Il cinema indipendente sta silenziosamente continuando a fare affari con la Russia

Nonostante la guerra in Ucraina, la messa al bando dei delegati russi a Cannes e il boicottaggio del paese da parte degli Studios, molti hanno continuato a fare affari con Mosca

L’anno scorso, al festival di Cannes, l’Ucraina era nei pensieri di tutti. Sulla scia dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022, il festival e il Marché du Film di Cannes hanno imposto un divieto assoluto a tutte le delegazioni russe o società cinematografiche collegate al governo di Vladimir Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva addirittura aperto il festival, parlando da Kiev in diretta video e invitando l’industria cinematografica mondiale a prendere posizione per il suo Paese e contro l’aggressore. “Il cinema non deve restare in silenzio”, aveva detto.

La posizione di Cannes non è cambiata. Durante la conferenza stampa pre-festival di lunedì, il direttore del festival di Cannes Thierry Frémaux, indicando la spilla con la bandiera ucraina sul bavero, ha ricordato alla stampa internazionale che il festival francese è ancora solidale con il popolo ucraino. Il divieto di accesso per i delegati russi e le aziende legate al Cremlino è ancora in vigore.

Anche il boicottaggio della Russia da parte degli studios rimane valido: Disney, Sony, Warner Bros. e Paramount hanno smesso di distribuire i loro film nel territorio dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Ma molti nel mondo del cinema indipendente stanno ancora vendendo film, in silenzio e di nascosto, nel lucroso mercato russo. Con poche eccezioni, la maggior parte degli indipendenti non ha mai messo in pausa la propria attività con la Russia.

Tutti i film indie (e non) in uscita in Russia

La lista dei nuovi titoli indie che si sono assicurati un’uscita in Russia è lunga e variegata, dal film di guerra The Covenant di Guy Ritchie della STX a BlackBerry della XYZ Films, il film preferito del festival di Berlino, passando per il thriller iraniano Holy Spider della Goodfellas, film in concorso a Cannes l’anno scorso, fino al sorprendente successo splatter Winnie The Pooh: Blood and Honey di Premiere Entertainment. Non essendoci al momento blockbuster hollywoodiani con cui competere in Russia, i titoli indipendenti possono fare incetta di incassi.

“Il mercato russo è apertissimo in questo momento, il margine di crescita è enorme, quindi è molto allettante vendere ai russi”, ha osservato un rappresentante delle vendite veterano, che ha voluto parlare solo in via ufficiosa per questo articolo. John Wick 4 di Lionsgate, venduto in Russia prima dell’invasione e distribuito da Atmosphere Kino, ha incassato più di 10 milioni di dollari sul territorio. Il vincitore dell’Oscar, Everything Everywhere All at Once di A24, un altro titolo in prevendita, ha guadagnato 1,64 milioni di dollari tramite Volga Films. Il film d’animazione Paws of Fury: The Legend of Hank, uscito per la Paramount negli Stati Uniti ma venduto e distribuito in modo indipendente in gran parte del mondo, Russia compresa, ha incassato 2,78 milioni di dollari nel territorio. La Lionsgate, pur dichiarando che continuerà a onorare i contratti esistenti – vedi John Wick – ha smesso di fare nuovi affari con le società russe.

Antidoto alla propaganda pro-Putin?

La maggior parte, tuttavia, ha continuato, avendo notato che le liste di imprese russe oggetto di sanzioni stilate dai governi occidentali, con le quali le aziende statunitensi non possono fare affari, non includono le società di distribuzione cinematografica. Beta Cinema, una piccolo gruppo europeo che si occupa di vendite, era attivo in Russia prima della guerra, ma ha tagliato completamente i ponti con i suoi partner sul territorio dopo l’invasione. Il capo di Beta Cinema, Jan Mojto, respinge le teoria di alcune società di vendita che si oppongono al boicottaggio della Russia, secondo cui i film occidentali potrebbero servire da antidoto alla propaganda pro-Putin.

“L’argomentazione era che le persone che nella Germania Est avevano accesso alla tv occidentale fossero vaccinate contro la propaganda comunista e più propense a resistere”, ha detto Mojto. “Ma, in realtà, quelli che vivevano in aree con accesso alla ‘tv occidentale’ erano meno propensi a protestare e a cercare di fuggire in Occidente. Fuggivano ogni sera, attraverso la televisione”.
Esistono anche vari sistemi macchinosi, anche se perfettamente legali, per vendere film in Russia senza fare affari con una società russa, ad esempio passando attraverso una società offshore con sede in un paese non soggetto al regime delle sanzioni. Lionsgate ha venduto John Wick 4 a Unicorn Media, un gruppo con sede a Malta.

“Gli affari sono affari”

“Le società offshore vengono utilizzate per colmare la distanza tra Hollywood e la Russia, in modo che non vengano firmati contratti diretti e le società occidentali che vogliono ancora commerciare con la Russia non rovinino la loro immagine”, afferma Polina Tolmachova dell’associazione ucraina dei produttori cinematografici FILM.UA Group. “Non possiamo dire ai nostri colleghi come fare affari, ma la federazione Russa non mostra alcun pentimento o volontà di cambiare rotta, assomiglia sempre più a una Corea del Nord europea. Chiunque si adatti a fare affari senza la Russia ora, si troverà meglio nel lungo periodo”.

A complicare le cose c’è il fatto che i diritti cinematografici per la Russia in genere fanno parte di un pacchetto con i diritti per l’intera regione, il cosiddetto territorio CIS che comprende 11 Paesi dell’ex Urss. Un’azienda statunitense può vendere i diritti CIS di un film a una terza parte al di fuori della Russia, che può in seguito distribuire il film in Russia o venderlo a una società russa.

Tolmachova vorrebbe vedere un cambiamento nel settore della cessione di diritti, con contratti che separino l’Ucraina dalla Russia. “Gli affari sono affari, e le case di produzione straniere non sono obbligate a controllare tutte le società che acquistano i diritti da loro”, dice, “ma perché il mondo non può considerare l’Ucraina come un territorio indipendente a cui vendere i diritti? Il mondo sta cambiando e non sarà più lo stesso. Prima si rompono i vecchi legami e se ne stabiliscono di nuovi, maggiore sarà il beneficio per tutti”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga