Mondo Cannes: tripudio per Harrison Ford, ma il vero eroe di Indiana Jones è il kayapo Metuktire

Sul red carpet dei trionfi anche il 93enne capo indigeno, difensore della foresta pluviale, candidato al Nobel e amico di Sting e Marlon Brando

Quante ne avrà viste, Raoni Metuktire. Sfilare sul tappeto rosso di Cannes, nella delegazione di uno dei film più attesi della 76° edizione del festival, è qualcosa che farebbe tremare le gambe a chiunque. La folla, i fotografi, i flash, i vestiti, gli strascichi, le modelle, le fashion blogger, gli influencer, gli imbucati, Harrison Ford: all’affollatissima passerella di Indiana Jones e il quadrante del destino, per un attimo, pareva di stare all’Eurovision, con una proiezione accolta da standing ovation da tripudio orgasmico. 

Cacique Raoni Metuktire però, capo del popolo Kayapo, non ha fatto una piega. Sciarpetta verde e corona di piume ton sur ton, il leader indigeno ha solcato il tappeto rosso con la stoica imperturbabilità dei suoi 93 anni. Tredici più di Harrison Ford – palma onoraria stasera per la carriera – un quasi coetaneo: quante ne avranno viste, entrambi. 

Per dire. Nel 1953, mentre l’adolescente Ford cercava di diplomarsi in Illinois (spoiler: non ci riuscirà), il giovane Raoni, dopo aver combattuto sanguinose guerre tribali guidato dal fratello Motibau, ed essersi guadagnato sul campo il botoque dei guerrieri (il piatto di legno infilato nel labbro), usciva per la prima volta dal villaggio amazzonico di Kraimopry-yaka, nel Mato Grosso, scoprendo il mondo esterno dei Kuben (i bianchi). 

Dieci anni più tardi, nel 1964, mentre Raoni affrontava di petto il re del Belgio Leopoldo III sulla questione della deforestazione (un buon mezzo secolo prima dei Fridays for Future), Ford cominciava a bazzicare il mondo del cinema, sposando la fidanzatina del college, Mary Marquardt (la storia durò fino al 1979). Di Raoni si ha traccia di una sola moglie, Bekwyika, scomparsa di recente a causa del Covid. Ma nel 1981, quando Spielberg affidava a Ford il ruolo di Indiana Jones, dopo la rinuncia di Tom Selleck, Raoni il cinema l’aveva già fatto, e da protagonista: nel documentario sulla sua vita Raoni: The fight for Amazon, candidato all’Oscar e interpretato, nientemeno, che da Marlon Brando. Gratis. Per la causa, per Raoni. 

Al tempo del terzo Indiana Jones, nel 1989, Raoni se ne andava in giro con il suo amico Sting attraverso 17 paesi, per diffondere il verbo della Foresta Amazzonica. Nel 2001, mentre Ford si godeva il titolo di attore più ricco al mondo, Raoni – che alla sua lista di amici aveva nel frattempo aggiunto due Papi, Giovanni Paolo II e Francesco – creava una delle più grande riserve di foresta pluviale al mondo, quella del popolo Xingu. Tre anni fa, infine, mentre il copione di Indiana Jones e il quadrante del destino entrava in produzione, anche Raoni faceva qualcosa di importante: veniva candidato al Nobel per la pace.

Non lo vinse, ma avrebbe potuto. E, forse, dovuto.

E allora “Fortuna e gloria ragazzi. Fortuna e gloria”, come direbbe Indiana Jones, sul quale si è abbattuto una pioggia d’applausi di oltre cinque minuti.

Ve la siete meritata entrambi.