Quando lo sciopero degli attori si è finalmente concluso nella serata di mercoledì 8 novembre, i festeggiamenti di alcuni sono stati offuscati da una certa dose di stress, dato che molti dovranno ora concentrare mesi di campagna promozionale in poche settimane, anche in vista dell’awards season. Alcuni titoli non sono stati colpiti in modo pesante dallo sciopero. Per esempio, i team di Barbie e Oppenheimer hanno fatto un’intensa attività di promozione poco prima dell’inizio dell’astensione dal lavoro, mentre i team di Napoleon e Il colore viola inizieranno a svelare le loro carte solo la prossima settimana.
Inoltre, molti altri film in lizza sono stati esentati dalle regole dello sciopero perché i loro distributori hanno firmato accordi provvisori con la SAG-AFTRA e/o perché sono stati prodotti al di fuori degli Stati Uniti e quindi non sono soggetti alle regole del sindacato: questo è stato certamente un vantaggio per titoli come La zona di interesse, Past Lives e Priscilla di A24, Anatomia di una caduta e Ferrari.
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Ma il lancio della maggior parte dei film che puntano ai premi ha indubbiamente subito l’impatto dell’esclusione del loro più ovvio punto di forza: le loro star. Di conseguenza, molti registi si sono sobbarcati un programma promozionale più pesante del solito: tra questi, Todd Haynes per May December, Alexander Payne per The Holdovers – Lezioni di Vita e persino Martin Scorsese, il leggendario regista ottantenne di Killers of the Flower Moon. E, in molti casi, sono stati chiamati in soccorso per sostenere il peso anche gli artisti che operano dietro le quinte.
Ora, però, con la fine dello sciopero, è iniziata una corsa forsennata per sollevare da questo peso – o perlomeno assistere – queste persone, con attori che, in circostanze normali, sarebbero già stati onnipresenti ai festival cinematografici, ai junket, alle proiezioni, alle sessioni Q&A e ai ricevimenti, oltre che sulla stampa.
Dagli Oscar ai Golden Globes: cosa aspettarsi dall’awards season
In effetti, gli addetti stampa sono entrati in azione nel momento stesso della fine dello sciopero. Sono stati bombardati anche gli organizzatori dei talk show diurni, dei talk show di tarda serata e del Saturday Night Live. Ora si sta cercando di trovare posti per i talenti in qualsiasi altro luogo in cui i votanti e i responsabili dei gusti del settore possano trovarsi, o possano guardare, per cercare di recuperare il tempo perduto in vista delle votazioni per le nomination agli Oscar, che si svolgeranno dall’11 al 16 gennaio.
Per quanto riguarda l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione può ora contare su una massiccia partecipazione di star a due grandi eventi che ha già dovuto rimandare una volta: l’Academy Museum Gala, previsto per domenica 3 dicembre, e i Governors Awards, che si terranno martedì 9 gennaio. Inoltre, l’Academy non deve più preoccuparsi di posticipare la 96a cerimonia degli Oscar rispetto alla data annunciata del 10 marzo 2024 (i moduli per la presentazione delle candidature, tra cui i documenti sul rispetto degli standard di inclusività richiesti per potersi candidare alla categoria Miglior film, devono essere consegnati mercoledì 15 novembre), o di andare in onda con film di cui il pubblico ha sentito a malapena parlare (il che, inutile dirlo, non aiuterebbe gli ascolti).
L’Academy è solo uno dei numerosi enti che conferiscono premi. Un’attenzione particolare è rivolta anche alla commissione per le candidature ai SAG Awards, un gruppo di 2.500 membri del sindacato selezionati in modo casuale che determinerà i candidati (con votazioni che si svolgeranno tra il 18 dicembre e il 7 gennaio) tra i quali l’intero sindacato sceglierà i vincitori.
Data la stagione abbreviata, i SAG Awards consentono solo tre proiezioni per progetto, anziché le solite quattro, e gli addetti alle campagne si preparano a una lotta senza esclusione di colpi per assicurarsi le date delle proiezioni quando il portale di programmazione dei SAG Awards, aperto all’inizio di ottobre dello scorso anno, riaprirà finalmente lunedì 13 novembre (uno di loro dice: “È come gli Hunger Games: sei nel calendario e guardi le date che vengono prese”. Aggiunge un altro: “Si prendono le date che capitano, e poi si deve fare reverse-engineering per avere gli attori”).
Dato che i presentatori delle cerimonie di premiazione vengono presentati con il nome del loro progetto in corso, proprio come i candidati nelle cerimonie di premiazione, e spesso ottengono anche più tempo sul palco, è probabile che ci si possa aspettare un maggior numero di star del solito tra i presentatori del gala di premiazione del Palm Springs International Film Festival del 4 gennaio, dei Golden Globe Awards del 7 gennaio, che, a quanto si dice, annunceranno a breve un partner per la trasmissione, del gala di premiazione del National Board of Review Awards dell’11 gennaio a New York e dei Critics Choice Awards del 14 gennaio, che andranno in onda su The CW.
La corsa è iniziata
Potreste persino vedere i contendenti agli Oscar presenti agli Emmy – cosa che normalmente il calendario non consente – il 15 gennaio, la sera prima del termine per votare le nomination agli Oscar. Una grande incognita è se e come lo sciopero avrà un impatto sulle prospettive delle piattaforme streaming, e di coloro che vi sono associati, nella corsa ai premi di quest’anno. Giustamente, che sia giusto o meno, molti attori – e altre categorie del settore che non hanno potuto lavorare a causa dello sciopero degli attori – hanno passato mesi a considerare le piattaforme come loro nemici, ora gli si chiederà di considerare i loro contenuti per i premi e, in alcuni casi, di partecipare alla cerimonia dei SAG Awards del 24 febbraio che, per la prima volta, sarà trasmessa in diretta streaming su Netflix.
Una scuola di pensiero ritiene che le piattaforme, la cui produzione è stata osteggiata da alcuni votanti dei premi anche prima dello sciopero, si troveranno ad affrontare più difficoltà del solito in questa stagione. Un’altra, invece, ritiene che, grazie alle disponibilità economiche e al filo diretto con le case dei votanti, siano meglio equipaggiate dei loro concorrenti per entrare rapidamente nel radar dei votanti.
In ogni caso, preparatevi a vedere dappertutto Margot Robbie, Bradley Cooper, Annette Bening, Robert Downey Jr., Lily Gladstone, Colman Domingo, Rosamund Pike, Mark Ruffalo, Emma Stone, Andrew Scott, Julianne Moore, Paul Giamatti, Natalie Portman, Cillian Murphy e Jodie Foster, e forse anche gli attori più riluttanti verso le campagne promozionali, come Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Ryan Gosling.
Dice un addetto alle campagne di alto livello: “C’è un numero limitato di sale di proiezione e di ospiti di primo e secondo piano che possono partecipare ai talk show, quindi ora vedremo la gente fare cose fuori dagli schemi – aggiungendo – Bisogna ricordare che alcune persone ricevono dei bonus in base al successo del loro film o ai premi che ottengono, quindi gli attori saranno sicuramente là fuori. Ci sono già molti meme su quanto la gente sarà affamata”. La corsa, finalmente, è davvero iniziata.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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