Palestine Skating Game: un videogioco pacifista, tra pattini a rotelle e bombolette spray, nella Striscia di Gaza

"Ho visitato la Palestina nel 2018, realizzare questo gioco è per me un modo di aiutare la popolazione palestinese", racconta a THR Roma il leader del team di sviluppo, che sta lavorando al titolo dall'agosto del 2021

Doaa Gandhour è una sviluppatrice palestinese. La sua famiglia abitava nel sud di Gaza prima che l’esercito israeliano bombardasse la città di Khan Yunis all’inizio di dicembre del 2023. Fino a quel momento, Gandhour stava lavorando, insieme ad altri sviluppatori sparsi in giro per il mondo (Libano, Egitto e Stati Uniti), a un videogioco intitolato Palestine Skating Game. Il progetto, nato dell’agosto del 2021, vede come protagoniste giovani donne palestinesi, Miriam e Momtaza, che con indosso dei pattini a rotelle si muovono per vari livelli, evitando le truppe dell’Idf, capitanate da Mordechai.

In quella notte, Doaa e sua sorella Nour hanno perso la maggior parte della loro famiglia. Avevano bisogno di cure, nonché di un aiuto per uscire dalla Striscia. Il team di Palestine Skating Game, alla fine di gennaio, ha organizzato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe per aiutare Doaa e parte della sua famiglia a fuggire da Gaza. Trentaquattromila dollari, questa la cifra raccolta finora. E dopo diversi mesi, Doaa e Nour sono sane e salve, in Egitto.

In un’intervista con The Hollywood Reporter Roma, il manager del progetto ha raccontato di aver conosciuto Doaa attraverso LinkedIn verso la fine del 2022, e che ha visitato la Palestina nel 2018. “All’epoca vedevo tutto quello che stava succedendo ma non ero sicuro che ci fosse qualcosa che potessi fare. Era chiaramente una brutta situazione, ma non avevo niente di mio per contribuire a questo tema, fino a quando non ho avuto l’idea del gioco”.

Il conflitto in Medio Oriente si è inasprito dopo l’attacco delle milizie di Hamas del 7 ottobre, che ha causato 1134 morti e fatto 200 ostaggi, e con la risposta militare di Israele, che secondo dati di Al Jazeera ma anche secondo molte altre fonti indipendenti – ha causato la morte di più di 36mila palestinesi a Gaza.

La pagina GoFundMe per aiutare Doaa

L’eredità di Jet Set Radio

Nel 2000 sul mercato esce un videogioco intitolato Jet Set Radio. Un produzione giapponese arrivata sulla console Sega Dreamcast e che ha avuto una lunga eredità per il settore indipendente. Il suo stile visivo, cosiddetto cel-shading, ovvero cartoonesco e con bordi neri spessi attorno ai personaggi quasi da restituire un look fumettoso, è stato preso e ripreso nel corso degli anni anche come marchio identitario. Lo scopo di Jet Set Radio era semplice: al suono di una radio pirata dei bassifondi di Tokyo-to, i protagonisti si lanciano in una serie di livelli in cui devono realizzare scritte sui muri con bombolette spray, evitando la polizia e le gang rivali.

La storia del gioco, attraverso acrobazie su pattini a rotelle e street art, raccontava un desiderio di ribellione anti-sistema, cercando di scappare da plotoni di poliziotti ed esercito surrealmente numerosi. “Jet set radio è la nostra principale ispirazione, ho passato molto tempo con con il titolo per Dreamcast”, racconta a THR Roma il leader del progetto.

“Crediamo però la nostra idea si avvicini, per gameplay, a uno Splatoon con i pattini a rotelle”, aggiunge, citando come fonte di ispirazione anche l’opera prodotta da Nintendo, che vede come scopo principale quello di vincere degli scontri tra giocatori utilizzando della vernice colorata per guadagnare punti e prendere controllo delle arene virtuali.

Un’immagine di un prototipo di Palestine Skating Game

Pattinare a Gaza

Anche se la follia colorata di Splatoon è tra i fari nel buio per il piccolo team di sviluppo, sul lato “skating” è difficile non tracciare un paragone con un un franchise di blockbuster skate culture, e brandizzato con il nome del famoso atleta Tony Hawk. Videogiochi che però non sono tanto guardati dal team di sviluppo di Palestine Skating Game. “Non abbiamo intenzione di renderlo simile ai classici Tony Hawk, dove devi fare acrobazie per guadagnare punti, ma un gioco dove eventualmente si possono realizzare ‘trick'”, aggiunge, suggerendo che una di queste acrobazie potrebbe essere effettuata sul muro costruito nel 2002 che divide Israele dalla Palestina.

“Al momento lo scopo del gioco è quello di realizzare una serie di tag per poter completare il livello”. Le protagoniste, Miriam e Momtaza, sono “armate” di bombolette spray per realizzare scritte nelle varie mappe disponibili. Nel documento di presentazione sono previste le ambientazioni di Betlemme, Ebron, Gaza, Gerusalemme, nelle colonie illegali e Ramallah. Vernice sui carri armati e sui soldati. Una risposta non violenta a una presenza militare.

Un’altra ispirazione del team è anche una serie di video di giovani che praticano parkour nella Striscia, il Gaza Parkour Team: “Credo che sia un modo di reclamare il loro spazio”. Il gruppo è raccontato anche nel documentario One More Jump di Emanuele Gerosa (disponibile su RaiPlay), che segue la storia del fondatore Abdallah. Da alcuni video di gioco visionati da THR Roma, il progetto è ancora agli inizi. C’è già una piccola demo giocabile, ma non rispecchia lo stato di avanzamento dei lavori, in cui sono state integrate diverse nuove funzionalità e sta pian piano prendendo forma.

Betlemme, Palestine Skating Game

Un’immagine della mappa di Betlemme

Le ambientazioni

Il leader del progetto, che si occupa anche della modellazione tridimensionale, sta lavorando da tre anni sulle ambientazioni del gioco. “I paesaggi restituiscono l’estetica delle città palestinesi e dei paesaggi naturali, ma chiaramente non è una rappresentazione accurata”. Ma alcuni elementi sono realmente esistenti, come è il caso del Walled Off Hotel, il celebre albergo dell’artista britannico Bansky situato a Betlemme, descritto dallo stesso writer come l’hotel con “la vista peggiore del mondo”.  E questo si erge proprio davanti alla cortina di cemento che separa Israele e Palestina, nella città di Betlemme, e le sue camere sono “vista muro”.

“Molti di questi dettagli, come le ringhiere, sono stati realizzati in realtà virtuale”, aggiunge il project manager di Palestine Skating Game. “Attraverso i visori della VR si possono scolpire edifici e modelli che poi si possono inserire nell’ambientazione”. Questa tecnica è realizzata grazie a un software chiamato QuillVR, che – a detta dello sviluppatore – “rende il lavoro molto più facile e veloce proprio perché puoi visualizzare questi elementi in uno spazio virtuale”.

Nel corso dell’intervista ha affermato infine che il progetto sta cercando investitori, ma che ha intenzione di aprire come principale canale di sostentamento una pagina su GoFundMe, questo nei prossimi mesi. Al progetto, inoltre, servono molte più persone per sostenere il carico di lavoro. Al momento, le persone che lavorano a Palestine Skating Game sono poco meno di una decina tra freelance e fissi.

Walled Off Hotel