Gina Carano e la causa contro Disney: “Non penso ai soldi. Voglio ripulire il mio nome e andare avanti”

L'attrice di The Mandalorian si racconta a The Hollywood Reporter, dall'adolescenza fino ai combattimenti di MMA, passando per il cinema e il licenziamento dalla Casa di Topolino. "Non sono omofoba o transfoba, né antisemita"

Alla fine del 2018, Gina Carano – una pionieristica campionessa di arti marziali miste che è passata con successo alla recitazione nel film Knockout – Resa dei conti di Steven Soderbergh del 2011 – guardava beatamente le stelle. Non si trattava di stelle vere e proprie, ma di facsimili digitali proiettati su un enorme schermo a cupola, tutti parte di una nuova e rivoluzionaria tecnologia di effetti della Industrial Light & Magic, nota come Volume.

All’epoca Carano viveva a Hermosa Beach, a soli 15 minuti dagli Studios di Manhattan Beach, dove stava lavorando a un progetto fantascientifico top-secret, nome in codice Project Huckleberry. Ma grazie ai Volume, avrebbe potuto trovarsi a 3 milioni di anni luce di distanza.

“Mi piaceva scomparire in questo strano mondo di astronavi, galassie e personaggi alieni”, afferma Carano, 41 anni, in una suite del Beverly Hills Hotel. È avvolta in uno scialle di velluto e si rannicchia a piedi nudi su un divano, molto più sommessa e cordiale di persona di quanto la sua personalità esuberante, sia sullo schermo che online, possa far pensare.

Oppenheimer di Christopher Nolan – il suo “film preferito” – è trasmesso silenziosamente su un televisore sullo sfondo, mentre un temporale invernale batte contro la finestra. “Ho amato tutti quelli con cui ho lavorato”, continua. “I registi, gli attori, il reparto audio, tutti andavano d’accordo. È stato semplicemente fantastico”.

Project Huckleberry ha debuttato con il suo vero nome – The Mandalorian – come prodotto di punta del nuovo servizio di streaming Disney+ il 12 novembre 2019. La serie di Star Wars dello scrittore e regista Jon Favreau è diventata subito una vera e propria ossessione culturale.

Tra i suoi personaggi di punta c’erano un adorabile alieno di nome Grogu (ma soprannominato “Baby Yoda” da internet) e il personaggio di Carano, Cara Dune, una mercenaria del pianeta natale della Principessa Leila, Alderaan, ormai obliterato.

L’arrivo di Carano alla Disney

Poco più di un anno dopo, i viaggi di Carano in galassie molto, molto lontane si sono conclusi. Il disastro è iniziato quando Carano, comunicatrice di massa sui social media con posizioni di destra-libertarie (anche se non vuole etichettare la sua politica), si è scontrata con la cultura aziendale della Disney con una serie infinita di controversie che hanno coinvolto tweet e post su Instagram su argomenti altamente sensibili e divisivi come i vaccini contro il Covid e le mascherine (era contraria a entrambi e continua a essere una strenua anti-vax).

Ma ci sono anche le sue opinioni su Black Lives Matter e sul movimento per i diritti delle persone transgender (ha dichiarato di non volersi piegare alle pressioni annunciando i suoi pronomi o twittando hashtag attivisti). E poi le sue invettive sui risultati delle elezioni presidenziali del 2020 (tra le affermazioni smentite di Donald Trump sui brogli elettorali, ha twittato “fate in modo che i brogli elettorali finiscano nel 2020”).

Per un po’ le cose sembravano essersi sistemate. Carano ha persino ricevuto una telefonata da Favreau, che le ha detto che la sua “vita stava per cambiare” con il lancio del suo spinoff, Rangers of the New Republic. Citando la causa in corso, Favreau ha rifiutato di commentare questa notizia. Tuttavia, è rimasta sul filo del rasoio in un’azienda che poneva l’accento sui valori liberali e sull’inclusività, in un momento in cui le tensioni sulla politica identitaria erano ai massimi storici.

Gina Carano in una scena di The Mandalorian. (Courtesy of Disney)

Gina Carano in una scena di The Mandalorian. (Courtesy of Disney)

Il caso

Carano si sentiva ingiustamente presa di mira e vessata sia dal pubblico che dai suoi colleghi di lavoro, e il suo istinto era quello di continuare a lottare per se stessa, proprio come aveva sempre fatto sul ring.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un meme in cui si è imbattuta e che ha ripostato su Instagram Stories e su Fleets (la versione di Twitter delle Stories) il 10 febbraio 2021. Il meme mostrava la foto di una donna ebrea terrorizzata che veniva inseguita da un ragazzo con una mazza durante l’Olocausto. “In cosa è diverso dall’odiare qualcuno per le sue idee politiche?”, chiedeva la didascalia.

Il post è stato ampiamente condiviso e ha dato il via a una campagna su Twitter con l’hashtag #FireGinaCarano (Licenziate Gina Carano, ndr). È successo. Ma la notizia del suo licenziamento non le è stata comunicata direttamente, come racconta lei stessa. Invece, l’ha appresa online insieme al resto del mondo.

“Gina Carano non è attualmente impiegata dalla Lucasfilm e non è previsto che lo diventi in futuro”, si legge nella dichiarazione, attribuita a un portavoce della Lucasfilm. “Tuttavia, i suoi post sui social media che denigrano le persone in base alla loro identità culturale e religiosa sono ripugnanti e inaccettabili”. L’attrice è stata abbandonata dalla sua agenzia, la UTA, e dal suo studio legale di Hollywood, Ziffren Brittenham. Carano è stata cancellata.

Il licenziamento di Carano

“Mi sono sdraiata e ho pianto e pianto”, ricorda Carano. “Mi sono raggomitolata in posizione fetale. Non è che non pensassi che una cosa del genere potesse accadere. È che non potevo immaginare che avrebbero rilasciato questa dichiarazione orribile su di me dopo aver lavorato con me – la più potente società di intrattenimento del mondo che dice questo su di me”.

Carano ha venduto la sua casa di Hermosa Beach e ha comprato un camper. Ha trascorso tre settimane attraversando il Paese, destinazione Nashville, dove ha incontrato The Daily Wire, la società di media di destra co-fondata nel 2015 da Ben Shapiro e Jeremy Boreing.

L’hanno ingaggiata per recitare e produrre un film, un western del regista Michael Polish intitolato Terror on the Prairie, che ha debuttato sul sito web del Daily Wire il 14 giugno 2022. In rete si è parlato molto del fatto che il film ha incassato solo 804 dollari, una cifra apparentemente presa da un sito web di incassi che, secondo Carano, avrebbe erroneamente citato un’unica proiezione nelle sale cinematografiche in cui non era previsto il pagamento di un biglietto d’ingresso. Il piano era sempre stato quello di distribuire il film direttamente agli abbonati del Daily Wire.

E quella fu l’ultima volta che Hollywood sentì parlare di Carano, un’altra vittima della guerra culturale. Questo fino a un mese fa, quando ha fatto causa alla Disney e alla Lucasfilm per discriminazione e licenziamento illegittimo.

Ad aumentare ulteriormente il profilo del caso è il fatto che le spese legali di Carano sono state sostenute da Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter), che ha tenuto fede a un post del 5 agosto in cui affermava: “Se sei stata trattata ingiustamente dal tuo datore di lavoro a causa di un post o di un like a qualcosa su questa piattaforma, finanzieremo le tue spese legali. Senza limiti”.

Arriva Elon Musk

Carano, che non ha mai comunicato direttamente con Musk, considera l’uomo più ricco del mondo come il suo angelo custode. “Penso che sia piuttosto incredibile quello che sta facendo”, afferma. “Molti miliardari investono i loro soldi nell’acquisto di isole e nella costruzione di bunker. Elon Musk sta usando i suoi soldi per combattere battaglie contro le ingiustizie”.

Musk, è bene ricordarlo, ce l’ha con la Disney, che ha ritirato tutta la pubblicità dalla piattaforma dopo che il magnate ha espresso il suo sostegno a una teoria cospirativa che sosteneva che gli ebrei promuovessero “l’odio per i bianchi” e appoggiassero l’ingresso di “orde di minoranze” nelle nazioni occidentali.

Nel corso di un’intervista rilasciata a novembre al DealBook Summit del New York Times, Musk ha dichiarato: “Cercano di ricattarmi con la pubblicità? Ricattarmi con i soldi? Vadano a farsi fottere. Ehi, Bob Iger, se sei tra il pubblico. Ecco come mi sento, non fare pubblicità”. Musk e la Disney hanno rifiutato di commentare per questa storia.

“Diventi indesiderabile”, spiega Carano a proposito della sua cacciata da Hollywood. “E allora diventa normale che gli altri ti manchino di rispetto. E poi ti porti dietro questa mancanza di rispetto, ti fai carico di tutta questa vergogna e questo si ripercuote sulla tua fisicità e sulla tua mentalità. Si rimane senza speranza. Quindi, essere in grado di reagire mi fa sentire bene”.

Elon Musk, proprietario e presidente di Twitter

Elon Musk, proprietario e presidente di X (ex Twitter)

La famiglia Carano

Carano si allena in un’arena fin dall’adolescenza. È cresciuta in una potente famiglia del Nevada che possiede una serie di casinò, a cominciare dall’Eldorado di Reno, fondato da suo nonno “Papa” Don Carano nel 1973, fino all’acquisizione da 17 miliardi di dollari della Caesars Entertainment, gestita da Gary Carano, suo zio, nel 2020. Suo padre, Glenn Carano, ha giocato a football per i Dallas Cowboys dal 1977 al 1983 e successivamente si è unito all’azienda di famiglia. Ora è in pensione.

Quando Carano aveva 8 anni, i suoi genitori divorziarono e Gina e le sue due sorelle lasciarono Reno per vivere con la madre, Dana, a Las Vegas. “Mia madre scelse per noi una scuola molto sfortunata, una piccola scuola cristiana a cinque minuti dalla Strip”, racconta. “C’erano molti pericoli in quella zona. Ogni giorno saltavamo le lezioni e giocavamo a biliardo”.

Carano si è ritrovata in “un sacco di risse. Odio il confronto. Il confronto verbale mi fa rabbrividire. Quindi nella mia testa pensavo: Beh, qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere? Oh, stiamo per litigare. Quindi saltiamo la parte imbarazzante e passiamo direttamente alle mani. ”

All’età di 21 anni, le droghe e l’alcol avevano strangolato la sua cerchia sociale. Racconta che un’amica d’infanzia è stata accoltellata fatalmente 31 volte per 800 dollari di droga. Il fidanzato di Carano, Kevin Ross – 22 anni dopo stanno ancora insieme – stava percorrendo la stessa strada. “Così io e Kevin ci siamo trasferiti da suo padre, che ci ha detto: ‘Cosa vi serve per fermare questa traiettoria?”, ricorda lei. E Kevin disse: “Beh, ho sempre amato Bruce Lee e fare arti marziali miste”.

Il padre gli disse che se avesse messo giù la bottiglia di Olde English che aveva in mano, avrebbe pagato l’allenamento del figlio. Ross lo accettò e Carano si unì a lui. “È stato un cambiamento di vita”, afferma. “È diventata la nostra nuova dipendenza”.

Il Muay Thai, la salvezza

Ross è diventato un celebre campione di Muay Thai, con 45 vittorie su 59 incontri prima di ritirarsi nel 2021. Carano, nel frattempo, si è dimostrata altrettanto dotata nel Muay Thai e ha iniziato ad allenarsi per gli incontri in gabbia in palestre di MMA molto più dure e dominate dagli uomini. “Poi la gente ha iniziato a puntarmi addosso le telecamere”, racconta. “Credo che all’epoca fossi qualcosa di nuovo e interessante”.

Nel 2006 è stata invitata a partecipare al primo incontro di MMA femminile autorizzato. La sua famiglia, che l’aveva incoraggiata a frequentare l’università e a laurearsi in legge, pensò che avesse perso la testa. Mio padre e Papa Don chiamarono la Commissione Atletica di Las Vegas, che erano loro vecchi amici, e dissero: “Non fate combattere Gina””, ricorda l’attrice. Ma l’incontro si è svolto come previsto e Carano ha battuto la sua avversaria, Leiticia Pestova, in 38 secondi.

Diventò un fenomeno nella MMA, vincendo sette dei suoi otto incontri. Non ci volle molto prima che Hollywood se ne accorgesse. Riceve quindi una telefonata da Scott Karp, un manager, che la presenta a Brett Norensberg, della Gersh. “Ma è stato Steven Soderbergh a far sì che tutti mi prendessero sul serio”, racconta Carano.

“Una sera lui e sua moglie mi stavano guardando combattere sulla CBS. Sua moglie gli disse semplicemente: ‘Perché non fai un film d’azione con lei?'”.

L’arrivo al cinema

Quel film fu Knockout – Resa dei conti, che vide Carano – al suo primo ruolo – condividere lo schermo con Michael Douglas, Michael Fassbender, Channing Tatum, Ewan McGregor e Antonio Banderas.

Due anni dopo, è apparsa insieme a Vin Diesel e Dwayne Johnson in Fast & Furious 6. “È stato assolutamente ridicolo”, racconta l’attrice a proposito del passaggio da Knockout – Resa dei conti al franchise di corse clandestine della Universal.

“È strano passare da un set pieno di attori geniali fuori dal mondo a quello di Fast & Furious 6 che ha tutta un’altra atmosfera di muscoli, olio per il corpo e problemi di atteggiamento. Tutti hanno un mental coach, un cuoco e un allenatore. Ognuno aveva tipo sei persone intorno a sé e io ero seduta da sola”.

Seguirono altre parti – una in un film a basso costo di Bruce Willis del 2015 intitolato Extraction, un’altra nel ruolo di un cattivo in Deadpool del 2016 – ma Carano si preoccupò di essere etichettata come un’atleta che recita battute e non come un’attrice che fa le sue acrobazie.

Poi è stata convocata per un incontro con Jon Favreau. Il regista le chiese se sapesse perché si trovava lì. “E io ho risposto: Non ne ho idea, ma sono una grande fan e ti ho portato del vino”, racconta lei. Favreau spiegò che stava lavorando a una serie televisiva di Star Wars e aveva creato una parte pensando a Carano. Era la prima attrice con cui si era incontrato per il progetto.

Gina Carano in una scena di Knockout - Resa dei conti

Gina Carano in una scena di Knockout – Resa dei conti. (Courtesy of Claudette Barius – © 2011 Five Continents Imports)

Carano tra le stelle

Inizialmente Carano ha pensato che stava per provare un costume da Wookiee. Favreau le ha fatto vedere vari mock-up di personaggi, la maggior parte dei quali nascosti da maschere. Poi si sono fermati davanti al disegno di una donna soldato dall’aspetto feroce. “Il suo volto era uno dei pochi completamente visibili”, ricorda Carano. “E lui mi disse: Ecco chi vorremmo che tu fossi. È in quel momento che inizi a capire: Oh mio Dio, è una cosa enorme”.

Non ci sarebbero state letture a freddo, né provini. Tutto ciò che Carano doveva fare per ottenere la parte di Cara Dune era incontrare il presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy. L’incontro non è stato certo rilassante. “Lei è un muro e molto forte”, afferma Carano a proposito della custode di Star Wars. “Questa donna ha fatto un sacco di cose incredibili nella sua vita. Ricordo che aveva appena fatto una pulizia del viso e il suo volto era molto arrossato e spellato, ma non le dava alcun fastidio. Non mi ha mai tolto gli occhi di dosso”.

Carano ha riferito a Kennedy la sua profonda gratitudine per essere stata presa in considerazione per il lavoro. “E da lì, credo che abbia dato a Jon l’ok per farmi entrare nella famiglia”.

Pur non essendo una fan sfegatata, Carano ha visto la trilogia reboot di Star Wars e ha seguito alcune delle prepotenze subite dagli altri membri del cast di quella che lei chiama “la famiglia”. Ha notato che “sembravano feriti dalla loro esperienza”, riferendosi ad attori come Daisy Ridley, John Boyega e Kelly Marie Tran, tutti sottoposti a prese in giro razziste e misogine online.

“Ho visto molto dolore e non sapevo cosa fosse. Nella mia prospettiva ingenua, pensavo che fosse tra le persone a cui piacevano i vecchi film e i nuovi film”. Tuttavia, non è stata solo accettata, ma anche abbracciata dal fandom.

Il successo di The Mandalorian, e di Carano

The Mandalorian è stato un tale successo che una seconda stagione è stata ordinata nel luglio 2019, quattro mesi prima dell’inizio della prima stagione. Carano è passata dalla Gersh alla UTA, dove si immaginava di poter spaziare in nuove direzioni, “magari dedicandosi al trucco o alla moda”. Si aspettava anche un significativo aumento di stipendio.

Secondo la querela presentata da Carano, nella prima stagione lo show ha applicato una clausola per cui tutti, tranne per il protagonista della serie Pedro Pascal, sono stati pagati allo stesso modo: 25mila dollari a episodio. Ma Carano, che trascorreva ore in più sul set per coreografare le proprie acrobazie, pensava che quella cifra sarebbe aumentata nella seconda stagione.

Secondo l’attrice, la Lucasfilm avrebbe offerto solo un bonus una tantum di 5 mila dollari. “Mi è sembrato un po’ uno schiaffo”, racconta Carano. “Quelli della UTA dicevano: ‘Beh, puoi andartene’. E io: ‘Ovviamente non lo farò'”.

La pandemia e il Black Lives Matter

La seconda stagione si è conclusa il 5 marzo 2020, appena una settimana prima che gli Stati cominciassero a imporre ordini di permanenza a casa per combattere la diffusione del Covid. All’inizio, Carano era in preda al panico per la pandemia. “Pensavo a pustole sulla pelle delle persone, pensavo ai peggiori scenari possibili”, ricorda.

Lei e Ross caricarono l’auto con i loro bulldog francesi e il gatto e partirono per Las Vegas per raggiungere la famiglia. Per i primi mesi, disinfettava con zelo la spesa. Con il passare del tempo, però, Carano “ha iniziato a sviluppare un mio pensiero personale” su chiusure e mascherine. Ha postato meme che deridevano questa pratica e ha twittato cose come “Le persone cadono come mosche per depressione e suicidio, overdose, omicidio. Basta così”.

Poi è arrivato l’omicidio di George Floyd da parte della polizia. Carano ha guardato il video con orrore. “Venendo da un’esperienza di artista marziale miste, aver visto il collo di una persona venire calpestato in quel modo mi fa capire l’indignazione”, dichiara. Il suo primo istinto è stato quello di postare un quadrato nero sul suo Instagram, come molti stavano facendo in quel momento. Ma quando le proteste hanno preso una piega violenta, si è sentita inquieta.

“Ci sono poliziotti che stanno lì e poi c’è qualcuno che urla e si vede lo sputo che gli vola in faccia – e nella mia testa mi chiedo: Cosa sta succedendo? E la pandemia? Mi sono detta: Le cose si metteranno male”. Ha tolto la sua casella nera ed è stata definita come razzista online.

Black Lives Matter. (Foto di Nicole Baster/Unsplash)

Black Lives Matter. (Foto di Nicole Baster/Unsplash)

Il meme razzista

È stata nuovamente definita razzista quando ha twittato un meme con disegni di uomini d’affari seduti intorno a un tavolo del Monopoli appesantito dall’oro. Il tavolo si regge sulle spalle di uomini neri nudi. “Tutto ciò che dobbiamo fare è stare in piedi e il loro gioco è finito”, si legge nella didascalia.

L’immagine – twittata anche da Ice Cube – è stata presa da un noto murales londinese con caricature antisemite di uomini d’affari. “Non avevo idea delle implicazioni anti-ebraiche”, afferma, sottolineando che la versione da lei postata era stata modificata per minimizzare i tratti stereotipati degli uomini. Pensava che il messaggio fosse quello di una rivolta dei poveri contro i ricchi. “Ma cose del genere le ho cancellate, perché non voglio essere associata a nulla del genere”, aggiunge.

Disney e Lucasfilm hanno assistito preoccupate a queste polemiche. Ma è stato l’incidente del “boop/bop/beep” a dare il via a quello che lei stessa definisce un “enorme crollo” dietro le quinte. È scoppiato dopo che Carano, resistendo alle pressioni online per annunciare i suoi pronomi in solidarietà con il movimento per i diritti delle persone trans, ha inserito le parole “boop/bop/beep” nella sua biografia su Twitter.

Carano e la transfobia

Carano sostiene di non aver mai cercato di prendere in giro la comunità trans. “Ho avuto pubblicisti maschi con la mia stessa misura di piedi, e con i quali ho indossato le mie scarpe e provato i miei vestiti”, racconta. “Ero semplicemente stufa. Così mi sono detta: Bene, metterò qualcosa nella mia biografia: boop/bop/beep. Ho pensato che fosse carino, come R2-D2”.

Il dipartimento Risorse Umane di Lucasfilm e Disney non l’ha trovato affatto carino e ha sottoposto Carano a quello che lei descrive come un “campo di rieducazione”. Il tutto è iniziato con un incontro Zoom con due rappresentanti della comunità transgender di GLAAD.

“È stata una conversazione piacevole”, racconta Carano. “Mi hanno detto: Oh, tesoro, mi dispiace che tu abbia calpestato una mina antiuomo. Ho ascoltato loro e loro hanno ascoltato me. È stato dolce e anche divertente”. Ma lei dice che l’azienda voleva anche delle scuse.

“Sai, una di quelle dichiarazioni che ti fanno quasi sgranare gli occhi”. L’HR voleva che fossero i suoi pubblicisti a redigerle; lei si è offerta di scriverle da sola. Dopo diversi giorni di modifiche, la Lucasfilm ha ritenuto che la dichiarazione finale non fosse abbastanza contrita e ha abbandonato il tentativo. Hanno quindi sottoposto Carano a un corso di formazione sui media.

“Ha tenuto gli occhiali da sole, è entrata in casa mia e si è seduta dall’altra parte della stanza”, ricorda Carano a proposito del suo media trainer. Alla fine, ha convinto la donna a sedersi sul divano “e abbiamo iniziato a parlare normalmente. Lei ha detto una cosa che ho trovato molto interessante. Ha detto: Non è quello che dici, ma come viene interpretato. Stai dando risposte molto logiche a una reazione emotiva”.

I rapporti con Disney

Secondo Carano, non ci sono state altre sessioni di formazione sui media, ma solo un ordine di partecipare a una riunione di Zoom insieme a 45 membri del gruppo di affinità LGBTQ della Disney e della Lucasfilm, che lei ha rifiutato. “Ho detto: Posso portare a cena cinque o sei di questi leader trans? Pagherò io”, racconta Carano. “Loro hanno rifiutato. Erano molto arrabbiati. Hanno detto che l’incontro sarebbe stato una cartina tornasole. Non so nemmeno cosa significhi”.

Prima di questo incidente, Pascal, che ha una sorella trans, aveva illustrato a Carano le basi del movimento trans: “Mi diceva: Metti #transrights nel tuo feed. Fallo e ti lasceranno in pace”. “Carano non ha seguito il suo consiglio, “perché non è il mio stile, mettere hashtag su qualsiasi cosa”, spiega.

“Non ho nemmeno intenzione di mettere #TrumpsRights”. I due hanno avuto una successiva conversazione. “Io e Pedro eravamo così vicini”, dice lei. “Lui sa al 1000% che non sono omofoba o transfobica. Mi ha mandato un messaggio dopo che Carl Weathers” – un’altra star di The Mandalorian – “è morto. Abbiamo avuto la nostra conversazione ed è stata bellissima”.

“Una cosa che mi ha detto è stata: ‘Grazie. Tu e Carl Weathers siete sempre stati dei protettori’. E lui sa cosa significa, e io so cosa significa, e vorrei poter dire perché. In pratica ci siamo lasciati dicendo: ‘Non vedo l’ora di abbracciarti'”.

L’assalto al Campidoglio e le elezioni

Quattro anni dopo, con la carriera a pezzi, Carano non riesce a credere che tutto sia iniziato con qualcosa di così insignificante come il suono di un droide. “Boop/bop/beep?”, chiede incredula. “Davvero? Questo è stato l’inizio della fine per me? Una carriera ventennale, il sangue, il sudore e le lacrime della lotta? Non mi sono mai compromessa per un lavoro. Non sono mai finita in una situazione negativa in cui ho fatto qualcosa di inappropriato. Ho avuto una scalata pulita e chiara per arrivare al punto in cui mi trovavo e volevo continuare ad andare avanti. E boop/bop/beep è stato dannoso?”.

Già prima del post sulla foto dell’Olocausto c’erano stati segnali che indicavano che la Lucasfilm si stava preparando a separarsi dalla Carano, come il tweet di un artista della Lucasfilm che ha rivelato che gli era stato ordinato di aerografare Cara Dune da un’immagine promozionale e di sostituirla con Ahsoka, il personaggio interpretato da Rosario Dawson.

“È diventato molto popolare odiarmi e prendersela con me”, afferma Carano. Le cose sono peggiorate dopo l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio. “La stampa hollywoodiana e i principali organi d’informazione mi hanno accostato a un’immagine di estrema destra che non mi rappresenta”.

Carano rifiuta l’etichetta di “negazionista elettorale”, ma riconosce di aver preso in seria considerazione le accuse di Trump. “Penso di essere entrata e uscita da certe idee”, spiega. “Sono un essere umano”. Per quanto riguarda gli eventi del 6 gennaio, “pensavo che ci sarebbe stata un’enorme rissa tra antifa, Black Lives Matter e MAGA, come in Gangs of New York“, ricorda. “Sapevo che non sarebbe stato così”.

Alcuni manifestanti pro-Trump durante l'attacco di Capitol Hill il 6 gennaio 2021

Alcuni manifestanti pro-Trump durante l’attacco di Capitol Hill il 6 gennaio 2021

Il meme sull’Olocausto

Il meme sull’Olocausto che alla fine ha portato al suo licenziamento “aveva senso: non odiare il tuo vicino”, sostiene. “Prima che i nazisti fossero così potenti come sono diventati, bisognava rendere accettabile l’odio per la persona accanto a te. È così che si arriva in posti pericolosi. E la storia si ripete”.

Una linea guida emessa dalla Anti-Defamation League ha citato il post di Carano, affermando: “Tali paragoni non sono generalmente indice di animosità antisemita; tuttavia, sono spesso utilizzati per promuovere un’agenda politica. Tali riferimenti sono oltraggiosi e possono ferire profondamente gli ebrei, molti dei quali hanno perso dei familiari o portano con sé il ricordo del trauma”.

Una persona che non si è offesa per il tweet è Ben Shapiro. “Non sono tollerante nei confronti dell’antisemitismo in nessun modo, forma o modo”, afferma il commentatore conservatore, che ha ospitato Carano a casa sua per la cena del sabato (quella che Carano definisce “un’esperienza di apprendimento”).

“Quando ho visto quel tweet, sono rimasto francamente perplesso sul perché la gente lo ritenesse antisemita. In effetti, l’intero tweet non funziona se non si pensa che l’Olocausto sia una cosa malvagia e orribile che è accaduta”.

Shapiro fa riferimento ad altri tweet delle star di Mandalorian che facevano paragoni con l’Olocausto. “Francamente, credo che quello di Pedro Pascal sia stato decisamente peggiore”, afferma. “Ha paragonato la situazione al confine meridionale, con i migranti detenuti in strutture di detenzione, alle immagini dei campi di concentramento, e questo apparentemente non ha dato fastidio alla Disney”.

Questo esempio e altri simili sono presenti nella denuncia di Carano, che chiede danni non specificati alla reputazione e al disagio emotivo. Offre anche la possibilità di un sollievo sotto forma di riassunzione di Carano da parte della Disney, come ha fatto con il regista James Gunn, che è stato licenziato nel 2018 dal franchise di Guardiani della Galassia a causa di tweet riemersi che ironizzavano su pedofilia e stupro, per poi essere riassunto un anno dopo.

Carano vs Disney

La Disney ha tempo fino al 9 aprile per rispondere alla petizione legale. Finora, la società ha rilasciato una sola parola in merito alla causa, anche se è arrivata dall’alto. Quando un giornalista della CNBC ha chiesto all’amministratore delegato Bob Iger se avesse qualche commento sulla questione, Iger ha risposto: “Nessuno”.

“È stata una risposta saggia”, afferma Carano. “Penso che sia un uomo molto intelligente. So che probabilmente sta affrontando molte cose in questo momento”.

Carano ora vive nel Montana. Si è innamorata della zona durante le riprese di Terror on the Prairie e ha investito in una proprietà lì, che condivide con Ross. “La mia vita ora è circondata dalla campagna e dagli animali”, racconta. ”

Il 12 marzo ha annunciato che la Straightwire Entertainment la rappresenta in vista del prossimo capitolo della sua carriera, qualunque sia la forma che potrebbe assumere, compreso un ritorno alla Hollywood tradizionale.

“Se il peccato imperdonabile a Hollywood è essere una persona che non si conforma perfettamente in un momento in cui le emozioni si scatenano nel mondo, allora probabilmente quella non è una Hollywood a cui apparterrò mai”, dichiara l’attrice.

“Ma credo che, una volta messo da parte l’ego, Hollywood abbia l’opportunità di crescere proprio come tutti noi”. Anche un ritorno alla lotta non è da escludere. “Penso che una volta che sei un combattente, senti sempre che lo sarai per il resto della tua vita. Penso che avrò 80 anni e farò shadowboxing nel mio garage, pensando: Un giorno tornerò a combattere”, afferma.

Nessun riampianto

Carano non ha rimpianti per il suo comportamento. “Non troverete in me una persona perfetta, ma troverete una persona che stava facendo del suo meglio in una delle più aggressive cancellazioni non necessarie nella storia di Hollywood”, osserva. “È stato uno dei momenti di crescita più difficili della mia vita e non ho intenzione di sprecare ciò che ho imparato”.

“C’è una cifra che la renderebbe felice?”. Chiede THR riferendosi alla sua causa. “So che può sembrare strano”, spiega piangendo. “Ma non sto pensando a questo. Sto pensando a ripulire il mio nome. Penso a essere finalmente più sana, a togliermi questa scimmia di dosso, a raccontare la mia storia e ad andare avanti con la mia vita. Finalmente”.

Traduzione di Pietro Cecioni