Il cinema piange Norman Jewison, il regista de La calda notte dell’ispettore Tibbs e Stregata dalla luna

Lo spettacolare curriculum del cineasta canadese, scomparso a 97 anni, comprende anche Il caso Thomas Crown, Il violinista sul tetto, Cincinnati Kid, Hurricane e sette nomination agli Oscar. Tra i film firmati come sceneggiatore figurano Jesus Christ Superstar e I soldi degli altri

È morto Norman Jewison, il poliedrico regista capace di dirigere un dramma a sfondo razziale (La calda notte dell’ispettore Tibbs), un thriller elegante (Il caso Thomas Crown), un musical (Il violinista sul tetto) o una commedia romantica (Stregata dalla luna), dando sempre il meglio di sé. Aveva 97 anni. Il regista è morto sabato 20 gennaio in casa (la sua famiglia non ha voluto specificare esattamente dove), come ha annunciato l’addetto stampa Jeff Sanderson.

Candidato all’Oscar per sette volte, Jewison aveva ricevuto il prestigioso Irving G. Thalberg Memorial Award dall’Academy of Motion Pictures Arts & Sciences nel 1999.

Noto per la sua capacità di ottenere grandi interpretazioni dai suoi attori – dodici dei suoi attori sono stati candidati agli Oscar, mentre cinque dei suoi film hanno ottenuto la candidatura per il miglior film – il più illustre regista della storia canadese ha spesso utilizzato convenzionali trame di genere per affrontare le ingiustizie sociali.

Curiosamente, aveva iniziato la sua carriera dirigendo degli special musicali in televisione.

Norman Jewison, le nomination agli Oscar

Jewison ottenne nomination nelle categorie miglior regista e miglior film per Il violinista sul tetto (1971) e Stregata dalla luna (1987); ricevette un’altra nomination per la regia de La calda notte dell’ispettore Tibbs (1967), che vinse poi l’Oscar come miglior film; e infine altre due candidature per aver prodotto la stravagante commedia sulla “paura rossa” Arrivano i russi, arrivano i russi (1966) e Storia di un soldato (1984).

In licenza dalla Royal Canadian Navy, Jewison, allora diciottenne, iniziò a fare l’autostop a Chicago e alla fine arrivò a Memphis, nel Tennessee, dove saltò su un autobus, in una giornata caldissima. Mentre si dirigeva verso un sedile in fondo, vicino a un finestrino aperto, l’autobus partì e poi si fermò, come ha ricordato in un’intervista del 2011 con NPR.

“L’autista dell’autobus mi ha guardato e ha detto: ‘Non sai leggere il cartello?’, raccontava il regista. “C’era un piccolo cartello di latta, che pendeva da un filo al centro dell’autobus e diceva: ‘Le persone di colore in fondo”.

“Mi sono girato e ho visto due o tre cittadini neri seduti intorno a me e alcuni bianchi seduti sul davanti dell’autobus. Non sapevo cosa fare, ero imbarazzato. Così sono sceso dall’autobus e lui mi ha lasciato lì. Rimasi in piedi sotto il sole cocente a pensare a quello che avevo appena passato. Era la mia prima esperienza di pregiudizio razziale. E mi è rimasta impressa”.

Ispirato da Bob Kennedy

Anni dopo, ascoltando il consiglio di Robert F. Kennedy, che pensava che l’America fosse pronta per un film sull’ingiustizia razziale, Jewison realizzò La calda notte dell’ispettore Tibbs, interpretato da Sidney Poitier nel ruolo di un detective nero di Philadelphia e da Rod Steiger in quello di un capo razzista della polizia. I due devono lavorare insieme per risolvere un omicidio in una città del Sud degli Stati Uniti.

Quattro giorni prima degli Academy Awards del 1968, Martin Luther King Jr. fu assassinato e gli Oscar furono rinviati di due giorni. Jewison partecipò al funerale di King e, pur avendo perso contro Mike Nichols de Il laureato nella categoria miglior regia, La calda notte dell’ispettore Tibbs vinse cinque statuette.

Il razzismo è al centro di altri due film di Jewison: Storia di un soldato, ambientato in tempo di guerra, e Hurricane – Il grido dell’innocenza (1999), quest’ultimo interpretato da Denzel Washington nel ruolo di Rubin “Hurricane” Carter, pugile realmente esistito e ingiustamente incarcerato per omicidio.

Un talento per le commedie

Ma Jewison aveva anche un talento per le commedie, come nel caso di Stregata dalla luna, basato sull’opera teatrale di John Patrick Shanley e interpretato da Cher, che vinse l’Oscar come miglior attrice protagonista. Incentrato su una famiglia italoamericana di Brooklyn, Stregata dalla luna è stato un successo di pubblico e di critica.

Jewison è stato anche autore di altri film, molto diversi tra loro, come Non mandarmi fiori! (1964), Cincinnati Kid (1965), Jesus Christ Superstar (1973), Rollerball (1975), F.I.S.T. (1978), …e giustizia per tutti (1979), Agnese di Dio (1985) e I soldi degli altri (1991).

Norman Frederick Jewison è nato il 21 luglio 1926 a Toronto, dove i suoi genitori gestivano un negozio/ufficio postale. Sviluppò un interesse precoce per le arti, studiando pianoforte e teoria musicale al Royal Conservatory, e mise in scena e partecipò a spettacoli e commedie musicali al liceo.

Dopo il diploma, Jewison fece il suo debutto professionale in un minstrel show (spettacoli di varietà in cui i neri erano in genere ritratti in modo stereotipato, ndt), che ha anche diretto e co-sceneggiato, poi ha prestato servizio nella Marina canadese durante la seconda guerra mondiale. Tornato in patria, intraprende gli studi umanistici e nel 1949 si laurea al Victoria College della University of Toronto.

Jewison lavorava come tassista a Toronto e occasionalmente si esibiva come attore radiofonico per la Cbc. Nel 1950 si trasferì a Londra per due anni di studio e lavoro presso la Bbc.

La Cbc lo richiamò per lavorare nel nuovo mezzo televisivo e Jewison scrisse, diresse e produsse alcuni dei programmi e degli speciali più popolari del Canada. Assunse Reuben Shipp, uno scrittore di Montreal che era stato espulso dagli Stati Uniti dopo essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione per le attività antiamericane della camera, per lavorare allo spettacolo di varietà The Barris Beat.

Nel 1950, la Cbs invitò Jewison a New York per aggiornare il celebre programma musicale Your Hit Parade. Dopo aver scritturato il cantante afroamericano Tommy Edwards, reduce dal successo del brano It’s All in the Game, per partecipare al programma, fu convocato in riunione a Madison Avenue con un rappresentante delle sigarette Lucky Strike, lo sponsor dello show con sede nella Carolina del Sud.

Norman Jewison e la firma con l’Universal

“Abbiamo fatto Your Hit Parade alla radio e in televisione per molti anni”, disse il dirigente a Jewison (in un episodio che il regista ha ricordato nella sua autobiografia del 2004, This Terrible Business Has Been Good to Me). “Abbiamo avuto Sinatra, il rock ‘n’ roll e roba soft, ma non abbiamo mai avuto un nero e non cominceremo certo adesso, giovanotto”.

Dopo che Jewison, infuriato, minacciò di raccontare la storia alla stampa, la Lucky Strike cedette e Edwards apparve nel programma come previsto. La sua integrità era evidente e i grandi nomi volevano lavorare con lui.

Jewison realizzò uno speciale nel 1960 con Harry Belafonte, il primo della televisione americana con un performer di colore; diresse la star di ritorno Judy Garland in uno speciale televisivo del 1961 e in alcuni episodi del suo spettacolo di varietà sulla Cbs; diresse The Million Dollar Incident, una commedia che vedeva Jackie Gleason rapito e tenuto in ostaggio per chiedere un riscatto; e realizzò The Broadway of Lerner and Loewe, con le interpretazioni di Julie Andrews e Maurice Chevalier.

Grazie a una raccomandazione di Tony Curtis, Jewison partì per Los Angeles e venne ingaggiato per dirigere 20 chili di guai!… e una tonnellata di gioia! (1962) della Universal Pictures, con Curtis, Suzanne Pleshette e Phil Silvers in uno dei primi film girati a Disneyland.

Dopo aver firmato un contratto con lo studio, Jewison diresse le commedie leggere Quel certo non so che (1963), con Doris Day e James Garner; Non mandarmi fiori!, con Day e Rock Hudson e L’arte di amare (1965), con Garner, Elke Sommer e Angie Dickinson.

Quando il produttore Martin Ransohoff licenziò il regista Sam Peckinpah da Cincinnati Kid, Jewison prese le redini del dramma con Steve McQueen e Edward G. Robinson. The Hollywood Reporter definì il suo lavoro “audace, fantasioso e sicuro di sé”, e così inizò il suo periodo di successo.

Produsse e diresse il suo primo film Arrivano i russi, arrivano i russi, una parodia della paranoia verso i russi, interpretato da Alan Arkin e Carl Reiner (che aveva scritto Quel certo non so che e L’arte di amare).

Dopo La calda notte dell’ispettore Tibbs, Jewison produsse e diresse l’elegante thriller erotico Il caso Thomas Crown, interpretato da McQueen e Faye Dunaway; produsse Il padrone di casa (1970), un dramma a sfondo razziale diretto dal suo ex-montatore Hal Ashby.

L’incontro con Kennedy e l’Europa

Aveva conosciuto Kennedy in un ospedale di Sun Valley, nell’Idaho, quando i loro figli erano rimasti feriti durante una gara di sci, e avrebbe dovuto incontrare il candidato alla presidenza a Los Angeles la notte in cui fu assassinato.

“Ero molto disilluso”, aveva dichiarato Jewison a Kevin Cassidy di THR in un’intervista del 2011. “JFK era stato assassinato, Bobby era stato assassinato, avevo marciato al funerale di Martin Luther King Jr. ad Atlanta. Era il 1970, così ho fatto i bagagli e da Los Angeles sono andato in Inghilterra”.

Jewison trascorse i sette anni successivi in Europa, realizzando film come il musical di grande successo Il violinista sul tetto, girato in Jugoslavia e nei Pinewood Studios di Londra, e Jesus Christ Superstar e il film con Gregory Peck La mia pistola per Billy (1974), entrambi girati in Israele.

In seguito, Jewison diresse e produsse il violento film d’azione con James Caan Rollerball, il thriller giudiziario con Al Pacino …e giustizia per tutti e l’affascinante commedia romantica Amici come prima (1982), con Burt Reynolds e Goldie Hawn.

Jewison continuò ad esplorare temi di un certo peso, come in Agnese di Dio, interpretato da Jane Fonda e Anne Bancroft, incentrato sul conflitto tra fede cattolica e razionalità. Il suo ultimo film è stato il thriller sul nazismo La sentenza (2003), con Michael Caine.

Jewison era stato produttore degli Academy Awards del 1981, riprogrammati dopo l’attentato al presidente Reagan, e ottenne una nomination agli Emmy nel 2002 per la regia del telefilm della Hbo A cena da amici.

John Ford e il whisky

Jewison era tornato a Toronto nel 1978 e viveva in una fattoria di quasi 100 ettari nell’Ontario. Per anni ha ospitato un picnic di gala del Toronto International Film Festival. Nel 1982 era stato nominato ufficiale dell’ordine del Canada, la più alta onorificenza civile del Paese, e si era poi messo in testa di fondare l’equivalente canadese dell’American Film Institute.

“Ho ricevuto una telefonata per visitare l’Afi di Beverly Hills”, aveva raccontato Jewison a THR. “Così sono andato lì e c’era un gruppo di giovani registi seduti sul pavimento e c’era John Ford con una bottiglia di whisky. E rispondeva a tutte le loro domande. Sono rimasto a bocca aperta. È stato molto emozionante. Così ho pensato: ‘Cavolo, se potessi organizzare qualcosa di simile in Canada, sarebbe fantastico’”.

Il risultato è stato il Canadian Film Centre, fondato nel 1988 a Toronto. “Il suo spirito sarà per sempre il cuore del Canadian Film Centre”, ha dichiarato lunedì 22 gennaio l’organizzazione.

Gli sopravvivono, tra gli altri, la sua seconda moglie, Lynne St. David; i suoi figli, Kevin (e sua moglie Suzanne), Michael (e la moglie Anita) e Jenny (e il marito David); e i suoi nipoti Ella, Megan, Alexandra, Sam e Henry. Le commemorazioni si terranno a Los Angeles e a Toronto.

Nel suo discorso di accettazione del premio Thalberg Jewison disse: “Il mio unico vero rimpianto per aver vinto questo premio è che, sapete, non è come il Nobel o il Pulitzer. Voglio dire, il premio Thalberg non è un premio in denaro. Se così fosse, lo dividerei con il Canadian Film Centre e l’Afi, dove la prossima generazione di registi si sta preparando a intrattenere il mondo nel nuovo millennio”.

“E per congedarmi dedico questo pensiero a tutti i giovani: trovate delle buone storie. Non badate agli incassi, alla top 10, alla bottom 10, ai punteggi, alle categorie demografiche di pubblico. Sapete una cosa? Il film che incassa di più non è necessariamente il miglior film”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga