Videogiochi, il sindacato degli attori trova un’intesa con un’azienda IA. Ma i doppiatori sono scettici

Sag-Aftra e Replica hanno raggiunto un accordo per un utilizzo etico delle voci dei performer. Questi però sono dubbiosi sull'efficacia del risultato: "Nessuno di noi ha votato, la maggior parte probabilmente non lo approverebbe"

Il sindacato degli attori Sag-Aftra, nella giornata del 9 gennaio, ha annunciato un accordo con la compagnia di intelligenza artificiale Replica Studios. Nel comunicato stampa congiunto, il sindacato scrive di aver raggiunto un’intesa “innovativa” con l’azienda di IA, e che riguarda le voci dei doppiatori e interpreti che lavorano nel settore dei videogiochi.

“Questo nuovo accordo apre la strada agli artisti professionisti del voice over per esplorare in sicurezza nuove opportunità di lavoro per le loro repliche vocali digitali, con protezioni leader del settore adattate alla tecnologia IA”, recita la nota. E continua: “Consentendo agli studi di videogiochi AAA e ad altre aziende che lavorano con Replica di accedere ai migliori talenti Sag-Aftra”.

Stando a quanto dichiarato, la piattaforma di Replica (che si legge sul sito ufficiale collabora con aziende come Hangar13 e Crytek) permette all’azienda di raccogliere un campionario di voci che gli studi di sviluppo e le compagnie possono utilizzare per generare dialoghi per i loro prodotti.

L’intelligenza artificiale, nella filiera dei videogiochi, è già da molto tempo utilizzata, soprattutto sul fronte della traduzione e della scrittura. Come precedentemente riportato da THR Roma, molti dei traduttori e delle traduttrici freelance hanno manifestato la propria preoccupazione per una riduzione delle loro tariffe a fronte di un largo utilizzo dell’IA nella localizzazione.

Sulla scrittura, invece, nel corso di un convegno al ministero della cultura, il managing director di Ubisof Milan Dario Migliavacca, ha dichiarato che “Ubisoft utilizza l’intelligenza artificiale generativa nella scrittura dei videogiochi”, specificando che si tratta dei dialoghi secondari urlati, i cosiddetti barks, che vengono realizzati utilizzando un software interno chiamato Ghostwriter.

“Un ottimo esempio di IA”

“L’accordo tra l’azienda leader nel settore delle IA e il più grande sindacato dei performer permetterà a Replica di approcciarsi ai membri Sag-Aftra sottostando a un giusto ed etico accordo per creare in sicurezza e mettere in licenza la replica della loro voce”, continua il comunicato. “Le voci sotto licenza potranno essere usate nei videogiochi in sviluppo e in altri progetti interattivi dalla pre-produzione all’uscita”.

La leader del sindacato degli attori di Hollywood, Fran Drescher, commenta l’accordo descrivendolo un “ottimo esempio di IA fatta bene”. “Con questo accordo, abbiamo ottenuto un consenso pienamente informato e un compenso equo per l’utilizzo delle voci e delle prestazioni dei nostri membri”, commenta invece il chief negotiator di Sag-Aftra, Duncan Crabtree-Ireland.

L’accordo, si legge ancora nel comunicato, è “stato approvato dai membri interessati della comunità dei doppiatori del sindacato”. “Questo contratto segna un passo importante verso l’uso etico delle voci dell’IA nei progetti creativi degli sviluppatori di videogiochi e pone le basi per un utilizzo giusto ed equo dei doppiatori mentre esplorano le nuove opportunità di guadagno offerte dall’IA”.

“Nessuno di noi ha votato”

Una volta diffusa la notizia, anche attraverso i canali social del sindacato, diversi doppiatori e interpreti hanno però manifestato il proprio dissenso sull’accordo preso Sag-Aftra con Replica, soprattutto nel modo in cui è stato comunicato.

Melissa Medína, che ha doppiato diversi personaggi in videogiochi come Starfield e Valorant, nonché membro Sag-Aftra, racconta a The Hollywood Reporter Roma che “ciò che ha turbato la maggior parte di noi è stata la frase ‘approvato dai membri interessati della comunità dei doppiatori del sindacato’, che non è assolutamente vera”.

“Nessuno di noi ha votato, la maggior parte di noi probabilmente non lo approverebbe. Ma poiché non fa parte dell’Interactive Media Agreement, il sindacato è libero di stipulare questi accordi a nostro nome”, spiega Medína.

Il motivo delle reazioni

“Credo che Sag avesse buone intenzioni, ma ha comunicato questo accordo in modo molto scorretto”, aggiunge. “Non credo che abbiano preso in considerazione il contesto dell’industria o il tempismo, visto che si sono verificati i licenziamenti nel settore dei videogiochi, molti dei quali sono ritenuti il risultato diretto dell’uso dell’IA”.

Medína sostiene che l’intento del sindacato fosse quello di indicare “un buon esempio di azienda di IA disposta a collaborare con gli artisti, ma come ogni accordo non è perfetto”. Al momento dell’annuncio, “il sindacato nel suo complesso non ha ancora visto questo accordo, e credo sia questo il motivo che ha portato a tutte queste reazioni”.

Secondo l’interprete c’è stata “una mancanza di chiarezza sui dettagli” e l’impressione è che Sag-Aftra stia “legittimando, se non incoraggiando, l’uso dell’IA”. E conclude: “Non era questo l’intento, ovviamente, ma in effetti è così che è stato percepito”.

La risposta di Sag-Aftra

Dopo le discussioni, il 10 gennaio il sindacato ha pubblicato sul suo sito una nota per chiarire quanto ottenuto, sottolineando che questo accordo è il risultato di “anni di trattative”. All’interno del contratto, reso pubblico dopo le polemiche, si legge che è stata trovata intesa su: “Conservazione sicura dei dati dei performer, trasparenza sulla natura dell’uso previsto di una replica vocale, che permetta il consenso informato dell’artista per tutti gli usi, un compenso minimo equo e contributi pensionistici e sanitari”.

Questo contratto, come spiegato da Medìna e successivamente ribadito dal sindacato – non è parte dell’Interactive (Video Game) Media Agreement che Sag-Aftra sta negoziando con le grosse aziende di videogiochi. “Non fa parte di nessun altro accordo, ma è un accordo a sé stante”, si legge nel comunicato.

“Continuiamo i negoziati con le principali aziende di videogiochi per ottenere le tutele di cui abbiamo bisogno, comprese le tutele per l’IA. L’autorizzazione allo sciopero che abbiamo ottenuto rimane uno strumento da utilizzare in questa trattativa, se necessario”.

Sul fronte dell’intelligenza artificiale, Sag-Aftra, come scritto da The Hollywood Reporter sta inoltre aiutando nella proposta di legge “No AI Fraud Act”, promossa dalla camera dei deputati degli Stati Uniti con un accordo bipartisan tra Repubblicani e Democratici. Il testo propone di allargare la protezione della proprietà intellettuale alla voce e all’immagine, dando così diritti di sfruttamento a livello federale.

I doppiatori italiani e l’IA

Agli inizi di dicembre del 2023, le doppiatrici e i doppiatori italiani – dopo tre settimane di sciopero a marzo e mesi di negoziazioni – hanno ottenuto il rinnovo del loro contratto collettivo nazionale, che era fermo al 2008 e che non comprendeva al suo interno, tra le altre cose, gli aggiustamenti Istat degli stipendi e protezione dall’IA generativa.

La questione dell’intelligenza aritificiale è stata aggiunta durante le negoziazioni, all’articolo 22 del Ccnl. In una copia del contratto visionata dalla redazione di THR Roma, si legge che “la cessione dei diritti inerenti l’utilizzo del testo elaborato da ciascun dialoghista-adattatore e la relativa alla registrazione e alla riproduzione della voce di ciascun interprete sono considerati leciti e validi, parimenti salvo specifico accordo, solamente se riferiti al prodotto audiovisivo per cui sono stati realizzati e al suo conseguente sfruttamento e promozione in ogni forma”.

“È considerata illegittima ogni attività di estrazione di testo e di dati (text and data mining)”, continua l’articolo 22, “e ogni campionamento, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la modifica, la rielaborazione e utilizzo in qualsiasi altra forma della voce di ciascun interprete per sviluppare o addestrare algoritmi di intelligenza artificiale (machine learning)”.

Parlando con THR Roma, il doppiatore Alessio Cigliano afferma che il paragrafo dedicato all’IA è stato inserito nel contratto “con la condivisione della controparte”. “Se un’IA doppia un film o una serie, lede il lavoratore ma anche le aziende, e pure lo spettatore”.