La crisi dei supereroi non è finita: Disney dimezza le uscite annuali della Marvel

Nel piano aziendale presentato da Bob Iger, il Cinematic Universe da milioni di fan avrà meno spazio e risorse. Da quattro a due serie TV e film all'anno, la produzione degli Studios cambierà dopo Deadpool & Wolverine

La Disney ha intenzione di rivalutare il suo programma di film e serie televisive dei Marvel Studios, riducendo sensibilmente la produzione del franchising. Durante la presentazione degli utili del secondo trimestre fiscale, l’amministratore delegato della Disney, Bob Iger, ha dichiarato agli analisti che la società si sta finalmente allontanando da “un residuo, fondamentalmente un desiderio, del passato di aumentare il volume”.

“Ho lavorato duramente con lo Studio per ridurre la produzione e concentrarmi maggiormente sulla qualità, in particolare con la Marvel”, ha aggiunto. Cosa significherà per i prossimi film e show televisivi della Marvel? La programmazione di quest’anno, caratterizzata da Deadpool e Wolverine, non ne risentirà, ma si farà sentire negli anni futuri.

“Stiamo lentamente diminuendo il volume e passando probabilmente a circa due serie TV all’anno invece di quelle che erano diventate quattro, e riducendo la nostra produzione cinematografica da quattro all’anno a due o al massimo tre”, ha aggiunto Iger.

Bob Iger sul piano per la Marvel

Ha proseguito il CEO: “Stiamo lavorando duramente su questo percorso, abbiamo un paio di buoni film nel 2025 e poi ci stiamo dirigendo verso altri Avengers, di cui siamo estremamente entusiasti (Avengers: La dinastia Kang è previsto per il 2026”, anche se non avrà più Jonathan Majors nel ruolo principale).

“In generale credo che la programmazione adesso vada bene, è qualcosa a cui ho dedicato sempre più tempo. Il team è uno di quelli in cui ripongo un’enorme fiducia e ciò che stiamo facendo,  compresi tutti i sequel, non è secondo a nessuno”, ha continuato.

Il futuro della Marvel è stato un argomento scottante per la Disney, visto che gli ultimi film hanno avuto un rendimento insufficiente. Riducendo la produzione sia cinematografica che televisiva, Iger suggerisce che la società intende rendere i film di nuovo un evento, piuttosto che un obbligo trimestrale.