Elliot Page ha aperto il BFI Flare, il festival cinematografico Lgbtqia+ di Londra, con la prima europea di Close to You, lo scorso giovedì 14 marzo. Per l’occasione ha esteso il discorso sul film di Dominic Savage allo stato corrente di Hollywood e alla sua “tossicità” ed è tornato a raccontare il suo coming out e il motivo per cui l’etichetta “nicchia” non si applica alla comunità Lgbtqia+.
“Il trenta per cento dei giovani si identifica come Lgbtqia+, quindi mi dispiace, ma non è una nicchia”, ha affermato Page tra gli applausi. “Mi irrita molto che lo si pensi. Se si raccontassero storie molto specifiche su persone cis-gender o eterosessuali, non definiremmo quella trama di nicchia”.
Il rapporto con Hollywood
A una domanda su Hollywood e le sue sfide, Page ha risposto: “Ovviamente ci sono persone fantastiche a Hollywood. È più che altro il modello. È un sistema, ed è piuttosto tossico. Questa è stata la mia esperienza, in gran parte. Credo che renda molte persone davvero infelici”.
E ha condiviso il suo punto di vista sulla fama. “Trovo buffa questa ossessione della società per la fama”, ha affermato. “Ogni storia che viene raccontata sulla fama – nei biopic o nella finzione o altro – come finisce? Non bene. Sono sicuro che alcune persone adorano essere delle celebrità. Buon per loro. Ma ho notato che non fa molto bene, è un’ossessione che trovo strana”.
Lo star system: un’esperienza in evoluzione
Oggi Page si sente più sciolto dopo aver fatto coming out come persona queer nel 2014 e poi come uomo trans nel 2020. Il coming out “come queer è stato un enorme passo avanti per avvicinarmi a chi sono veramente”, ha affermato al pubblico di Londra. “Mi ha tolto un grosso peso dalle spalle. Tenevo tutto nascosto. Fino ai 27 anni non sono uscito con nessuno, non riuscivo nemmeno a prendere per mano qualcuno, fino al momento in cui ho capito che se non avessi fatto nulla in proposito non sarebbe finita bene. Non stavo bene”.
Durante l’incontro ha anche raccontato di essere stato “in uno dei momenti più infelici” della sua vita quando nel 2008 ha ricevuto la nomination all’Oscar per Juno. “Di certo in un’occasione del genere non senti di poter dire alle persone che ti senti infelice”, ha affermato Page. Proseguendo: “Il coming out come queer ha cambiato e migliorato enormemente la mia vita, gettando le basi per il passo successivo”.
A una domanda sull’esperienza del coming out come uomo trans, Page ha risposto che si è trattato di liberarsi “finalmente della transfobia interiorizzata, accettare la mia identità e scegliere di vivere davvero la mia vita”.
Close to You, il nuovo film di Elliott Page
Close to You, che ha debuttato al Toronto International Film Festival, è il primo film di Page dal 2017. L’attore interpreta Sam, un uomo trans che torna a trovare la sua famiglia in una piccola città del Canada e incontra un’ex-compagna di scuola, interpretata da Hillary Baack (Sound of Metal), che lo costringe a confrontarsi con sentimenti del passato. Page ha sviluppato la storia con Savage. In gran parte improvvisato (è noto per una sequenza di oltre 50 minuti realizzata senza copione), il film presenta pochi dialoghi sceneggiati.
Page ha elogiato il lavoro del coordinatore dell’intimità del film che ha posto “domande molto specifiche e in modo molto rispettoso”. L’attore ha inoltre spiegato: “Non mi era mai capitato prima, e lavoro da quando avevo 10 anni”, comprese scene difficili e intense dall’età di 16 anni. La star ha ricordato un episodio, dicendo che “in quel caso specifico, non ero affatto protetto. È stata un’esperienza orrenda, e con un uomo molto più vecchio. Le persone dovrebbero essere tutelate, anche sui set”.
Page ha infine parlato del suo memoir Pageboy. La mia storia, in cui parla di tutto, dalla sua carriera cinematografica, alla nomination agli Oscar, nonché della sua società di produzione Page Boy Productions. L’attore ha inoltre condiviso la sua emozione nel girare alcune sequenze d’azione per la stagione finale della serie Netflix The Umbrella Academy, che debutterà sulla piattaforma ad agosto. “Mi sono divertito tantissimo”, ha affermato. “Avevo l’entusiasmo di un bambino di sei anni”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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