Extrapolations, il making of della miniserie ambientalista: “Il pubblico deve divertirsi e spaventarsi”

Sienna Miller, Meryl Streep, Forest Whitaker e Kit Harington sono nel cast della miniserie di Apple TV+ che si interroga sul destino dell'umanità quando il riscaldamento globale avrà sconvolto anche la vita privata delle persone

Quando Sienna Miller è arrivata sul set di Extrapolations per il primo giorno di riprese, nell’ottobre 2021, l’ha raggiunta uno sciamano nativo americano per benedire il sito. Non c’erano indicazioni scritte che le dicessero dove andare, né pile di copioni cartacei a disposizione dei produttori per annotare commenti a margine. Al contrario, c’erano scaffali pieni di abiti di seconda mano e abbigliamento vintage, reperiti sostenibilmente dal reparto costumi, distributori d’acqua per riempire bottiglie riutilizzabili, piatti e posate compostabili, e un catering vegetariano. Il set più ecologico in cui l’attrice sia mai stata.

“C’era una grande attenzione per l’ambiente, è stato davvero piacevole”, dice Miller. “Anche gli sgabelli erano in bambù, mai visto niente del genere”. Un simile livello di attenzione è stato richiesto da Scott Z. Burns, scrittore, regista e creatore della nuova serie Apple TV+, e dai produttori esecutivi Dorothy Fortenberry e Michael Ellenberg di Media Res. “Io e Dorothy, insieme a Media Res e Apple, abbiamo pensato che se davvero volevamo girare questa serie, dovevamo farlo in modo consono al tema trattato”, dice Burns.

Il futuro prossimo di Extrapolation

Tutte le riprese si sono svolte nei cinque distretti di New York City, riducendo drasticamente le emissioni di CO2. Ma il maggiore successo della produzione, che si è avvalsa dell’aiuto del Green Spark Group, una società di consulenza che forma i registi sulla riduzione dell’impatto ambientale durante le produzioni, è stato dimostrare cosa sia possibile ottenere quando si lavora in sinergia con la Terra. 

Ed è proprio questo l’obiettivo di Extrapolations. Invece di ipotizzare come potrebbe diventare il pianeta se gli esseri umani continuassero a ignorare il problema, o limitarsi a rappresentare un universo lontano e apocalittico, la serie drammatica in otto episodi proietta gli spettatori nel prossimo futuro, calando le storie dei personaggi nel contesto di problemi climatici che oggi in molti credono di poter ignorare. E questo, di per sé, è terribile, sostiene Yara Shahidi, una delle stelle nel cast. “Penso che questa serie ponga efficacemente una domanda: per quanto tempo potremo ancora pensare che la rappresentazione distopica del futuro sia un’idealizzazione estrema? È davvero così irreale?”.

Extrapolations inizia nell’anno 2037, con la protesta degli attivisti climatici contro Alpha Industries, un’azienda tecnologica convinta che l’economia non sopravvivrebbe se alle aziende non fosse permesso di sviluppare tecnologie che aumentino le temperature medie di più di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali (il valore limite, secondo gli scienziati, per evitare la catastrofe climatica). E questa è la base su cui si innesta, nel corso della serie, il tema della sfida tra ambiente e impresa.

I magnati contro la natura

In Extrapolations Kit Harington interpreta il CEO di Alpha Nicholas Bilton. “Ovviamente si ispira a persone reali”, dice Harington. “Si potrebbe prendere un qualsiasi magnate della tecnologia e dire che il personaggio è basato su di lui. In realtà è una creazione originale. Un ultra-capitalista estremamente orientato verso il libero mercato, che crede di poter salvare il mondo attraverso il capitalismo”. Oltre a lui vengono presentati al pubblico nel primo episodio due dei personaggi che daranno un volto alla minaccia ambientale: il giovane rabbino Marshall Zucker (Daveed Diggs), appena ordinato, e la biologa marina Rebecca Shearer (Miller). 

“La popolarità del cast è stata fondamentale, perché volevamo personaggi e attori con cui il pubblico potesse entrare immediatamente in sintonia, e per i quali provasse affetto”, afferma Ellenberg. “Abbiamo cercato di abbattere la distanza tra gli spettatori e il tema della serie. I volti celebri rendono immediato il coinvolgimento”. Il secondo episodio, “Whale Fall“, ambientato nel 2046, vede Shearer a Cali, in Colombia, impegnata a lavorare come archivista di specie per una società chiamata Menagerie 2100. Ha instaurato un rapporto di fiducia con Eve, l’ultima megattera della Terra, ed è alla disperata ricerca di un compagno dopo aver perso i suoi quattro figli. Eve condivide questo desiderio con Shearer, comunicando attraverso la voce della defunta madre, interpretata da Meryl Streep. 

Siena Miller nella miniserie Extrapolations

Siena Miller nella miniserie Extrapolations

Generazioni in pericolo in Extrapolations

“È stato straordinario vederla all’opera, perché un minuto prima ride e poi, all’improvviso, si lancia nella performance emotiva più potente che si sia mai vista, e così vera”, dice Miller di Streep. “Essendo così aperta e disponibile, ti stimola a dare il meglio”.

Il filo conduttore della genitorialità e della perdita è un tema molto sentito da Burns, la cui passione per la salvaguardia delle megattere risale alla seconda elementare, quando per la prima volta contribuì a raccogliere fondi per la causa. “Credo che il fatto che mio padre stesse morendo, mentre scrivevo quell’episodio, mi abbia fatto riflettere molto sulla mia infanzia, sul tema degli addii e sull’idea di una conversazione con l’ultima delle balene”, dice Burns. “Cosa penserebbe di noi?”.

Nel pieno del suo dolore, Shearer sta anche gestendo il figlio Ezra, di 9 anni, affetto da una malattia che gli impone di limitare il tempo trascorso all’aperto. Si tratta di una delle numerose patologie, al momento fittizie, ma possibili, causate dal riscaldamento globale, insieme alla “rabbia da caldo” e alla demenza senile, menzionate nella serie.

“Ne abbiamo parlato con alcuni scienziati ed esperti”, spiega Fortenberry. “Gli abbiamo chiesto: ‘Come influirà il cambiamento climatico sull’agricoltura? E sul settore immobiliare? Sulle città? Sulla politica?’. Abbiamo cercato di mettere in scena situazioni possibili, che si evolvono in modi sorprendenti”. Una di queste “situazioni”, nel sesto episodio (Lola), ci mostra Ezra adulto, nella Londra nell’anno 2066, interpretato da Tahar Rahim. Alle prese con il declino cognitivo, dopo essere guarito dal suo problema, Ezra si affida a una tecnologia nota come “Cache Cloud” per conservare i suoi ricordi più preziosi. Tuttavia, quando il costo del servizio aumenta in seguito al blocco dei server, Ezra è costretto a decidere quali momenti conservare e quali sacrificare.

L’influenza del clima sulle emozioni

Attraverso un’applicazione nota come Pack, Ezra incontra Natasha (Gemma Chan), una madre single che si serve della piattaforma per dare una figura paterna alla figlia, dopo la scomparsa del padre biologico. Grazie alla tecnologia, e alla padronanza di più lingue, Ezra può assumere le sembianze dei diversi individui che viene incaricato di impersonare per vari scopi: dal semplice contatto umano alla confessione dei crimini. Mentre con la maggior parte dei clienti il lavoro è un’attività ordinaria, con Natasha finisce per stringere un forte legame.

“Sono in lutto, hanno entrambi perso i rispettivi amori della loro vita. Contro ogni aspettativa, si stanno innamorando l’uno dell’altra”, dice Chan. “Ho trovato interessante l’idea che in una società così divisa e frammentata si potesse creare un legame di quel tipo”. Quando le temperature salgono a 2,32°C sopra i livelli preindustriali, e i server della Cache Cloud si surriscaldano, Ezra è costretto a valutare cosa stia sacrificando per aggrapparsi a una vita che non è più sua. 

“Uno dei temi che l’episodio di Extrapolations affronta è il lasciarsi andare, il vivere nel presente, il conflitto che appartiene a tutti noi, troppo proiettati verso il futuro o intrappolati nel passato. La domanda perciò è: come facciamo a concentrarci sul presente?”, aggiunge Chan. “Penso che non conti solo per la sfera sentimentale, ma per tutti gli ambiti della vita”.

Extrapolations e l’indifferenza del potere

Oltre a raccontare come il cambiamento climatico possa sconvolgere le esistenze individuali sul piano privato e personale, Extrapolations si rivolge anche al più ampio panorama geopolitico. L’ecocidio – distruzione diffusa dell’ambiente naturale causata da azioni umane deliberate, o negligenze – è un concetto nato negli anni Settanta dopo la guerra del Vietnam. Anche se oggi dieci nazioni hanno leggi nazionali che criminalizzano l’ecocidio, di cui solo una – la Francia – è un Paese occidentale, attualmente non esiste una legge internazionale che ne vieti la pratica in tempo di pace. Ma in Extrapolations, i leader mondiali non possono più permettersi di ignorare gli effetti devastanti dell’aumento delle temperature globali sui paesi. 

Nel primo episodio i rappresentanti di Algeria e Palestina chiedono alla Francia di poter accedere alle risorse idriche per limitare il fenomeno dei rifugiati. Nel quinto episodio, ambientato a Mumbai nell’anno 2059, la siccità causata dalle temperature estreme ha reso inutilizzabili i semi rubati dallo Svalbard Global Seed Vault nell’Artico. Questa situazione apre un dibattito sulla pratica illegale della geoingegneria, già menzionata nell’episodio precedente, che sarebbe giustificata se la pioggia facesse germogliare i semi, avvantaggiando la controversa inventrice miliardaria Gita Mishra (Indira Varma).

Nel frattempo anche Alpha Industries continua a sviluppare la sua tecnologia. “Il mio personaggio cerca di fare la cosa giusta”, spiega Harington. “Pensa che la sua azienda sia l’unica in grado di risolvere la crisi climatica. Il problema è che, avendo passato una vita ai vertici della compagnia, il denaro penetra in modo malsano tra le sue motivazioni”.

Una scena della miniserie Extrapolations

Una scena della miniserie Extrapolations

I riferimenti culturali della miniserie

Riconoscendo la propensione dell’azienda a preferire “la comodità” all’urgenza ambientale , il personaggio di Harington offre al pubblico l’opportunità di riconsiderare le proprie scelte (in una scena, un funzionario governativo confessa: “Mi sembra di aver barattato il futuro con il presente”). Nella finzione sarà però un tribunale internazionale, e non la coscienza dei singoli, ad attribuire un costo a questa scelta.

“Se Dio ha fatto gli esseri umani a sua immagine e somiglianza, perché fanno schifo? O ci siamo semplicemente evoluti facendo schifo?”, chiede nel terzo episodio, “The Fifth Question”, una bambina (Neska Rose) al rabbino Zucker al centro di una sinagoga di Miami, con gli stivali da pioggia ai piedi, ormai resi indispensabili per l’innalzamento del livello del mare.

“Volevo scrivere qualcosa che riguardasse quello che succede nella società quando le storie e i miti che ci raccontiamo a casa, in chiesa o in sinagoga, iniziano a sfilacciarsi, cosa che avviene di solito quando il mondo rappresentato in quelle storie si sta a sua volta dissolvendo”, spiega Burns.

L’episodio, con Diggs e David Schwimmer nei panni di due ebrei praticanti dalle diverse vedute, è ispirato alla commedia nera dei fratelli Coen del 2009 A Serious Man, ed è uno dei tanti modi con cui Burns gioca con i generi nel corso di Extrapolations. Il quarto episodio, “Face of God“, interpretato da Edward Norton, e scritto da Burns insieme al romanziere Dave Eggers, si ispira al thriller sulla guerra fredda di Sidney Lumet del 1964, A prova di errore, firmato da Walter Bernstein. Burns ha paragonato il settimo episodio, realizzato insieme alla drammaturga Bess Wohl, alla commedia di Edward Albee del 1966, Chi ha paura di Virginia Woolf? 

Come cambieremo secondo Extrapolations

“Ricordo di aver detto a Michael e Dorothy: ‘Prendete una storia fondamentale come Romeo e Giulietta e chiedetevi: come cambierebbe in un mondo trasformato dal clima?’ – perché tutte le storie che conosciamo sono state scritte per un clima che non esiste più”. Nel penultimo episodio, “The Going Away Party“, ambientato a San Francisco nel 2068, Sylvie (Marion Cotillard) invita Nic (Tobey Maguire) e la sua giovane fidanzata, Elodie (Eiza González), a una festa di Capodanno con il marito di lei, Auggie (Forest Whitaker), che costa loro sei crediti climatici. È più di quanto possano permettersi, ed è per questo che Sylvie dice ad Anna, la cameriera assunta per la serata – che deve indossare una maschera d’ossigeno per attraversare la strada e raggiungere l’appartamento senza ascensore della coppia – di non aspettarsi una mancia. 

Durante la cena, Auggie rivela di aver vinto il premio di una lotteria che consente ai membri dell’alta società di “caricare” la propria coscienza in un cloud digitale, per essere risvegliati in un secondo momento, quando il mondo sarà tornato salubre. Parla del suo desiderio di approfittare dell’opportunità senza prima consultare la moglie – un indice dello stato del loro matrimonio. Sylvie sbotta in modo così irruente che non si può fare a meno di ridere mentre la scena si svolge sullo schermo. “È questa la sua forza”, dice González di Nicole Holofcener, che ha diretto l’episodio. “Capisce come far emergere la comicità e l’assurdità di certe situazioni”.

C’è grande realismo nel racconto di come le relazioni tra persone cambino in base al nuovo stile di vita, imposto dal cambiamento climatico. “Quello che mi è piaciuto dell’episodio è che ha suscitato il dibattito sul set”, aggiunge González. “Marion proviene da una cultura completamente diversa ed è cresciuta in Francia, io in Messico, e con Forest e Tobey abbiamo vissuto epoche, tempi e luoghi diversi nel mondo. Ne abbiamo parlato a lungo”.

Risolviamo la situazione?

L’episodio finale della prima stagione di Extrapolations si apre con una scena in cui Ben Harper, musicista blues vincitore di un Grammy Award, canta sul palco una versione ridotta di “Mercy Mercy Me (The Ecology)” di Marvin Gaye. L’anno è il 2070, la temperatura media globale è aumentata di 2,59°C, e la realtà prevista nel testo della canzone del 1971 si è pienamente realizzata. “È importante che le persone sappiano che Mercy Mercy Me di Marvin Gaye è la prima canzone a parlare di questo tema”, dice Burns. “Il problema climatico si ripercuote sulla vita delle persone in modi diversi, che non appaiono sul bollettino meteorologico”.

La speranza, dice Chan, è che “la gente si commuova, si diverta e magari si spaventi un po’” dopo aver visto la serie. Gli autori vorrebbero anche che gli spettatori fossero stimolati ad agire. “Quando parlo della serie, la gente si chiede: ‘E quindi la risolviamo o no la situazione?’, ‘Vinciamo o perdiamo?’. Ma non è questo il punto”, dice Fortenberry. “Non è una scelta binaria. È un evento continuo, in divenire, che tutti stiamo vivendo e che tutti influenziamo. Ogni passo è una sfida e una opportunità”.

 “La verità è che non parliamo di una situazione lontana nel tempo”, aggiunge Miller. “Probabilmente stiamo girando questa serie con un decennio di ritardo. Ma è importante che ci sia una piattaforma che ci permetta di raccontarlo”.