“Il cinema non si lancia senza la presenza fisica degli autori, i festival fanno questo mestiere da cento anni”. Giorgio Gosetti, ex direttore dell’AFIC, ora presieduto da Pedro Armocida, parla sul palco dell’Anica a Roma introducendo la ricerca Il cinema di oggi, gli spettatori di domani. Primo risultato: i festival di cinema stanno bene. Anzi fanno bene: all’industria del cinema e alle persone. Perseverano nella loro politica di rimanere gratuiti, continuano a ricevere fondi pubblici, non smettono di attirare spettatori (2 milioni sono le visioni di film ai festival solo da marzo 2023 a febbraio). Nessuno però è soddisfatto del budget a disposizione, tanto che Michele Casula di Ergoresearch, che ha condotto lo studio, ha intitolato un paragrafo “Il cuore oltre il budget”. E se c’è un surplus di qualcosa è quello di valore. Perché i numeri sembrano dire che per il pubblico l’esperienza di un festival vale molto di più di quanto costa.
In platea ci sono i due diretti interessati già richiamati nel titolo della ricerca. Gli organizzatori dei festival di cinema, anche quelli cittadini, come Alice nella città, e il pubblico di domani, ragazzi e ragazze, tra felpe di Challengers di Luca Guadagnino e adesivi della casa di produzione indipendente A24 attaccati sui cellulari. Gli under 34, ma soprattutto, tra loro, i teen dai 15 ai 19 anni, quelli che, racconta la ricerca, nei festival che hanno aderito al questionario, hanno generato più della metà delle admissions, il 58%.
All’incontro, moderato da Giorgio Gosetti: Pedro Armocida, nuovo Presidente Afic; Michele Casula – Ergo Research; Joana Fresu de Azevedo – Vicepresidente Afic; Salvatore Nastasi – Presidente Siae; Francesco Rutelli – Presidente Anica e Bruno Zambardino – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo Ministero della Cultura. La ricerca è stata realizzata nel corso del 2023 con il sostegno della Direzione generale cinema e audiovisivo del ministero della cultura e della Siae, insieme a Ergo Research con Cinetel/CinExpert, Consulta universitaria di cinema.
I festival coinvolti
“Il sistema dei festival, rassegne e premi – dichiara Pedro Armocida, neo presidente Afic e direttore della Mostra internazionale di Pesaro – si rivela ancora una volta centrale nell’ecosistema del cinema e dell’audiovisivo italiano, riuscendo spesso ad arrivare dove anche le sale cinematografiche non riescono, trasformandosi in un vero e proprio circuito alternativo di diffusione e di promozione di un cinema altrimenti quasi invisibile”.
Il campione coinvolto nell’indagine è espressione di un comparto dinamico. Il questionario a risposta multipla preparato da Afic ed Ergoresearch è stato inviato a oltre cento festival. Hanno risposto 41 festival, di cui 23 hanno fornito anche dettagli sulle loro programmazioni artistiche. “All’inizio ci siamo sentiti delusi, pensavamo fosse un campione troppo piccolo”, ha avvertito Casula.
“Ma oltre a portare avanti l’impegno e il desiderio di allargare la ricerca ricevendo nuove risposte, ci siamo anche accorti che, nonostante quantitativamente ridotto, il campione è qualitativamente molto rappresentativo comprendendo realtà piccole, medie e grandi”.
Opportunità per i giovani?
Il comparto si caratterizza per manifestazioni longeve (i festival descritti contano mediamente 25 edizioni). Queste coinvolgono molte persone (20) già nella fase organizzativa (tra i 6 e i 12 mesi prima) che raddoppiano durante l’evento, soprattutto grazie all’apporto di volontari e liberi professionisti.
Dal pubblico infatti una studentessa ha alzato la mano per chiedere quali concrete possibilità per i giovani che vogliono essere futuri lavoratori del comparto. “Il contributo dei volontari è fondamentale”, ha detto Gosetti, auspicando che quella ai festival sia per loro un’esperienza formativa e possano essere integrati successivamente tra i collaboratori.
Il presidente dell’Anica Francesco Rutelli ha sottolineato l’importanza del pubblico giovane. “È questo un vivaio di persone che diventeranno autori, critici oltre che spettatori. Il mondo dei festival per loro rappresenta una grande opportunità formativa”.
Fondi pubblici e gratuità del biglietto
I budget che emergono dalla ricerca sono in media di un certo rilievo. Si tratta di oltre 120.000 euro, ma un quarto dei rispondenti ne dichiara più di 200 mila. Questa cifra è valutata in crescita sia rispetto al recente passato sia guardando in prospettiva futura.
I finanziamenti sono legati al sostegno pubblico come principale fonte. Questi valgono più del 70% con in testa fondi che derivano dal ministero della cultura e dalla Regione, seguiti da Comuni e Film commission. Lo sbigliettamento ha un ruolo residuale: il 5%. “Questa percentuale risente del fatto che la maggior parte dei festival prevedono un’offerta gratuita”, ha detto Joana Fresi de Azvedo, vicepresidente Afic.
“Non è sano che il sistema della promozione culturale pesi sulla mano pubblica per il 70%. È troppo e l’accesso ai fondi è anche molto rigido”, ha commentato Gosetti. “I festival sono imprese che contribuiscono a formare la cultura delle persone. Dunque è necessario tendere a un 50 e 50 tra investimenti pubblici e privati. Occorre lavorare per essere attrattivi per il mercato”. La gratuità delle manifestazioni è il principale punto critico, condiviso anche da Francesco Rutelli che ha sottolineato la necessità di affrontarlo.
Se è vero che le risorse sono discrete nessuno degli intervistati si dichiara soddisfatto. Il 39% delle realtà ha chiuso edizioni con spese non coperte, tanto da esprimere un fabbisogno futuro in media del 30% in più. I costi maggiori sono associati a spese legate al personale, a vitto, alloggio e spostamenti e le sale.
Collaborare per un interesse comune
A conclusione Gosetti ha suggerito un approccio collaborativo da parte di tutti i comparti, dai festival, alla distribuzione, quindi al dialogo con gli esercenti delle sale cinematografiche. La sala, ha spiegato, si trova ad affrontare contemporaneamente un eccessivo afflusso di prodotti e una notevole mancanza di circolazione dei film che il pubblico sceglie, affidandosi ai distributori. “Con 15 nuovi titoli in uscita questa settimana, è praticamente impossibile per gli spettatori vederli tutti. È necessario semplificare questo processo”.
Nei grandi festival, come quelli di Venezia o di Bari, la maggior parte dei titoli viene presentata presumendo già di avere una distribuzione garantita. “Tuttavia, questa ricerca ci permette di esaminare una realtà più complessa, fondamentale per futuri ragionamenti”. Qui il 69% dei contenuti ha raggiunto il pubblico solo attraverso il festival, ha segnalato Casula, interrogandosi sulla possibilità che esista una discrepanza tra i gusti del pubblico e la politica di distribuzione?
Mentre i festival cinematografici proliferano, inoltre, hanno ricordato, le sale cinematografiche stanno perdendo terreno. “È essenziale migliorare la collaborazione tra vari settori, inclusi gli esercenti, che condividono lo stesso interesse”, ha concluso Gosetti.
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