Oscar 2024: chi vincerà e chi dovrebbe vincere (in ogni categoria) secondo The Hollywood Reporter

Scott Feinberg, esperto di premi di THR, e David Rooney, capo della critica cinematografica, valutano i titoli che meriterebbero la statuetta e quelli che con ogni probabilità la otterranno. Dal grande favorito Oppenheimer ad Anatomia di una caduta passando per Lily Gladstone, Emma Stone e La zona d'interesse

Se ci si affida alla matematica e ai premi già assegnati durante questa stagione, le opzioni sono evidenti: Oppenheimer è il favorito nelle previsioni degli Oscar 2024. Restano tuttavia alcuni titoli e alcune categorie che avrebbero meritato un’attenzione diversa. Scott Feinberg e David Rooney spiegano chi vincerà e chi, invece, dovrebbe vincere alla cerimonia di domenica 10 marzo (in Italia disponibile in diretta su Rai1 dalla notte di lunedì 11).

Miglior film

Vincerà: Oppenheimer

La zona d’interesse, Povere creature!, Anatomia di una caduta, The Holdovers – Lezioni di vita e Barbie hanno molti ammiratori, ma il capolavoro di Christopher Nolan ha dominato l’intera stagione dei premi e non c’è motivo di credere che si fermerà ora. È un’opera d’epoca che sembra ancora attuale, è interpretata da attori popolari ed è stata diretta dal regista più ammirato (e atteso) della sua generazione: in altre parole, una vera e propria delizia per i membri dell’Academy. – Scott Feinberg

Dovrebbe vincere: Oppenheimer

L’apparente inevitabilità di una vittoria per il resoconto di Nolan su un momento cruciale della storia della guerra non la rende una scelta sbagliata. Si tratta di un’opera imponente, che combina uno studio intimo dei personaggi con un’esplorazione a tutto campo dell’ossessione scientifica, dell’eccezionalismo americano e dei giochi politici, dimostrando al tempo stesso che i film che affrontano argomenti spinosi non hanno bisogno di essere semplificati per attirare un pubblico entusiasta. – David Rooney

Emily Blunt, Christopher Nolan e Cillian Murphy sul set di Oppenheimer

Emily Blunt, Christopher Nolan e Cillian Murphy sul set di Oppenheimer. Courtesy of Universal Pictures

Miglior regista

Vincerà: Christopher Nolan, Oppenheimer

Se c’è una cosa su cui si può scommettere è che l’enigma britannico Nolan – i cui titoli vanno da Il cavaliere oscuro a Inception – finalmente interromperà la sua striscia di sconfitte in questa categoria. Ha vinto tutti i premi precedenti, dal BAFTA per la miglior regia al DGA, storicamente foriero di successi. Anche gli altri quattro candidati sembrano essersi riconciliati con l’idea che questo è il suo anno, non il loro. – SF

Dovrebbe vincere: Christopher Nolan, Oppenheimer

Non è raro che la filmografia di Nolan susciti un atteggiamento di avversione e una certa ambivalenza nei confronti dei suoi film di genere “mind-bender”, non da ultimo a causa della sfilza di imitazioni di qualità inferiore che hanno generato. Ma il genio imperfetto che si cela dietro l’invenzione rivoluzionaria dell’armamento atomico rappresenta un connubio ideale tra regista e materiale, che permette a Nolan di sbizzarrirsi in dettagliate teorie scientifiche e allo stesso tempo di costruire magistralmente un thriller a ritmo lento. – DR

Miglior attore

Vincerà: Cillian Murphy, Oppenheimer

Da tempo si prospetta una corsa a due tra Paul Giamatti di The Holdovers – Lezioni di vita e Cillian Murphy di Oppenheimer, nessuno dei due è un protagonista convenzionale. Ognuno dei due ha vinto un Golden Globe come miglior attore; poi Giamatti ha vinto il Critics Choice Award; infine Murphy si è scaldato e ha vinto i premi BAFTA e SAG. L’irlandese probabilmente beneficia dello slancio, dell’interpretazione di una persona reale e dell’entusiasmo per il suo film, che porterà a voti di coda. – SF

Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer. critcs

Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer. Courtesy of Universal Pictures

Dovrebbe vincere: Cillian Murphy, Oppenheimer

I suoi occhi azzurro pallido rivelano l’elevato intelletto del tenero J. Robert Oppenheimer, ma anche la sua angoscia strisciante e le sue corrosive remore morali per la distruzione che ha messo in moto. Tuttavia, non dispiacerebbe se la vittoria andasse a Jeffrey Wright per la complessità pungente e la malinconica vulnerabilità del suo lavoro in American Fiction. – DR

Miglior attrice

Vincerà: Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon

Nonostante si percepisca un’ondata tardiva a favore di Sandra Hüller di Anatomia di una caduta, ma dato che solo tre persone hanno vinto un Oscar per la recitazione senza aver prima vinto un importante premio precursore, la scommessa più sicura è quella di Emma Stone di Povere creature! (vincitrice di Globe, Critics Choice e BAFTA Award), che ha vinto sette anni fa, o di Lily Gladstone di Killers of the Flower Moon (vincitrice di Globe e SAG), che entrerebbe nella storia come prima vincitrice nativo-americana di questo premio. – SF

Lily Gladstone con Martin Scorsese sul set di Killers of the Flower Moon

Lily Gladstone con Martin Scorsese sul set di Killers of the Flower Moon. Courtesy of Apple

Dovrebbe vincere: Emma Stone, Povere creature!

La sensibilità di Gladstone la renderebbe una vincitrice ampiamente meritevole. Lo stesso vale per Hüller, che porta un’intelligenza tagliente e il rifiuto di ammorbidire i contorni di una scrittrice accusata di aver ucciso il marito. Ma non c’è stata interpretazione più folgorante di quella di Stone, nei panni di una donna che si ricostruisce letteralmente da zero, liberandosi dalle catene della società educata e dell’ordine patriarcale man mano che acquisisce conoscenza ed esperienza. – DR

Miglior attore non protagonista

Vincerà: Robert Downey Jr., Oppenheimer

Quattro attori amatissimi che non hanno mai vinto hanno un’ottima occasione quest’anno: Sterling K. Brown (American Fiction), Ryan Gosling (Barbie), Mark Ruffalo (Povere creature!) e Robert Downey Jr. (Oppenheimer). Dato che Downey è in lizza per il film più apprezzato dagli elettori, ha una grande narrazione personale (ha vissuto “molte vite” dalla sua prima candidatura, per Chaplin, 31 anni fa) e ha vinto tutti i premi precursori più importanti, non si può che scegliere lui. – SF

Dovrebbe vincere: Robert Downey Jr., Oppenheimer

Non è stata prestata abbastanza attenzione alla gelida efficacia di Robert De Niro nei panni del mostro doppiogiochista che manipola il nipote in Killers of the Flower Moon, mentre il sublime Ken di Ryan Gosling arriva molto vicino al portarsi via Barbie. Ma ci vogliono una scintilla carismatica e un’intelligenza fulminea per fare quello che Downey fa come antagonista principale in Oppenheimer, rivelando gradualmente la sua spietatezza. – DR

Migliore attrice non protagonista

Vincerà: Da’Vine Joy Randolph, The Holdovers – Lezioni di vita

Delle cinque candidate di questa categoria, quattro erano almeno abbastanza note un anno fa: Jodie Foster, Emily Blunt, America Ferrera e Danielle Brooks. Ma poi Da’Vine Joy Randolph di The Holdovers ha rubato ogni scena in cui è apparsa. La sua interpretazione, dopo aver già conquistato i premi precursori, è ora pronta a diventare la prima delle nove interpretazioni nominate agli Oscar in un film di Alexander Payne a essere effettivamente incoronata come vincitrice. – SF

Da'Vine Joy Randolph e Alexander Payne sul set di The Holdovers - Lezioni di vita. Randolph è candidata agli Oscar come miglior attrice non protagonista

Da’Vine Joy Randolph e Alexander Payne sul set di The Holdovers – Lezioni di vita. Courtesy of Focus Features

Dovrebbe vincere: Danielle Brooks, Il colore viola

Sebbene Randolph sia commovente nel ruolo della cuoca di una scuola privata devastata dal dolore, la sua conquista di tutti i premi più importanti per l’attrice non protagonista in questa stagione dei premi sembra una scelta dettata dalla pressione sociale. Tutt’altra storia è Brooks de Il colore viola, la cui radiosa vitalità nei panni di Sofia brucia abbastanza da riaccendersi anche dopo anni di crudeltà disumanizzante, con la sua gioia che esplode dallo schermo. – DR

Migliore sceneggiatura non originale

Vincerà: Oppenheimer

I votanti dei Critics Choice e dei BAFTA hanno appoggiato American Fiction di Cord Jefferson, come anche molti votanti agli Oscar. Altri hanno visto questo premio come un’occasione per celebrare Greta Gerwig (e Noah Baumbach) per Barbie. Ma la stragrande maggioranza dei vincitori del miglior film vince anche un premio per la sceneggiatura (compresi quattro degli ultimi cinque). Considerando la probabilità che Oppenheimer vinca il premio per il miglior film e l’impressionante adattamento di Nolan, non sembra il caso di scommettere contro di lui. – SF

Dovrebbe vincere: Povere creature!

Sia Nolan per Oppenheimer che Jonathan Glazer per La zona d’interesse sarebbero degni vincitori, anche se forse non c’è niente di meglio dell’audace adattamento di Tony McNamara del romanzo di Alasdair Gray in una picaresca favola femminista piena di umorismo rude, eccentricità radicale ed esultante sensualità. Quest’anno c’è stata una battuta più divertente di: “Devo andare a prendere a pugni quel bambino”? – DR

Migliore sceneggiatura originale

Vincerà: Anatomia di una caduta

The Holdovers, scritto da David Hemingson, potrebbe diventare il terzo film diretto da Payne a vincere l’Oscar per la sceneggiatura. Past Lives, il debutto nel lungometraggio di Celine Song, gode di un enorme sostegno da parte del cinema indie. Ma Anatomia di una caduta, scritto da Justine Triet e Arthur Harari, ha dimostrato una forza impressionante con gli elettori internazionali (una grossa fetta dell’Academy), vincendo Globe, BAFTA e European Film awards. – SF

Dovrebbe vincere: Past Lives

È quasi impossibile decidere tra l’intricato thriller giudiziario di Triet, su un’imperscrutabile autrice alla sbarra per il possibile omicidio del marito, e la profonda immersione di Song in destini intrecciati e divergenti. Eppure a volte è semplice scegliere quest’ultimo semplicemente per le riflessioni del dramma sulle strade non percorse non smettono mai risuonare in mente, già dalla prima visione. – DR

Miglior documentario

Vincerà: Bobi Wine: The People’s President

Poiché i documentari più importanti dell’anno non sono riusciti a passare nel ramo dei documentari dell’Academy, rimangono cinque nominati forti ma difficili da vendere che molti elettori hanno saltato del tutto, rendendo questo premio molto difficile da prevedere. 20 Days in Mariupol, sull’attacco della Russia all’Ucraina, è probabilmente il più attuale, ma Bobi Wine: The People’s President, anch’esso sulla lotta per la libertà, è meno brutale e ha un soggetto carismatico per cui tifare. – SF

Una scena di Bobi Wine: The People's President

Una scena di Bobi Wine: The People’s President. Courtesy of NatGeo/Disney+

Dovrebbe vincere: La memoria eterna

Due film hanno dominato la conversazione: lo studio straziante del trauma intergenerazionale in Quattro figlie (Four Daughters) e il racconto coinvolgente dell’assedio russo all’Ucraina in 20 Days in Mariupol. Ma non riesco a ricordare una considerazione più dolorosamente tenera dell’amore e della devozione disinteressata del ritratto di Maite Alberdi di due importanti figure pubbliche cilene, mentre una di loro scivola inesorabilmente nella nebbia dell’Alzheimer. – DR

Miglior film internazionale

Vincerà: La zona d’interesse

In un altro anno, Netflix avrebbe potuto spingere La società della neve verso la vittoria. Ma quest’anno, l’unico film non in lingua inglese che avrebbe potuto impedire a La zona d’interesse di diventare il primo vincitore in assoluto di questo premio nel Regno Unito, Anatomia di una caduta (che l’ha battuto a Cannes e ai premi Critics Choice, Golden Globe, National Board Review e Spirit Awards, ma ha perso ai BAFTA), non è stato nemmeno presentato dalla Francia. – SF

Dovrebbe vincere: La zona d’interesse

Niente si avvicina al dramma sui generis di Jonathan Glazer sull’Olocausto, in cui sentiamo ma non assistiamo mai alle atrocità commesse ad Auschwitz dalla distanza disorientante della confortevole casa di famiglia del comandante del campo, appena al di là del muro. Il controllo del regista sulla narrazione tonale e visiva, l’attenzione meticolosa per i dettagli e l’uso agghiacciante del suono ne fanno un’esperienza unica e inquietante. – DR

Miglior film d’animazione

Vincerà: Spider-Man: Across the Spider-Verse

Non bisogna sottovalutare il potere del blocco di votanti Disney/Pixar all’interno dell’Academy, che sosterrà Elemental, o l’ammirazione internazionale per il maestro degli anime Hayao Miyazaki, che potrebbe favorire il suo probabile canto del cigno, Il ragazzo e l’airone. Ma a cinque anni dalla vittoria di Spider-Man: Into the Spider-Verse sembra molto più probabile che il suo sequel ne seguirà le orme. – SF

Una scena di Spider-Man: Across the Spider-Verse

Una scena di Spider-Man: Across the Spider-Verse. Courtesy of Sony Pictures Animation

Dovrebbe vincere: Il ragazzo e l’airone

Con tutto l’amore per Spider-Man: Across the Spider-Verse, in un momento in cui il film di supereroi ha un estremo bisogno di una revisione del genere, la saga offre un’azione intelligente, un’energia cinetica e una grafica vertiginosamente inventiva. Ma l’uscita di Miyazaki dalla pensione dopo 10 anni è un dono raro. La bellezza pittorica di ogni fotogramma è straordinaria, mentre la narrazione è arricchita dal tono elegiaco di un uomo che guarda indietro a una vita ricca di eventi. – DR

Le previsioni nelle altre categorie

  • Miglior fotografia: Oppenheimer
  • Migliori costumi: Barbie
  • Miglior montaggio: Oppenheimer
  • Miglior truco e acconciature: Maestro
  • Migliori musiche originali: Oppenheimer
  • Miglior canzone originale: “What Was I Made For?” di Billie Eilish da Barbie
  • Miglior scenografia: Barbie
  • Miglior suono: Oppenheimer
  • Migliori effetti visivi: Godzilla Minus One
  • Miglior cortometraggio: La meravigliosa storia di Henry Sugar (di Wes Anderson)
  • Miglior cortometraggio d’animazione: War is over (Ispirato alla musica di John Lennon e Yoko Ono)
  • Miglior cortometraggio documentario: The Last Repair Shop

 

Traduzione di Pietro Cecioni