Compie 37 anni il Festival MiX, la casa del cinema Lgbtq+ e della cultura Queer. E riparte da Opponent, candidato agli Oscar

Milano, il concorso con tre sezioni: lungometraggi di fiction, documentari e cortometraggi. Tra i titoli, Mutt su un giovane transgender, già passato a Sundance, Out of Uganda e il film che la Svezia manda all'Academy

Il Festival MiX compie 37 anni. È il Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer, fondato da ArciGay Milano nel 1986 (ma ai tempi si chiamava Uno sguardo diverso) in un momento in cui le comunità gay soffrivano dappertutto dello stigma sociale dell’Aids e la necessità di affermarsi e riscattarsi era più forte che mai: quale miglior modo che il cinema per raccontarsi e raccontare, mostrarsi e rivendicare. Il festival cambiò nome nel 1993, diventando il Festival di Cinema Gay e Lesbico di Milano, a sottolineare i tempi che cambiavano e l’evolversi della programmazione. Nel 2005, diventato ormai noto a livello internazionale, prese il nome Festival MIX – entrando a far parte di una famiglia con sedi a New York, San Paolo, Copenhagen e Città del Messico – e fu per la prima volta ospitato dal Piccolo Teatro Strehler.

L’edizione 2023 è partita ieri sera con un’inaugurazione istituzionale, presieduta dall’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, e il primo lungometraggio, Mutt, che racconta una giornata di un giovane transgender, intrappolato a metà fra il mondo di prima e il presente, fra identità che paiono in contraddizione. Il film è stato presentato al Sundance 2023 e poi alle 73° Berlinale.

Tre sezioni

Il festival proseguirà fino a domenica sera, con un programma di film in concorso con tre sezioni: lungometraggi di fiction, documentari e cortometraggi. Ma ci saranno anche musica, spettacoli, panel, il sagrato dello Strehler sempre pieno di gente con uno sprtiz in mano. Il programma di cortometraggi prenderà nomi come (In)Quieti luoghi, Lunghezze d’onda, Dietro l’angolo, Oltre il confine e sarà dedicato a soglie, passaggi, amori non convenzionali, viaggi, identità in trasformazione, idee sul mondo che cambiano, barriere che si rompono.

Ci saranno documentari da tutto il mondo presentati, come i lungometraggi, quasi sempre in presenza del regista. Fra questi Seven Winters in Teheran (in Farsi sottotitolato) sulla storia di una studentessa di architettura impiccata per aver ucciso un uomo che cercava di violentarla; o Out of Uganda che ci porta a conoscere alcuni membri della comunità LGBTQ+ di Kampala in un paese che ha messo fuorilegge l’omosessualità e da cui fuggire è l’unico modo per sopravvivere; o ancora Queendom sull’artista russa queer Gena Marvin, ventunenne che sceglie come palco per le sue esibizioni  strade, metropolitane e supermercati indossando gli incredibili costumi fatti con nastro adesivo e spazzatura, preparatati dalla nonna e rispondendo gentilmente agli insulti dei passanti.

Un collettivo indiano al coming of age canadese

Fra i lungometraggi, A Place of Our Own del collettivo indiano Ektara Collective (in Hindi con sottotitoli) su due donne transgender alla ricerca di una casa e Before I Changed My Mind del canadese Trevor Anderson: il coming of age di un ragazzino non-binary che diventa amico del bullo della scuola, con tutto ciò che ne consegue.

Sabato sera alle 20 sarà mostrato in anteprima italiana Opponent, il film di produzione svedese diretto dal regista di origini iraniane Milad Alami e scelto dalla Svezia come film da candidare agli Oscar. È la storia di un lottatore professionista iraniano costretto a lasciare il paese con la sua famiglia e a raggiungere la Svezia. Qui, durante il procedimento per la richiesta d’asilo, si riscriverà a una palestra per entrare a far parte della squadra olimpica svedese e conoscerà Thomas che lo metterà profondamente in discussione. Anche per questa proiezione sarà presente il regista.

Ma ci saranno anche spettacoli di varietà, come il Fantastico CrediMIX di sabato sera, nato ormai 5 anni fa al Ghepensimi di Nolo e passato per alcuni dei luoghi più importanti della cultura underground milanese, dall’Arci Bellezza, a Mareculturale Urbano fino allo Zelig; panel su argomenti che vanno dalla rivoluzione in corso in Iran alla discriminazione nei confronti della comunità queer oggi in Italia, alla moda come possibile sfida al binarismo di genere; e tutte le sere, dalle 21 in poi, il sagrato dello Strehler ospiterà dj storici e non della scena queer milanese, come Barbarella o Cool Kids Can’t Die.