Rebel Moon – Parte due: La Sfregiatrice. Perso il citazionismo si perde anche l’identità. Persino quella di Zack Snyder

Dopo un buon debutto su Netflix (e le critiche asprissime della critica), il regista torna con la sua epopea ispirata a Star Wars, stavolta priva di riferimenti marcati e in cerca di una propria personalità. Che, purtroppo, non trova

Qualche mese fa uscì Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco. Non preoccupatevi se non ve lo ricordate, non è affatto colpa vostra. Non è passato nemmeno tanto. Va bene che eravamo ancora nel 2023, con l’uscita dell’opera su Netflix il 15 dicembre, ma di tempo ne è passato relativamente poco, eppure della protagonista Kora, interpretata da Sofia Boutella, e del suo gruppo di “eroi” si è persa la memoria. E forse, rispetto alle grandi pecche di cui spesso viene accusato Zack Snyder, questa è la peggiore di tutte.

Dopo anni ad agognare un progetto che fosse simile a Star Wars, tanto che Rebel Moon venne proposto in tempi non sospetti come possibile espansione dell’universo ideato da George Lucas, ma del tutto declinato dallo stesso, il cineasta è riuscito a portare sullo schermo – “piccolo”, vista l’uscita in piattaforma – la sua idea di guerre stellari.

E proprio questa influenza rendeva la Parte uno una scopiazzatura bella e buona (e fatta male) delle avventure di Luke Skywalker e compari. Cosa che, a suo modo, La Sfregiatrice – questo il sottotitolo del secondo capitolo – un po’ abbandona, facendone la svolta del suo miglioramento, rimanendo però sempre in lidi del tutto obliabili.

La calma prima della tempesta

Il pericolo, al principio di Rebel Moon – Parte due, sembrerebbe estinto. I vincitori arrivano sul pianeta Veldt, tutto sembra tranquillo, fin quando la non-morte dell’Ammiraglio Atticus Noble – l’ancora una volta detestabile e iper-espressivo Ed Skrein – non mette il villaggio in allerta, costringendo gli abitanti ad imparare a doversi difendere nel giro di cinque giorni.

Rebel Moon - Parte due: La Sfregiatrice

Commento breve Piatto
Data di uscita: 19/04/2024
Cast: Sofia Boutella, Ed Skrein, Anthony Hopkins
Regista: Zack Snyder
Sceneggiatori: Zack Snyder, Shay Hatten, Kurt Johnstad
Durata: 123 min

Non c’è pace per Kora, nemmeno dopo essersi finalmente concessa un briciolo di amore col compagno Gunnar (Michiel Huisman), perennemente in colpa per essere la fonte di quel conflitto che rischia di sterminare la cittadina che l’ha accolta e determinata a salvaguardarla, non importa a quale costo.

La casa torna centrale in Rebel Moon – Parte due: La Sfregiatrice, pur abbandonando i riferimenti a Il mago di Oz che inzeppavano il film precedente, quasi in una riproposta sci-fi e guerresca del viaggio di Dorothy. E in realtà l’intero citazionismo della Parte uno scompare dando il permesso al suo proseguimento di trovare una propria identità. Peccato che, come personalità, La Sfregiatrice sceglie di non averne una.

Rebel Moon – Parte due: La Sfregiatrice, la calma piatta

Più fruibile del precedente perché meno pieno e straboccante, il film si standardizza su un racconto dove sia narrativamente che visivamente si sa benissimo quali e come saranno le svolte della storia e non resta, perciò, che subirle. I personaggi, che dovrebbero essere la forza in un’opera in cui bisogna fare gruppo, vengono ridimensionati più di quanto non fossero già stilizzate le loro caratteristiche, diventando un tutt’uno con lo sfondo del pianeta Veldt.

Nulla di eccezionale, ma nemmeno nulla di indigesto accade in e per un Rebel Moon rimpicciolito e ridotto a un action fantascientifico la cui epica che sperava di raggiungere è distante anni luce dal desiderio iniziale. Né meglio, né peggio dunque. Perché non si può certo rimpiangere l’eccesso della prima pellicola, ma rimane innegabile come la seconda annichilisca ancora di più l’interesse dello spettatore, che non viene nemmeno stuzzicato dalle sfide che di norma Snyder pone alla visione di ogni suo film.

Sfide fanciullesche, spesso, ma che mettono sicuramente in uno stato di curiosità il pubblico. Ma è tutto dire se la scena più snyderiana de La Sfregiatrice è uno pseudo riferimento a Il gladiatore di Ridley Scott, con il grano che si sposta al vento e in cui passano le dita dei personaggi, mentre tutto va al rallenty.