Elon Musk contro gli inserzionisti che hanno lasciato X: “Vadano a quel paese. Che mi odino pure”

Durante un'intervista al summit del New York Times dello scorso 29 novembre l'imprenditore si scaglia direttamente anche contro Bob Iger, amministratore delegato della Disney

Elon Musk, amministratore delegato di Tesla e SpaceX e proprietario di X (ex Twitter), ha dichiarato che l’attuale boicottaggio degli inserzionisti potrebbe “uccidere l’azienda”. Lo ha affermato lo scorso mercoledì 29 novembre in un’intervista con Andrew Ross Sorkin al New York Times Dealbook summit. Il suo intervento ha concluso una giornata ricca di eventi che ha visto anche la partecipazione della vicepresidente Kamala Harris e dell’amministratore delegato della Disney Bob Iger.

Iger stesso è uno degli inserzionisti che di recente hanno deciso di ritirare la pubblicità da X.  “Qualcuno vuole provare a ricattarmi con le inserzioni? Ricattarmi con i soldi? Vada a farsi fottere”, ha affermato Musk. “Vada a farsi fottere, è chiaro? Ehi Bob, se sei tra il pubblico. Ecco come mi sento”.

A proposito del post che ha scatenato l’esodo degli inserzionisti (quello in cui aveva definito come “verità” dei contenuti antisemiti, ndr), Musk ha affermato che “avrei dovuto, col senno di poi, non rispondere a quel particolare post, e avrei dovuto spiegare meglio cosa intendevo”. “Ho consegnato una pistola carica a coloro che mi odiano”, ha aggiunto, definendola “una delle cose più sciocche” che abbia detto sulla piattaforma. “Semplicemente a volte dico la cosa sbagliata”.

A questo proposito Musk ha già fatto causa all’organizzazione no-profit Media Matters per presunta diffamazione della piattaforma X (ex-Twitter), dopo un rapporto della società che mostrava come le pubblicità delle grandi compagnie sulla piattaforma di Musk apparissero vicino a contenuti antisemiti.

Musk è sembrato anche abbastanza soddisfatto della sua reputazione online, affermando che “c’è una vera e propria debolezza nel voler piacere ma io ho problemi a farmi odiare, comunque. Odiatemi pure”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga