Cinque minuti di inutilità firmati Bruno Vespa

Tutto quello che non dovreste vedere in tv durante la settimana e ancora non sapete. Bruno Vespa nuova vittima della rubrica tv di The Hollywood Reporter Roma

Due mesi di messa in onda per non accorgersi della sua esistenza. 300 secondi in prime time per non lasciare mai il segno. Cinque Minuti, striscia quotidiana di approfondimento giornalistico nata lo scorso 27 febbraio a traino del Tg1, non è riuscita in poco più di 40 puntate a realizzare uno scoop, ad alimentare una polemica, a lanciare un titolo, a sbrogliare matasse politiche. Bruno Vespa, 78enne suo conduttore e ideatore, ha colto al volo la possibilità di ampliare la propria presenza sulla principale rete Rai provando a replicare quanto riuscito ad Enzo Biagi tra il 1995 e il 2002, prima che l’editto bulgaro berlusconiano si abbattesse sul celebre giornalista, deceduto nel 2007.

Il salotto di Governo

Nel 2004 Governo e dirigenti Rai provarono a rilanciare la striscia informativa con Pierluigi Battista, Oscar Giannino e Riccardo Berti e l’infelice Batti e ribatti, nel 2006 Clemente J. Mimun si inventò il Dopo Tg1, mentre tra il 2011 e il 2012 Giuliano Ferrara condusse tra mille polemiche Qui Radio Londra, cancellato nell’indifferenza generale visto il flop di ascolti. In due mesi di messa in onda Bruno Vespa ha intervistato 12 esponenti della maggioranza, compresi 4 ministri, il Presidente del Senato Ignazio La Russa e la premier Giorgia Meloni, due arcivescovi e nessun leader tra i principali partiti di opposizione – vedi Elly Schlein e/o Giuseppe Conte, segretari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle.

Il tutto ovviamente registrato e poi montato, con risposte tagliate all’occorrenza per rientrare nell’asfissiante limite dei 300 secondi di programma: 5 Minuti si perde nell’inevitabile introduzione e nelle immancabili domande, senza mai realmente cedere a quell’approfondimento che dovrebbe essere il motivo principale del suo esistere, per chiara mancanza di tempo e di ascolto da parte del conduttore. Che il più delle volte resta unicamente centrato su sé stesso e sui propri pregiudizi, più che sull’ospite e sulle sue risposte.

Bruno Vespa come Simona Ventura

La puntata dell’11 aprile scorso, in tal senso, è stata straordinariamente esplicita. Scomparsa da giorni, la “santona di Trevignano” Gisella Cardia è apparsa a sorpresa proprio a Cinque Minuti, con Bruno Vespa autore di un potenziale scoop. In sovrimpressione, non a caso, si poteva leggere “esclusiva” a lettere cubitali. Dopo 30 secondi Cardia rivela a Vespa, dietro specifica domanda, che la sua madonnina di Medjugorje non piange più sangue da due anni. Il minuto successivo Vespa se lo gioca all-in per domandare alla “santona di Trevignano” come sia possibile che ogni 3 del mese questa madonnina possa piangere sangue, obbligando la signora Cardia a ripetersi, ribadendo come non pianga da due anni. Passati 5 secondi, Vespa rilancia: “Le pare credibile una Madonna che piange a data fissa?”. La signora Cardia ride, esasperata, e il giornalista insiste: “allora quando piange?”. Impossibile non switchare e tornare ad un’epocale puntata di Quelli che il calcio, nel 2009, quando Simona Ventura chiese a Lady Gaga per 3 volte in 1 minuto se “ci sarà un tour?”, dando forma ad una delle più surreali interviste tv dell’era moderna.

Bruno Vespa come Simona Ventura e Gisella Cardia come Lady Gaga, in conclusione, all’interno di una trasmissione di fatto buttata per metà della sua brevissima durata. E questo a causa del mancato ascolto, e di un’evidente incapacità nell’andare oltre le domande preventivamente preparate e previste in scaletta, da parte di un giornalista che ha decenni di carriera televisiva alle spalle, qui diviso tra il ruolo di intervistatore e la necessità di esplicitare un’opinione, una posizione irremovibile, al cospetto di qualsiasi risposta ricevuta. Sigla della trasmissione è non a caso l’omonimo brano di Maurizio Arcieri, che testualmente canta “Io non so che darei per parlarti, ma tu non mi ascolti già”. E Vespa l’ha preso in parola.

L’indifferenza social

A fine anni ’90 Enzo Biagi prendeva di petto il fatto del giorno con 10 minuti a disposizione, riuscendo quasi sempre ad approfondire qualsivoglia argomento. Pensare di poter fare altrettanto con la metà del tempo è pura fantascienza televisiva e giornalistica, tant’è che su Rai3, più o meno alla stessa identica ora di Cinque Minuti, va in onda Il Cavallo e la Torre: una striscia informativa quotidiana, condotta dallo scorso 29 agosto da Marco Damilano, che di minuti a disposizione ne ha 10. Come il Biagi di un tempo. In 300 secondi Vespa potrebbe provare a convincere gli italiani ad ascoltare una sua opinione su un argomento a caso del giorno, ma ipotizzare di presentarlo e argomentarlo con interviste e interventi multipli, abbracciando persino un’adeguata analisi, appare a dir poco improbabile.

Con il nuovo Governo, molto semplicemente, dal giorno alla notte Rai1 si è piegata alla richiesta di un altro salotto ‘amico’ dopo TG2 Post, in pieno prime time e a traino del Tg più visto d’Italia, abusandone da subito con ospitate multiple assai poco ficcanti sul piano politico e informativo. Ottenendo come unico risultato quello di lasciar presto spazio all’indifferenza totale. Perché Cinque Minuti scivola via nella quasi inutilità, sia televisiva che giornalistica. Nessuno ne parla, tanto in positivo quanto in negativo. Persino su Twitter, dove addirittura Diretta Stadio 7 Gold vola in tendenza, passa beatamente inosservato.

La fuga auditel da Bruno Vespa

Chi guarda il Tg1 se lo ritrova improvvisamente davanti, tipo apparizione messianica, e circa 250.000 telespettatori cambiano canale, ogni sera, per poi tornare su Rai1 una volta finito il rotocalco e iniziato Amadeus con I Soliti Ignoti/Affari Tuoi. Tendenzialmente fuggono a gambe levate da Bruno Vespa. Partito con 5.165.000 telespettatori, in due mesi Cinque Minuti ha perso un milione di telespettatori, assestandosi sui 4 milioni e poco più al giorno, scendendo in 5 puntate su 42 sotto la soglia psicologica dei 4 milioni di telespettatori. Venerdì 28 aprile il senatore Matteo Renzi ha annunciato il lancio del suo Il Riformista, che lo vedrà responsabile editoriale, proprio a Cinque Minuti di Bruno Vespa, nella serata di martedì 2 maggio. Il direttore responsabile del quotidiano co-diretto da Renzi è Andrea Ruggieri, ex parlamentare di Forza Italia nonché nipote di Vespa. Qualcuno ha parlato di conflitto di interessi?

Batti e Ribatti venne cancellato dopo 655 giorni, il Dopo Tg1 dopo 143 giorni, Qui Radio Londra dopo 443 giorni. Quanto potrà ancora andare avanti Bruno Vespa con i suoi 300 secondi gentilmente scippati alla più utile réclame? Solo il Governo Meloni, che ne beneficia ad ampio raggio, potrà probabilmente rispondere al quesito. Se e quando lo vorrà.

Il miglior programma della settimana? Fratelli di Crozza, su Nove.