È successo tutto per le strade di Tel Aviv, dove la regista Yolande Zauberman ha girato M – che poi avrebbe vinto un César Award come migliore documentario – ma anche dove ha trovato il soggetto per il suo ultimo lavoro, La Belle de Gaza (The Beauty of Gaza).
Zauberman stava seguendo le storie di tre donne trans arabe, mentre una di loro ha raccontato alla sua collega, in arabo, che lei ha fatto a piedi la strada da Gaza fino a Tel Aviv. “Pensavo che fosse un percorso quasi impossibile”, ricorda Zauberman. “Prima essere un uomo, diventare una donna, venire da Gaza a Tel Aviv ed essere una musulmana a Tel Aviv. Volevo davvero trovare questa donna e vedere il mondo dal suo punto di vista”.
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Dopo aver perso i contatti con la donna, Zauberman ha iniziato a cercarla. Quel viaggio sarebbe diventato l’impulso – e il titolo – del suo ultimo documentario, La Belle de Gaza. Il film, che riceverà una proiezione speciale al Festival di Cannes, si trasforma in un ritratto crudo delle donne trans arabe di Tel Aviv, dalle lavoratrici del sesso alle vincitrici di concorsi di bellezza. Un’opera che ricorda i documentari LGBTQ+ come Parigi brucia e Pier Kids.
La Belle de Gaza
Girato nell’arco di un anno, a partire dal 2022, il film presenta donne come Nathalie, assistita da un’amica d’infanzia dopo l’intervento chirurgico di affermazione del genere, e Nadine, cresciuta in una comunità beduina, che parla apertamente dei pericoli che corre in quanto donna trans che lavora come sex worker. Il film racconta l’isolamento che può colpire queste donne, soprattutto all’interno delle loro famiglie.
“La famiglia è importante in ogni parte del mondo, ma soprattutto in Medio Oriente”, afferma Zauberman. “Quindi, quando si diventa una donna trans, soprattutto se si è arabi, questo equivale davvero a una separazione dalla propria famiglia, per la maggior parte del tempo”.
La Belle de Gaza affronta senza timore il tema dei diritti LGBTQ+, le relazioni tra musulmani ed ebrei e la cittadinanza araba di Israele. Il film è stato terminato prima che Hamas attaccasse Israele il 7 ottobre e del conseguente conflitto a Gaza.
“Ho pensato che avremmo dovuto tenere il film e non farlo uscire, ed è quello che abbiamo fatto”, spiega Zauberman, sottolineando che il film non esprime opinioni politiche, ma è intrinsecamente carico di significati politici a causa del suo soggetto in un momento di grande tragedia nella regione.
Distribuzione in Israele?
Su sollecitazione del suo team di registi, di colleghi e amici come Alice Diop (il cui Saint Omer ha vinto il premio della giuria a Venezia nel 2022), Zauberman ha proiettato il film a Parigi per valutare le reazioni. La risposta positiva l’ha spinta a distribuire il film. Dopo Cannes, il film arriverà nelle sale francesi tramite Pyramide International, che si occuperà anche delle vendite al Marché. Le protagoniste del film saranno presenti sulla Croisette.
Ma la possibilità di un’uscita in Israele non è ancora chiara. “Ho chiesto alle persone che ho filmato di decidere se vogliono che il film venga proiettato nel Paese in cui vivono, perché non voglio metterle in una situazione che non vogliono. Quindi, sono loro a decidere”, afferma Zauberman.
La decisione, dice la regista, sarà presa dopo Cannes.
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