Hollywood, la fine dello sciopero degli attori ratificato dal sindacato: “L’inizio di una nuova era per il settore”

Via libera definitivo dagli iscritti della SAG-AFTRA al nuovo contratto triennale, che vale tre volte il valore dell'accordo del 2020. All'interno limitazione sull'intelligenza artificiale e aumento del salario minimo. Per alcuni "tutele storiche", per altri non è abbastanza

Gli attori iscritti al sindacato SAG-AFTRA, che riunisce i 160.000 persone, hanno votato per ratificare l’accordo che sancisce la fine dei 118 giorni del loro sciopero, la più lunga battaglia sindacale della storia di Hollywood. Il nuovo contratto triennale con gli Studios, che il sindacato ha valutato in oltre 1 miliardo di dollari, più del triplo del valore dell’accordo del 2020, aumenta i salari minimi del 7% nel primo anno e del 4% e del 3,5% negli anni successivi.

Il voto on line, che si è chiuso nella serata del 5 dicembre (orario di Los Angeles), ha approvato il documento con il 78% dei sì. L’affluenza è stata del 38%. Il documento è frutto dell’accordo raggiunto l’8 novembre tra i rappresentanti sindacali e quelli dei produttori (AMPTP).

Cosa stabilisce il nuovo contratto degli attori

“Questo contratto è un’enorme vittoria per gli attori e segna l’inizio di una nuova era per il settore, raggiungerlo è stato davvero uno sforzo collettivo”, hanno scritto la presidente del sindacato Fran Drescher e il direttore esecutivo nazionale Duncan Crabtree Ireland in una dichiarazione congiunta condivisa con gli iscritti.

“I membri della SAG-AFTRA” ha aggiunto Drescher “hanno mantenuto un livello di impegno incredibile durante questo processo e so che continueranno a dare il loro sostegno nel nostro prossimo ciclo di negoziati. Questo è un periodo d’oro per la SAG-AFTRA e il nostro sindacato non è mai stato così potente”.

Anche il sindacato degli Studios si è congratulato con i rappresentanti SAG-AFTRA, parlando di “guadagni e tutele storici per gli attori”.

L’accordo stabilisce nuovi paletti sull’uso dell’intelligenza artificiale e crea un bonus per i contenuti in streaming, istituisce nuove regole per i provini virtuali e per le self-tape. Il sindacato ha alzato i “tetti” di contribuzione ai piani pensionistici e sanitari e, per la prima volta, ha incluso nel contratto la performance capture – una tecnologia cinematografica che permette di catturare movimenti ed espressioni facciali di un soggetto reale per poi riprodurli – come lavoro sindacale coperto.

Cosa è successo con lo sciopero degli attori

Le aspettative sull’accordo erano molto alte, dati i quasi quattro mesi di sciopero che hanno coinciso con l’astensione dal lavoro di 148 giorni anche della Writers Guild of America, gli sceneggiatori di Hollywood. Un momento che ha conferito un insolito potere a entrambi i sindacati. L’interruzione congiunta del lavoro ha inferto un colpo da 6 miliardi di dollari all’economia californiana, secondo una stima di novembre del Milken Institute, e ha lasciato molti professionisti dell’industria disoccupati o sottoccupati per metà anno. Sono stati posticipati film attesi, come Dune – Parte due e Deadpool 3, e serie popolari come Stranger Things di Netflix.

Nelle settimane precedenti alla pubblicazione dei risultati del voto di ratifica, tra gli iscritti al sindacato si è scatenato un dibattito online sulle tutele nei confronti dell’IA incluse nell’accordo. Alcuni ritengono che il primo tentativo del sindacato di regolamentare la nascente tecnologia non si sia spinto abbastanza in là, in particolare non vietando l’uso di “attori sintetici”, né proibendo alle aziende di utilizzare le performance per addestrare gli strumenti di IA. Altri, invece, credono che questi primi paletti proteggeranno gli iscritti per i prossimi due anni e mezzo, fino a quando il sindacato non tornerà a negoziare con gli Studios.

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga