MeToo, sentenza storica per l’attore Danny Masterson. Condannato a 30 anni per lo stupro di due donne

Alla star di That '70s Show è stato negato un nuovo processo. Rischiava l’ergastolo. "Queste donne coraggiose non si fermano qui", dichiara l'accusa. Prossimo obiettivo: dimostrare il coinvolgimento di Scientology

Danny Masterson è stato condannato a 30 anni di carcere per aver violentato due donne nel 2003, dopo un processo che ha fatto discutere a causa delle accuse secondo cui la Chiesa di Scientology avrebbe cercato di mettere a tacere le sue accusatrici. Il giudice della corte superiore di Los Angeles, Charlaine F. Olmedo, ha emesso la sentenza dopo aver respinto la richiesta di un nuovo processo presentata da Masterson, noto per il suo ruolo in That ’70s Show, e dopo aver ascoltato le dichiarazioni delle accusatrici su come le sue azioni abbiano influito sulle loro vite.

La decisione arriva al termine di uno dei processi di più alto profilo del movimento MeToo e segna uno dei pochi casi in cui una figura importante di Hollywood sconterà una pena per crimini sessuali avvenuti molto prima che venisse intentata una causa. Masterson è stato incriminato nel giugno 2020 a seguito di un’indagine durata tre anni e avviata quando tre donne si sono fatte avanti con accuse nello stesso periodo in cui Harvey Weinstein è stato pubblicamente accusato di aver aggredito sessualmente diverse vittime.

Shawn Holley, l’avvocato che rappresenta Masterson, ha dichiarato che l’attore ricorrerà in appello contro la condanna, sottolineando una “serie di significative questioni probatorie e costituzionali”. Reinhold Mueller, sostituto procuratore distrettuale che ha condotto l’accusa, ha dichiarato che le accusatrici erano “impegnate a fare giustizia”. E ha aggiunto: “Oggi l’abbiamo ottenuta”. Masterson, che ha rinunciato al diritto di parola prima della sentenza, rischiava da 30 anni all’ergastolo. I suoi avvocati hanno chiesto di scontare la pena in modo concomitante anziché consecutivo, per ridurre la pena a 15 anni, ma il giudice ha respinto la richiesta.

A maggio, una giuria composta da sette donne e cinque uomini ha dichiarato Masterson colpevole di aver violentato due donne nella sua casa di Los Angeles nel 2003. I giurati si sono divisi sull’accusa relativa alla terza donna coinvolta, l’ex fidanzata Chrissie Carnell-Bixler, che si è pubblicamente identificata come una delle accusatrici di Masterson, e la maggior parte si è espressa a favore della colpevolezza, con otto voti contro quattro. I procuratori non intendono procedere con un nuovo processo, ha dichiarato Mueller.

Il presunto coinvolgimento di Scientology

L’accusa ha insistito anche sul ruolo di primo piano della Chiesa di Scientology  nel processo. Le accusatrici di Masterson hanno affermato che l’organizzazione le ha scoraggiate dal denunciare le violenze sessuali subite. Hanno testimoniato che temevano di essere etichettate come “persone soppressive” all’interno della chiesa, cosa che avrebbe portato alla loro espulsione e all’isolamento dagli altri membri, e che era stato detto loro che le accuse sarebbero state gestite internamente.

Le affermazioni contro la chiesa sono state prese in considerazione per spiegare perché la parte lesa, composta esclusivamente da ex membri di Scientology, non abbia contattato le forze dell’ordine subito dopo le presunte aggressioni. Alla domanda se l’organizzazione potrebbe essere accusata di ostruzione alla giustizia, Mueller ha risposto: “Non posso confermare o smentire nulla al riguardo”. Ha anche negato le recriminazioni della chiesa riguardanti la discriminazione religiosa da parte dell’accusa.

I giurati hanno raggiunto un verdetto dopo che a novembre era stato dichiarato nullo il processo. L’assoluzione era stata favorita per ogni accusa con i giudici divisi prima dieci a due, poi otto a quattro e infine sette a cinque. Nel primo processo, i pubblici ministeri non hanno potuto sostenere direttamente che Masterson avesse drogato le sue accusatrici. Hanno potuto solo alludere a questo metodo di aggressione attraverso le testimonianze delle donne, che hanno detto che la quantità di alcol che avevano bevuto non era coerente con la loro perdita di memoria o con il grado di intossicazione. Il giudice Olmedo aveva inizialmente respinto tali affermazioni per l’assenza di rapporti tossicologici a sostegno.

Mueller ha dichiarato che l’accusa è stata in grado di “superare i miti sullo stupro a cui talvolta assistiamo”, nonché i potenziali dubbi dei giurati dovuti al fatto che le accusatrici hanno denunciato le aggressioni anni dopo che erano avvenute. La difesa non ha chiamato alcun testimone. Gli avvocati difensori Phillip Cohen e Holley hanno invece sottolineato ai giurati le discrepanze tra i rapporti della polizia e le testimonianze, nonché l’assenza di rapporti tossicologici a sostegno dell’accusa che Masterson avesse drogato le sue accusatrici. Hanno esortato i giurati a non tenere conto delle prove relative a Scientology. Masterson ha sostenuto di aver avuto rapporti sessuali consensuali con le sue accusatrici.

Le dichiarazioni degli avvocati

“Il numero di errori in questo caso è sostanziale”, ha affermato l’avvocato Holley. L’attore e la Chiesa di Scientology devono anche affrontare una causa civile da parte delle donne, che sostengono di essere state molestate dai membri dopo aver denunciato gli stupri alle forze dell’ordine. L’anno scorso la corte suprema ha respinto la richiesta della chiesa di gestire il caso in arbitrato. Il caso è stato poi sospeso fino alla conclusione del procedimento penale di Masterson.

“Nonostante le persistenti molestie, l’ostruzione e l’intimidazione, queste donne coraggiose hanno contribuito a responsabilizzare uno spietato predatore sessuale e non si fermano qui”, ha dichiarato Alison Anderson, avvocato delle donne. “Sono ansiose di raccontare presto la storia più completa di come Scientology e i suoi sostenitori abbiano cercato disperatamente di impedire loro di farsi avanti”.

Leah Remini, che era presente in aula durante la sentenza di Masterson, ha citato la chiesa in agosto in un’ampia causa in cui sostiene di essere stata “perseguitata, sorvegliata, molestata, minacciata, intimidita” e di “essere stata vittima di voci intenzionalmente malevole e fraudolente” per intimidirla e metterla a tacere. Facendo eco alle accuse degli accusatori di Masterson, ha sottolineato una “serie di attività di ritorsione” contro persone e gruppi considerati “nemici” della chiesa.

Traduzione di Pietro Cecioni