Gerard Butler: risolta la causa da 10 milioni di dollari sui profitti di Attacco al potere

In una querela presentata nel 2021, l'attore aveva sostenuto di non aver visto un centesimo di profitto dalla pellicola del 2013, che ha generato due sequel

Gerard Butler ha risolto la controversia legale che lo vedeva coinvolto in una causa per almeno 10 milioni di dollari di profitti derivanti dal film Attacco al potere del 2013. Gli imputati Nu Image e Millennium Media hanno notificato martedì 10 ottobre al tribunale l’accordo, che è subordinato al completamento di alcuni termini entro 45 giorni. Non si hanno ancora dettagli in merito.

Butler e la sua società di produzione G-Base Entertainment nel 2021 hanno intentato causa presso la Corte Superiore di Los Angeles, sostenendo che certi produttori avrebbero guadagnato decine di milioni di dollari dal film ma si sarebbero rifiutati di pagargli la sua parte di profitti. Butler ha parlato di uno “schema completo e premeditato” progettato per “travisare grossolanamente il bilancio del film”.

La presunta frode e gli accordi

In base all’accordo per la produzione e la partecipazione al film, Butler ha diritto a bonus al botteghino, al 6% dei ricavi nazionali, al 2% dei ricavi esteri e al 10% dei profitti netti. Secondo la denuncia, un audit avrebbe rivelato che la Nu Image e la Millennium Media avrebbero sottovalutato gli incassi e i profitti di Attacco al potere di oltre 11 milioni di dollari. Tra l’altro, non hanno dichiarato circa 8 milioni di dollari di pagamenti ai loro dirigenti. Tra le altre presunte false dichiarazioni vi sono la sottostima degli introiti nazionali di oltre 17,5 milioni di dollari e la deduzione di quote residue che non sono mai state pagate, il che potrebbe avere implicazioni per l’idoneità all’assistenza sanitaria della troupe, si legge nella causa.

Secondo Butler gli accordi di distribuzione sono stati strutturati in modo fraudolento per evitare che i distributori dichiarassero tutti gli incassi lordi. “I produttori hanno dato istruzioni ai distributori di dedurre determinati importi dagli incassi che avrebbero dichiarato ai produttori”, si legge nella denuncia. “I produttori, a loro volta, non includevano questi importi dedotti nelle informazioni finanziarie fornite a Butler”.

Il presunto schema comprendeva la stipula di accordi volti a minare la capacità dei produttori di rendere conto e pagare correttamente Butler. Secondo l’accusa, “i produttori hanno poi rinnegato la loro promessa di far sì che alcuni di questi distributori terzi rendessero conto a Butler e lo pagassero direttamente. Questo ha permesso ai produttori di controllare e manipolare le modalità di rendicontazione dei proventi del film all’attore”.

Butler ha anche fatto cenno a una battaglia legale tra i produttori e la Directors Guild of America. Non avendo dichiarato i profitti, hanno minacciato l’assistenza sanitaria del regista e degli assistenti alla regia del film. La querela contestava, tra le altre cose, frode, violazione del contratto e interferenza intenzionale con le relazioni contrattuali. Gli imputati hanno sostenuto che è possibile avanzare una richiesta di risarcimento per violazione del contratto solo in assenza di false dichiarazioni su cui Butler ha fatto affidamento per sostenere una richiesta di frode. Il processo è fissato per gennaio 2024.

Attacco al potere, che ha generato due sequel, ha incassato almeno 170 milioni di dollari in tutto il mondo. I produttori avrebbero dichiarato a Butler un profitto di meno di 100.000 dollari per le entrate nazionali e meno di 320.000 dollari per le entrate estere dal 2019 al 2021. Millennium Media e un avvocato della società non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.

Traduzione di Pietro Cecioni