Bufera sul discorso di Jonathan Glazer agli Oscar, nuovo terreno di scontro nel conflitto tra Israele e Gaza

I commenti del regista de La zona d’interesse, spesso estrapolati brutalmente dal contesto e travisati, sono stati elogiati dai sostenitori del cessate il fuoco, ma anche fortemente criticati sui social: "Rifiuta la sua ebraicità"

Il duro discorso di accettazione di Jonathan Glazer agli Oscar 2024, in cui il regista de La zona d’interesse ha fatto riferimento al conflitto tra Israele e Gaza e ha affermato di rifiutare “la strumentalizzazione dell’ebraicità e dell’Olocausto da parte di un’occupazione”, ha provocato una feroce reazione sui social media.

Nel discorso di accettazione del premio per il miglior film internazionale, Glazer ha ringraziato i suoi partner nella realizzazione della pellicola, un’opera perturbante su Auschwitz e l’Olocausto, e si è poi concentrato sia sul suo lavoro che sul conflitto tra Israele e Gaza. “Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e confrontarci con il presente, non per dire ‘Guardate cosa hanno fatto allora’, piuttosto ‘Cosa stiamo facendo adesso’”, ha dichiarato.

“Il nostro film mostra dove porta la disumanizzazione, nella sua forma peggiore. Ha plasmato tutto il nostro passato e il nostro presente. Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e confrontarci con il presente”, ha proseguito Glazer, la cui vittoria ha suscitato una standing ovation.

Un discorso erroneamente interpretato

Glazer, che è ebreo, ha aggiunto, facendo una breve pausa a causa degli applausi: “In questo momento, siamo qui come uomini che rifiutano la strumentalizzazione della loro ebraicità e dell’Olocausto da parte di un’occupazione che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti”.

E ha continuato: “Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza, di tutte le vittime di questa disumanizzazione, come possiamo fare a opporre resistenza?”. Glazer ha poi dedicato la vittoria del film ad Alexandria, una donna di 90 anni che ha incontrato durante la lavorazione del film e che ha ispirato uno dei personaggi chiave de La zona d’interesse. Le reazioni al discorso di Glazer non si sono fatte attendere, anche se molti dei primi commenti negativi sono arrivati quando alcuni siti di notizie non avevano citato per esteso il discorso del regista britannico, con citazioni estrapolate dal contesto.

Alcuni, erroneamente, hanno interpretato il discorso di Glazer come un rifiuto del suo essere ebreo, piuttosto che come un rifiuto della strumentalizzazione dell’“ebraicità e dell’Olocausto da parte di un’occupazione, che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti”, come ha detto nel suo discorso.

I commenti sui social media

Il conduttore di MSNBC Chris Hayes si è affrettato a correggere le persone che stavano citando erroneamente Glazer. “Ho visto diverse persone dire queste cose sul discorso di Glazer, ed è chiaramente sbagliato”, ha twittato insieme alla citazione completa del regista. “Era formulato in modo un po’ goffo, ma stava chiaramente dicendo che rifiuta che la sua ebraicità venga strumentalizzata. Non sta rifiutando la sua ebraicità”, ha aggiunto in un tweet successivo.

Tuttavia, diversi utenti israeliani ed ebrei di spicco hanno aspramente criticato Glazer su X per i suoi commenti. Michael Freund, un attivista politico israeliano che è stato vice direttore delle comunicazioni per il primo ministro Benjamin Netanyahu negli anni ’90, ha scritto: “Jonathan Glazer è un ebreo che odia se stesso, uno della peggior specie, che sfrutta l’Olocausto per attaccare Israele in pubblico alla cerimonia degli Oscar”.

L’opinionista di Newsweek Batya Ungar-Sargon, un’altra che ha citato erroneamente Glazer, ha scritto su X: “Non riesco a concepire il marciume morale nell’anima di uno che vince un premio per un film sull’Olocausto e, con la visibilità che gli è stata data, accetta quel premio dicendo: ‘Siamo qui come uomini che rifiutano la loro ebraicità’”.

Il sostegno a Jonathan Glazer

Tra una marea di tweet che citavano e rispondevano a quello di Ungar-Sargon, Yonah Lieberman, cofondatore di IfNotNow, un gruppo di ebrei americani che si oppone all’occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, ha scritto su X: “Stai mentendo su ciò che hanno detto aggiungendo un punto nel mezzo della frase. Volevano chiaramente dire che rifiutano il modo in cui la loro ebraicità è stata strumentalizzata. Dovresti essere una giornalista”.

Lieberman ha twittato lunedì 11 marzo: “Quasi tutti quelli che hanno distorto le parole di Glazer sono anche loro ebrei. Riuscite a immaginare un’altra minoranza così determinata a mentire su uno dei suoi per sostenere uno status quo in cui un etnostato può uccidere impunemente donne e bambini?”.

Abraham Foxman, direttore emerito della Anti-Defamation League, ha twittato: “Sono contento che La zona d’interesse abbia vinto il premio come miglior film internazionale agli Oscar, ma come sopravvissuto all’Olocausto sono scioccato che il regista abbia schiaffeggiato la memoria di oltre un milione di ebrei, morti perché ebrei, annunciando di rifiutare la sua ebraicità. Si vergogni”. Il tweet di Foxman, tuttavia, ha ricevuto una Community Note da X per aver tolto dal contesto la citazione di Glazer.

L’oscar a La zona d’interesse

Allo stesso modo, il giornalista conservatore John Podhoretz ha tolto dal contesto i commenti di Glazer. “Dicendo che rifiuta la sua ebraicità sul più grande palcoscenico del mondo cinque mesi dopo l’attacco a Israele, Jonathan Glazer si è immediatamente trasformato in uno dei cattivi storici dell’ebraismo”, ha twittato Podhoretz, editor di Commentary.

Sempre lunedì 11 marzo, l’opinionista conservatore Ben Shapiro, un convinto sostenitore della campagna militare israeliana a Gaza, non ha perso tempo ad attaccare Glazer, scrivendo su X: “Ne La zona di interesse di Jonathan Glazer non si vede un solo ebreo. Quelli sono gli ebrei migliori, secondo Glazer: le vittime senza volto che urlano in lontananza. Ironia della sorte, è lui il cattivo: raccoglie premi dai corpi di quegli anonimi ebrei morti mentre ignora quelli vivi che vengono massacrati nella striscia di Gaza da assassini genocidi”.

Glazer ha ricevuto comunque un po’ di sostegno dai colleghi registi di Hollywood. Boots Riley, regista ebreo americano, è stato uno degli importanti colleghi di Glazer che ha twittato il suo sostegno domenica 10 marzo: “Complimenti a Jonathan Glazer. Non solo per aver alzato la voce contro le atrocità a Gaza e per aver detto che il suo film riguarda il presente – ma anche perché ieri sera ho finalmente visto La zona d’interesse. Da Under the Skin in poi ha dimostrato che non si deve aspettare la post-produzione per iniziare a pensare al sound design”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga