciascuno di essi viene dato un tocco sardonico. I cuori solitari Ansa (Alma Pöysti, candidata ai Golden Globe) e Holappa (Jussi Vatanen) si incontrano a una fermata dell’autobus dove lui è svenuto per il troppo alcol.

Il loro primo appuntamento prevede un caffè condiviso senza alcuna conversazione, seguito da una stoica visione della commedia zombie di Jim Jarmusch I morti non muoiono. “Non avrebbero mai potuto farcela”, dice ironicamente Ansa dopo il film. “C’erano troppi zombie”. Non è esattamente un momento da film di Natale. “Non è la tipica storia d’amore hollywoodiana: non si tratta di persone famose o ricche, ma di persone normali, persone che si sentono sole, emarginate, ma che desiderano ancora qualcosa di diverso”, dice Pöysti. “Forse non sarà un ‘vissero felici e contenti’, ma c’è compagnia. Ed è già qualcosa”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga