Il Lovers Film Festival ha appena chiuso la sua 39esima edizione, e ci sono già idee per la prossima. Lo conferma Angelo Acerbi, assistente alla direzione artistica e responsabile della selezione dei film della kermesse queer di Torino. In un’intervista con The Hollywood Reporter Roma, Acerbi spiega che tra le novità del prossimo anno, il 40esimo, potrebbe esserci un sezione dedicata alla realtà virtuale.
“Abbiamo aperto un discorso su questo tema già per questa edizione, ma non c’erano i fondi e il tempo”, afferma. “Ma è una cosa che succederà l’anno prossimo. Abbiamo dei contatti. Potrebbe essere, con tutti i se del caso, una delle nuova offerte del 40esimo”. Dopo il successo di Venice Immersive e la nascita della sezione dedicata alle arti immersive a Cannes, anche il Lovers vorrebbe integrare la VR nella sua offerta festivaliera.
La kermesse, che si è chiusa domenica 21 aprile, ha visto trionfare dal concorso lungometraggi Les Tourtues di David Lambert, mentre il premio speciale della giuria Giò Staiano è andato a Úsvit/We have never been modern (Usvit- Non siamo mai stati moderni) di Matej Chlupacek.
Differentemente dall’anno scorso, dove i film a tematica trans componevano la maggior parte delle opere in gara, quest’anno Acerbi afferma che erano molti di più i film sul lesbismo. Nel selezionare i film – aggiunge – “cerchiamo sempre di avere una varietà di tematiche, di paesi e una certa omogeneità di qualità”.
Lovers, una festa di comunità
Per il prossimo anno, Acerbi e la direttrice artistica Vladimir Luxuria stanno inoltre pensando a un festival più lungo, e con una serie di eventi più trasversali “non solo legati al cinema”.
“Sotto la direzione di Vladimir, il Lovers ha avuto uno scatto verso l’intrattenimento, che ampia lo spettro del concetto di festa che noi abbiamo sempre avuto. Il Lovers è stato sempre un festival di comunità, di raccolta e festa”.
La quarantesima edizione, prevista per il 2025, è ancora tutta da pianificare con il Museo del Cinema, ma sarà mantenuto il “cuore” della kermesse e si sta pensando a una formula più ibrida.
Festival indie per cinema indie
In una precedente intervista, Acerbi ha definito il mercato del cinema queer come “schizofrenico”. “Il pubblico c’è, ma i produttori non rischiano”.
E qualcosa, anche se a piccoli passi, sta cambiando, soprattutto per il Lovers. “Comincia a esserci una certa qual considerazione da parte dei distributori”, spiega Acerbi.
“Fino a qualche anno fa, tutti cercavano di piazzare il proprio film in un festival mainstream e grosso, ma ultimamente si sono resi conto che, soprattutto per i piccoli film indie, i festival più piccoli danno molta più visibilità”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma